venerdì 2 novembre 2018

Luigi Natoli: La signora Mariquita e don Geronimo Colloca. Tratto da: Il Capitan Terrore

La signora Mariquita abitava sola con la serva, una cinquantenne, Miguela, anche lei di Siviglia, ma che stava in Palermo da venticinque anni. Essa aveva servito da introduttrice e sistematrice di Mariquita nella società dei giovani… e anche dei vecchi. Si capisce da ciò perché era andata ad abitare presso S. Andrea, dove di solito andavano ad alloggiare le sue consorelle, che davano tanto da dire ai frati di S. Domenico, da spingerli spesso a ricorrere al Pretore. Però ella era una donna privilegiata, tanto che si meritava il titolo di “signora”.
Era di un genere elevato, come, a parte la letteratura, Tullia Aragona(3).  Frequentavano la sua casa poeti, letterati, pittori, scultori, ed in genere uomini di sapere. Ella li riceveva con grazia, mescolando parole spagnole e siciliane con un sapore delizioso. E poi era bella; gli occhi grandi, le sopracciglia folte, la bocca rossa e carnosa che invitava i baci, aggiungevano nuovo fascino alle grazie della persona. E poi aveva solo ventitré anni.
Ma era orgogliosa, aveva a modo suo un certo onore, e guai ad offenderla, si rivoltava, e spariva la distinzione; l’Andalusa insorgeva col suo sangue moresco, e diventava terribile e feroce.
Quanto a Miguela poteva nascondere una diecina di anni, perché, nonostante i suoi cinquanta suonati, era ben conservata. Aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri, la pelle fina, e il corpo ben portante. Non era né bella né brutta, un viso che non diceva nulla; ma era molto scaltra e prudente. Ella aveva un’amicizia con un certo Geronimo Colloca, che si faceva chiamare il Re della “Bocceria”, ossia del macello (da boucherie) ed era amico, nientemeno, del vicerè duca di Medinaceli; la qualcosa lo rendeva assai temuto(4). 
Andandosene a casa nella strada dei Maccheronai, Geronimo pensava in che modo indurre il giovane signore ad andare da Mariquita. Attraversava la piazza san Domenico, quando gli parve di vedere un’ombra venire dalla via del palazzo di Terranova (la via Monteleone). Era un uomo che camminava radendo i muri, avvolto nel mantello, dal quale, per un lembo rialzato, appariva la punta di una spada. Dal lato opposto sboccando dalla via Bandiera ecco intanto venire la “sciurta” di notte che tutelava la quiete della città.
“Sciurta”, era chiamata la guardia cui era commessa la polizia urbana. Allora, e così durò per lungo tempo, oltrepassata una certa ora della notte era proibito andare per le vie ed armati; la “sciurta” perciò non trovò di meglio che fermare l’ombra, ed alzata la lanterna portata dal gavarretta, il capo disse:
- Vossignoria perdoni, ma è in pena.
Al lume della lanterna, Geronimo riconobbe nell’ombra per l’appunto don Galvano.
- Nemmeno a farlo apposta! – disse fra sé.
Intanto uno della sciurta sussurrava al capo:
- Questo è il Re della Bocceria, Geronimo Colloca.
Ma il capo non se ne diede per inteso; gli sembrò un menomare la propria dignità cedendo, egli, rappresentante della città, a un cittadino qualsiasi, e rispose:
- Fosse anche l’imperatore del mondo, non ha che farci con le mie attribuzioni.
Disse queste parole gonfiando le gote, con un’aria di meneinfischio, e abbastanza forte per essere udito da Geronimo. Ma allora questi, strappata di mano a uno della sciurta la picca, e voltatale dall’asta, la diede sulla faccia al capo, con una tale velocità che a raccontarlo impiegherebbe maggior tempo.
- Ah per Satanasso! – gridò il capo, trattenendosi la testa, grondante di sangue.
Allora gli altri quattro birri incrociarono le picche, e si gittarono contro Geronimo; don Galvano si trovò nella condizione di non poter rimanere indifferente, e fu costretto a intervenire con la spada, sviando le picche e dando piattonate quando gliene veniva il destro; e la furia dei due contro quattro fu tale, che questi cominciarono a indietreggiare, e finirono con volgere il fuga. Ma fischiarono per chiamare soccorso…



Luigi Natoli: Il Capitan Terrore. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1560
Nella versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1938
Pagine 481 - Prezzo di copertina € 21,00
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