lunedì 28 dicembre 2020

Luigi Natoli e i suoi romanzi storici ambientati nel Medioevo siciliano editi I Buoni Cugini editori



Latini e Catalani volume 1 e 2 (Mastro Bertuchello e Il Tesoro dei Ventimiglia) – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1300, al tempo del regno d’Aragona, del conte di Geraci Francesco Ventimiglia e dei fratelli Damiano e Matteo Palizzi, sullo sfondo della guerra fratricida fra Latini e Catalani. I due volumi sono la trascrizione delle opere originali pubblicate con la casa editrice La Gutemberg rispettivamente negli anni 1925 e 1926. 
Mastro Bertuchello – Pagine 575 – Prezzo di copertina € 22,00
Il Tesoro dei Ventimiglia – Pagine 525 – Prezzo di copertina € 22,00




Il Paggio della regina Bianca – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1401, quando è appena tramontata la grande epoca chiaramontana. L’opera è ricostruita e trascritta dal romanzo originale pubblicato della casa editrice La Gutemberg nel 1921. È la presunta storia di Giovannello Chiaramonte, figlio di Andrea, che cerca di risollevare la gloria del suo casato contro il gran giustiziere Bernardo Cabrera, il re Martino e la regina Bianca di Navarra.
Pagine 702 – Prezzo di copertina € 22,00




La Baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue – Raccolta di leggende trascritte dal volume originale Storie e leggende, pubblicato in Palermo dalla casa editrice Pedone Lauriel nel 1892. Alla raccolta è stata aggiunta la novella "La signora di Carini" pubblicata nel Giornale di Sicilia nel 1910 con pseudonimo di Maurus, "Un poemetto siciliano del secolo XVI" estratto dagli Atti della reale accademia di scienze, lettere ed arti di Palermo (serie III - vol. IX - Palermo 1910) e "Storia della Baronessa di Carini (sec XVI) estratto da "Musa siciliana" con note dell'autore - Casa editrice Caddeo 1922. Il volume raccoglie quindi, a parte le altre leggende su famosi "casi" siciliani, tutto quanto Luigi Natoli scrisse sul famoso "caso" della Baronessa di Carini.
Pagine 310 – Prezzo di copertina € 21,00



Squarcialupo Opera inedita. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1517, quando Giovan Luca Squarcialupo, patriota, sognò e realizzò anche se per poco, un governo repubblicano. L’opera, mai pubblicata in libro, è costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1924.
Pagine 684 – prezzo di copertina € 24,00



Il capitan Terrore – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1560, al tempo del vicerè Medinaceli. L’opera è ricostruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1938. 
Pagine 481 – Prezzo di copertina € 21,00


La dama tragica  Romanzo storico siciliano ambientato a Palermo nel 1560, al tempo del vicerè Marco Antonio Colonna, di donna Eufrosina Corbera e della loro storia d’amore.
L’opera è la trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1930.
Pagine 604 – Prezzo di copertina € 24,00

Tutte le copertine sono opera di Niccolò Pizzorno
I volumi sono disponibili dal catalogo della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it; è possibile acquistare con messaggio w.a. al 3894697296 oppure alla mail ibuonicugini@libero.it. Consegna a mezzo corriere in tutta Italia.
Disponibili su Amazon, Ibs e tutti i siti vendita online.
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), Libreria Modusvivendi (via Quintino Sella 79), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f), La Libreria di La Vardera (Via N. Turrisi n. 15)

Luigi Natoli: La taverna di Saverio il Tripposo. Da: La Vecchia dell'Aceto. Romanzo storico siciliano.

Alla spicciolata, senza parere, alcuno, vi erano guizzati dentro; qualche altro era venuto dalla porticina posteriore: erano una mezza dozzina. C’era fra loro don Benedetto Sacco e don Francesco Sarcì. Sedevano intorno ad una tavola, in modo però che un lato rimaneva vuoto. In mezzo stava un uomo sulla sessantina, alto, segaligno, con un viso asciutto, con occhi penetranti, una espressione seria, imperiosa, autoritaria, mal temperata da un atteggiamento bonario. Lo chiamavano lo zu’ Andrea: era proprietario di una fornace di tegole e mattoni e di un podere piantato ad aranci e limoni in quelle contrade. Era il più “cristiano” dei “cristiani”; rispettato e temuto. Né il papa era più infallibile, né il re più ubbidito: quando lo zu’ Andrea aveva parlato, era Vangelo. Ai suoi lati sedevano altri due “cristiani”: lo zu’ Michele Ciaravella, castaldo del principe di Cattolica e Bartolo Saraceno, proprietario di mezza dozzina di carrozze da piazza, e di due altre grandi e pesanti che facevano i viaggi fra Palermo e Termini. V’era don Agostino Caracciolo, e infine il fratello del morto Gaetano La Paglia, don Peppino. 

