venerdì 29 gennaio 2021

Le opere di Luigi Natoli edite I Buoni Cugini editori: I romanzi storici


Gli Schiavi – Romanzo storico ambientato nella Sicilia del 103 a.c. al tempo della Seconda Guerra Servile. L’opera è ricostruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato con la casa editrice Sonzogno nel 1936. Le note aggiuntive dell’editore sono poste allo scopo di far capire maggiormente al lettore il grande lavoro di ricostruzione del periodo storico del romanzo svolto dall’autore.

Pagine 387 – Prezzo di copertina € 22,00

 


Il Paggio della regina Bianca – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1401, quando è appena tramontata la grande epoca chiaramontana. L’opera è ricostruita e trascritta dal romanzo originale pubblicato della casa editrice La Gutemberg nel 1921.

È la presunta storia di Giovannello Chiaramonte, figlio di Andrea, che cerca di risollevare la gloria del suo casato contro il gran giustiziere Bernardo Cabrera, il re Martino e la regina Bianca di Navarra.

Pagine 702 – Prezzo di copertina € 22,00

 

Fioravante e Rizzeri – Romanzo ambientato nella Palermo del 1920 ricostruito e trascritto dalle puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1936, con premessa dell’autore tratta da un articolo dello stesso Giornale pubblicato il 16 dicembre 1936. È ispirato alle storie di Buovo D’Antona e dell’opera dei pupi, nello specifico del re Fioravante e del suo scudiero Rizzeri, alle avventure di Fioravante, e lo riproduce attraverso un oprante, don Calcedonio; e l'antico si intreccia con il moderno; e le avventure della giovane figlia Lillì fanno contrasto con quelle di Drusolina, e quell'onesto puparo sembra foggiato con l'anima dei suoi pupi.

Pagine 308 – Prezzo di copertina € 19,00

 


Ferrazzano – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1700, quando l’opera comica si teneva al teatro Bellini. L’opera è ricostruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1932. Protagonista è Ferrazzano, comico del ‘700 e maschera del teatro siciliano sullo sfondo di arditi intrecci di dame, principi e cavalier serventi.

Prefazione di Rosario Palazzolo.

Pagine 342 – Prezzo di copertina € 19,00

 


Il capitan Terrore – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1560, al tempo del vicerè Medinaceli. L’opera è ricostruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1938.

Pagine 481 – Prezzo di copertina € 21,00

 




Alla guerra!Opera inedita. Romanzo storico ambientato nella Francia del 1914, all’inizio della Prima Guerra Mondiale. L’opera, mai pubblicata in libro, è la costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato unicamente a puntate, in appendice al Giornale di Sicilia, nel 1914. Dopo cento anni riprende vita in unico volume ad opera de I Buoni Cugini editori.

Pagine 954 – Prezzo di copertina € 31,00

 



SquarcialupoOpera inedita. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1517, quando Giovan Luca Squarcialupo, patriota, sognò e realizzò anche se per poco, un governo repubblicano. L’opera, mai pubblicata in libro, è costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1924.

Pagine 684 – prezzo di copertina € 24,00

 



Gli ultimi saraceniOpera inedita. Romanzo storico siciliano ambientato a Palermo al tempo di Guglielmo I e di Matteo Bonello. L’opera, mai pubblicata in libro, è la trascrizione fedele dell’opera originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1911.

Il volume include da una ancor più rara ode a Willelmo I composta dall'autore nell'aprile del 1881.

Pagine 719 – Prezzo di copertina € 25,00

 


L’abate Meli – Il volume raccoglie totalmente quanto Luigi Natoli scrisse sull'Abate Meli, ovvero: il romanzo storico L’Abate Meli, costruito e trascritto dal romanzo pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia dal 19 settembre 1929, la trascrizione dell'opera "Giovanni Meli. Studio critico" pubblicato dalla tipografia del giornale "Il tempo" diretta da Pietro Montaina del 1883 e una raccolta di poesie di Giovanni Meli tratte da Musa Siciliana pubblicato dalla casa editrice Caddeo nel 1922; tutte le poesie sono corredate di traduzione in italiano a fronte a cura di Francesco Zaffuto.

Prezzo di copertina € 25,00

 


Latini e Catalani vol. 1 e 2 (Mastro Bertuchello e Il Tesoro dei Ventimiglia) – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1300, al tempo del regno d’Aragona, del conte di Geraci Francesco Ventimiglia e dei fratelli Damiano e Matteo Palizzi, sullo sfondo della guerra fratricida fra Latini e Catalani. I due volumi sono la trascrizione delle opere originali pubblicate con la casa editrice La Gutemberg rispettivamente negli anni 1925 e 1926.