Lo zu’ Andrea volgendo lo sguardo ora all’uno or all’altro dei suoi colleghi che gli stavano ai lati, come per averne il consentimento, osservò che la condotta di don Agostino poteva soltanto giudicarsi, quando si sapessero le mancanze che verso di lui aveva commesso don Gaetano.
Il quale aveva raccolto, dopo minuta indagine, che l’uccisore era stato il cavaliere don Giovanni, che don Agostino si trovava presente all’uccisione del fratello, e non ne aveva preso le difese, come avrebbe dovuto, pel comparatico che lo legava a don Gaetano. Don Agostino aveva dunque mancato al suo obbligo, tanto più che non aveva ancora cercato di vendicare il morto. Queste sue lagnanze erano state riferite a don Agostino, che era andato a trovare Peppino, per dare le sue spiegazioni, non per scusarsi o per paura, che non era uomo da aver soggezione di chicchessia; ma perché infine non aveva ragione di considerare più don Gaetano come fedele al San Giovanni; e perché la morte era avvenuta dopo regolare sfida. Comunque la condotta di lui, don Agostino, verso il cavaliere, non era affare che riguardava don Peppino. Poiché il ragionamento minacciava di degenerare in una zuffa, gli amici comuni, che assistevano, s’interposero, proponendo di far giudicare la quistione a uomini di grande autorità in queste materie. Questo era il motivo di quella riunione. Lo zu’ Andrea, il Ciavarella e il Saraceno, formavano quella singolare corte d’onore, alla quale avrebbe dovuto intervenire anche il cavaliere don Giovanni, accusato di doppia slealtà: l’una di aver adoperata un’arma diversa, l’altra di aver aggredito l’avversario prima che si fosse messo in guardia. Cosicché non poteva dirsi di avere ucciso don Gaetano in duello, ma di averlo assassinato. E questa era condotta da “carognone”. Ma il cavaliere non si faceva ancora vedere, cosa che al La Paglia pareva una mancanza di riguardo verso lo zu’ Andrea e gli altri rispettabili amici. Lo zu’ Andrea, che aveva ascoltato attentamente l’uno e l’altro, quando ebbero finito di parlare domandò al Sacco e al Sarcì come si era svolta la quistione. Fedeli all’adagio che “il morto è morto e s’ha d’aiutare il vivo”, essi fecero risaltare la condotta fegatosa, aggressiva e provocante di don Gaetano; ma non occultarono nè attenuarono quella che era secondo loro slealtà del cavaliere. Di don Agostino non potevano dire altro, che si era tenuto estraneo alla quistione; ma non potevano darne nessuna spiegazione nè apprezzamento.

La vecchia dell’aceto – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1700. La storia di Giovanna Bonanno, l’avvelenatrice passata alla storia come La vecchia dell’aceto.
L’opera è costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1927.
Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 562 – Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile dal catalogo della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it; è possibile acquistare con messaggio w.a. al 3894697296 oppure alla mail ibuonicugini@libero.it. Consegna a mezzo corriere in tutta Italia.
Online su Amazon, Ibs e tutti i siti in vendita online.
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), Libreria Modusvivendi (via Quintino Sella 79), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f), La Libreria di La Vardera (Via N. Turrisi n. 15)

Luigi Natoli: Il "cristiano" nella Palermo del 1700. Tratto da: La vecchia dell'aceto.

Pur trattandosi con cordialità, questi avventori speciali usavano fra loro forme riguardose, nelle quali un occhio attento avrebbe potuto scorgere un non so di che di gerarchico. Verso alcuni, che erano più maturi di anni e più seri, il rispetto era maggiore, verso altri era temperato di una confidenza più o meno intima, ma in tutti c’era una cura di non usare parole che potessero eccitare la suscettibilità d’alcuno o distendere un’ombra in quella misurata cordialità.
Fra questa gente, parca di parole e di gesti, che si padroneggiava e si vigilava, le adunanze prendevano spesso un carattere di tribunali: c’era da giudicare la condotta di qualcuno accusato di aver mancato ad un codice particolare, non scritto, nè sanzionato da nessun principe, ma formatosi a poco a poco, rinsaldatosi nella tradizione, osservato con scrupolo, più che le leggi dello Stato, da tutta quella classe di persone, che allora si dicevano “uomini” per antonomasia, o “cristiani” alla quale apparteneva don Agostino. Non era una associazione vera e propria; ciascuno viveva per sé, sapeva di valere, e teneva a distinguere la sua personalità: ma riconosceva il valore degli altri “cristiani”, aveva per loro rispetto, e, se di maggiore età, non servile ma spontanea deferenza, e ne era ricambiato. Qualche “affare” riuniva due o quattro o più “cristiani”, che “lavoravano” ciascuno per la sua parte, senza ingannarsi, con un sentimento di onestà particolare. Avevano un sentimento quasi fanatico di quello che per loro era l’onore: non commettevano soperchierie sopra i più deboli; se una quistione insorgeva fra loro, e non c’era altro mezzo di risolverla, ricorrevano al duello: arma, il coltello, ma di una stessa dimensione: il che si diceva “paranza”; si battevano dinanzi a testimoni: ma qualche volta, se c’eran per mezzo motivi d’onore, facevano a meno di questa formalità, e il duello non cessava che con la morte. Ma più spesso si ricorreva ad un arbitro, che di solito era un “cristiano” più autorevole, al quale, volontariamente i contendenti si rimettevano e ne accettavano il giudizio, che era sempre retto; e ne seguiva la pace, suggellata con un banchetto. L’arbitro qualche volta invitava altri “cristiani” autorevoli; e allora l’adunanza acquistava un carattere di solennità; e gente la quale non riconosceva l’autorità della giustizia, e aveva poco rispetto per le persone della chiesa, s’inchinavano dinanzi a quel sinedrio con una reverenza quasi religiosa.

Luigi Natoli: La vecchia dell’aceto – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1700. La storia di Giovanna Bonanno, l’avvelenatrice passata alla storia come La vecchia dell’aceto.
L’opera è costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1927.
Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 562 – Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile dal catalogo della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it; è possibile acquistare con messaggio w.a. al 3894697296 oppure alla mail ibuonicugini@libero.it. Consegna a mezzo corriere in tutta Italia.
Online su Amazon, Ibs e tutti i siti in vendita online.
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), Libreria Modusvivendi (via Quintino Sella 79), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f), La Libreria di La Vardera (Via N. Turrisi n. 15)