Mastro Bertuchello – Pagine 575 – Prezzo di copertina € 22,00
Il Tesoro dei Ventimiglia – Pagine 525 – Prezzo di copertina € 22,00 



I Cavalieri della Stella o La caduta di Messina – Romanzo storico siciliano ambientato a Messina durante la rivoluzione e la carestia che colpì la città dal 1672 al 1679. L’opera, che vede al centro l’Accademia dei Cavalieri della Stella, è costruito e trascritto dal romanzo originale pubblicato a puntate, in appendice al Giornale di Sicilia nel 1908.

Pagine 947 – Prezzo di copertina € 26,00

 



I mille e un duelli del bel TorralbaOpera inedita. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di fine ‘700, nei primi anni della dominazione borbonica. L’opera, mai pubblicata in libro, è stata costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1926.

Pagine 456 – Prezzo di copertina € 24,00

 




Braccio di Ferro avventure di un carbonaro – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1820, al tempo della Rivoluzione e delle Vendite carbonare; il tutto vissuto attraverso le avventure del protagonista, Tullio Spada.

L’opera è trascritta dal romanzo originale, pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1930 ed è arricchito dai disegni di Niccolò Pizzorno.

Pagine 342 – Prezzo di copertina € 22,00

 



I morti tornano… - Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1837 devastata dal Cholera. L’opera è costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1931, ed è arricchita dai disegni di Niccolò Pizzorno. Prefazione di Massimo Maugeri.

Pagine 363 – Prezzo di copertina € 22,00

 




Chi l’uccise? – “Giallo storico” ambientato nella Palermo del 1848, al tempo della Rivoluzione. L’opera è l’unica della collana trascritta dalla edizione Madonnina del 1951: non abbiamo trovato altre edizioni ed è troppo bella per non essere pubblicata. Arricchita dai disegni di Niccolò Pizzorno

Pagine 122 – Prezzo di copertina € 13,50.

 




Trilogia del Risorgimento: Il volume raccoglie i tre romanzi Braccio di Ferro avventure di un carbonaro, I morti tornano…, Chi l’uccise?

Pagine 880 – Prezzo di copertina € 24,00

 





Cagliostro e le sue avventure – Romanzo storico siciliano ambientato nel 1700. È la storia di Giuseppe Balsamo, alias Conte di Cagliostro, narrata dal protagonista come la lettura di un Diario.

L’opera è costruita e trascritta dal romanzo originale pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1914.

Pagine 881 – Prezzo di copertina € 25,00

 



Calvello il bastardo – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di fine Settecento e inizi Ottocento, quando la Rivoluzione Francese porta in tutta Europa le prime idee di libertà dei popoli e nascono le prime Logge. Il protagonista Corrado Calvello è affiancato dal patriota e giureconsulto Francesco Paolo Di Blasi.

L’opera è la trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1913.

Pagine 880 – Prezzo di copertina € 25,00

 


La dama tragica – Romanzo storico siciliano ambientato a Palermo nel 1560, al tempo del vicerè Marco Antonio Colonna, di donna Eufrosina Corbera e della loro storia d’amore.

L’opera è la trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1930.

Pagine 604 – Prezzo di copertina € 24,00

 



La vecchia dell’aceto – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1700. La storia di Giovanna Bonanno, l’avvelenatrice passata alla storia come La vecchia dell’aceto.

L’opera è costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1927.

Pagine 562 – Prezzo di copertina € 22,00

 


Il Vespro sicilianoRomanzo storico ambientato nella Palermo del 1282, al tempo di una delle più famose rivoluzioni della Storia di Sicilia.

Il volume, in una edizione interamente restaurata a iniziare dallo stesso titolo, è la fedele trascrizione del romanzo originale, pubblicato in dispense dalla casa editrice La Gutemberg nel 1915. Con la sua perizia di grande storiografo e narratore, l’autore ci consegna uno dei capolavori della letteratura popolare mondiale che nulla trascura di quel periodo storico come l’orrenda strage di Agosta, le trame politiche cospirative dei baroni siciliani, l’orgoglioso episodio di Gamma Zita a Catania, la valorosa resistenza della città di Messina al dominio francese degli Angiò. Il romanzo ricco di fatti e personaggi realmente accaduti o esistiti, ci regala l’indimenticabile eroe Giordano De Albellis, intollerante alle ingiustizie, innamorato della sua terra, della libertà e della sua bella Odette.

Pagine 945 – Prezzo di copertina € 25,00


I volumi sono la fedele riproduzione delle opere originali, ovvero quelle pubblicate dall'autore quando era ancora in vita. 
Autore delle copertine è Niccolò Pizzorno.
Tutti i volumi sono disponibili dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it (Spedizioni a mezzo corriere in tutta Italia; le copie si possono acquistare anche inviando una mail a ibuonicugini@libero.it o con messaggio whatsapp al 3894697296)
Disponibili su Amazon Prime, Ibs e tutti i siti vendita online. 
In libreria presso: 
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), La Nuova Bancarella (di fronte La Feltrinelli), Libreria Sciuti (Via Sciuti n. 91/f), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi n. 15), Libreria Modusvivendi (Via Q. Sella n. 15), Enoteca Letteraria Prospero (Via Marche 8)
Per qualsiasi informazione: ibuonicugini@libero.it – Cell. 3457416697 – Whatsapp 3894697296

Luigi Natoli: Giordano de Albellis. Tratto da: Il Vespro siciliano.

 
Attraversarono due o tre sale, e si affacciarono alle finestre che davano sul piano del Cancelliere. Il piano allora era assai più vasto che non sia oggi. I continui rifacimenti e il successivo ingrandirsi del monastero con nuove fabbriche vi distrussero tutto l’antico; per cui nessuna traccia rimane della chiesetta ogivale eretta da Matteo de Ajello, e del grazioso chiostro del duecento; e il giardino, che allora aveva il muro di cinta sulla strada di Kes e sul piano, è rimasto sepolto tra le fabbriche posteriori.
Affacciatisi alle finestre, i nobili signori videro infatti nella piazza una gran folla, che stava però in rispettosa distanza dinanzi a tre cavalieri francesi; i quali, con le spade in pugno, non si capiva bene se ragionassero o contrastassero con un giovane del paese, che, sebbene volgesse le spalle al palazzo, al vestire pareva un gentiluomo. Accanto a lui era un vecchiotto, che con un pezzo di tela s’asciugava il sangue da una ferita sulla fronte.
Sebbene apparisse gentiluomo, il giovane non aveva spada, o altre armi. Un divieto del Giustiziere infatti proibiva a tutti i siciliani, di qualunque condizione, anche se cavalieri, di portar armi, con gravi pene pei trasgressori. Ma non ostante fosse senz’armi, quel giovane stava alteramente dinanzi alle tre spade.
Il sire de Flambeau, indicando i tre cavalieri, disse al Giustiziere:
- Guardate, quel di mezzo, con quell’aspetto di gigante, è Bertrand de Taxeville, l’altro alla sua destra è Ugo de Saint-Victor, il terzo non lo conosco... non sarà forse una lancia spezzata... Oh! ma che cos’è questo?...
La improvvisa esclamazione di stupore gli era strappata da un improvviso avvenimento, che aveva prodotto un mareggiamento e un gran vocìo nella folla.
Bertrand de Taxeville, a un tratto, gridando, si era avvicinato a quel giovane, e aveva alzato il pugno per percuoterlo col pomo della spada; ma quel giovane con una rapida mossa, scansato il pugno, aveva preso ai fianchi il gigantesco francese, e con un vigoroso colpo l’aveva piegato sulle ginocchia, e spinto per terra; e, profittando della caduta, gli aveva strappato la spada, e s’era messo in guardia.
Il colpo era stato così rapido, così inaspettato, che quando gli altri due cavalieri, riavutisi dallo stupore, si gittarono sopra il giovane, incontrarono la punta della spada formidabilmente distesa e minacciosa. 
La moltitudine, esaltata da quel gesto, empì la piazza di grida:
- Bravo! bravo!...
Ma il sire de Flambeau, dalla finestra, preso da un subito sdegno, cominciò a gridare: 
- Accoppatelo, perdio!
E il visconte di Saint-Remy, ardendo di collera per la tracotanza di quel giovane, alla sua volta strepitò:
- Le guardie! le guardie! perdio!... Arrestate quel paterino!
Bertrand de Taxeville, più inferocito che mai dalla vergogna d’essere stato abbattuto come un fanciullo, dava pugni tremendi ai più vicini, per cercar di raggiungere il giovane; ma questi non era così alto da poter essere scorto facilmente tra la massa dei fuggitivi, i quali, incalzati dalle guardie, premevano dinanzi alla imboccatura dei vicoli angusti, o cercavano di entrar nelle case, forzando le porte, che, a tanto tumulto, si chiudevano prestamente.
Il giovane era stato forse trascinato di proposito; egli per altro aveva capito bene che la sua audacia lo designava alla vendetta del Giustiziere; e che era inutile difendersi dalle guardie e dai tre cavalieri. 
Non c’era dunque altro scampo che nella fuga; e si era lasciato portar via, verso il vicolo che dalla chiesa del monastero conduceva al Cassaro.
In quel momento il chierico, temendo per la chiesa, stava per chiuderne la porta. A qualcuno lampeggiò un’idea. Dove meglio che nella chiesa poteva essere ricoverato il giovane? Le chiese e i luoghi sacri godevano l’immunità dell’asilo; e le guardie non avrebbero osato penetrarvi e violarlo.
- Gittatevi in chiesa!...
Le parole furono accompagnate dall’atto. Prima che il chierico giungesse a chiudere l’altro battente della porta, una dozzina di uomini, sospinta forse dall’ondeggiar della folla fuggente, urtò contro la porta. Qualcuno vi precipitò dentro, e spinse violentemente la porta e la sprangò.
- Perdio! – gridava intanto dalla finestra il sire di Flambeau che nel tumulto aveva perso di vista le sue lance e il giovane audace: – quel pezzo da capestro ci sfuggirà!... Ma che cosa fanno dunque le guardie?...
Le guardie menavan botte da orbo con l’asta delle picche, credendo di non dover far altro, che spazzare la folla dalla piazza; né vedendo o sapendo chi dovessero arrestare. I tre cavalieri, da canto loro, sdegnando di chiamar le guardie in loro soccorso, e anelando di vendicarsi con le loro mani, non davan loro nessuna indicazione; e, credendo che quel giovane si trovasse nel grosso dei fuggitivi, lo cercavano tra essi, e credendo di poterlo raggiungere, inseguivano e percotevano la folla, e aggiungevano maggior confusione e tumulto.
Passarono così dinanzi alla porta serrata della chiesa.
Il giovane balzato dentro la chiesa, con la spada in pugno, aveva tanto spaventato il chierico, che questi non aveva osato chiudergli la porta in faccia; e l’avrebbe lasciata aperta, se il giovane non si fosse affrettato a serrarla.
- Non aver paura! – gli disse questi – e piuttosto nascondimi in qualche parte fino a stanotte...
- Avete ammazzato qualcuno?... – domandò il chierico accora impaurito.
- Non ho ammazzato nessuno. Ho disarmato un cavaliere francese che stava accoppando un povero uomo...

Luigi Natoli: Il Vespro siciliano. Romanzo storico ambientato nella Palermo del 1282, al tempo della famosissima rivoluzione. 
Il volume, in una edizione interamente restaurata a iniziare dallo stesso titolo, è la fedele trascrizione del romanzo originale, pubblicato in dispense dalla casa editrice La Gutemberg nel 1915. Con la sua perizia di grande storiografo e narratore, l’autore ci consegna uno dei capolavori della letteratura popolare mondiale che nulla trascura di quel periodo storico come l’orrenda strage di Agosta, le trame politiche cospirative dei baroni siciliani, l’orgoglioso episodio di Gamma Zita a Catania, la valorosa resistenza della città di Messina al dominio francese degli Angiò. Il romanzo ricco di fatti e personaggi realmente accaduti o esistiti, ci regala l’indimenticabile eroe Giordano De Albellis, intollerante alle ingiustizie, innamorato della sua terra, della libertà e della sua bella Odette.
Pagine 945 – Prezzo di copertina € 25,00
Tutti i volumi sono disponibili al sito www.ibuonicuginieditori.it al link: https://www.ibuonicuginieditori.it/luigi-natoli-tutte-le-opere.html
(è possibile ordinare alla mail ibuonicugini@libero.it, al cell. 3457416697 o inviando un messaggio whatsapp al 3894697296. Consegna a mezzo corriere.)
Sono disponibili su Amazon Prime o al venditore I Buoni Cugini, su Ibs, al sito lafeltrinelli.it e in tutti i siti vendita online.
Sono disponibili a Palermo in libreria presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), La Nuova Bancarella (di fronte La Feltrinelli), Libreria Sciuti (Via Sciuti n. 91/f), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi n. 15), Libreria Modusvivendi (Via Q. Sella n. 15).
Per qualsiasi informazione: ibuonicugini@libero.it – Cell. 3457416697 – Whatsapp 3894697296
Le librerie possono acquistare contattandoci alla mail oppure possono rivolgersi al nostro distributore Centro Libri (Brescia)

 


lunedì 25 gennaio 2021

Luigi Natoli: La vecchia dell'aceto presentata ai ragazzi delle scuole elementari e medie dall'editore Ivo Tiberio Ginevra (I Buoni Cugini editori)

La vecchia dell'aceto di Luigi Natoli, spiegata in poche parole ai bambini delle scuole elementari e medie. (Sono stato costretto a farlo, sotto ricatto del mio grande amico Paolo Siena).

Pubblicato da Ivo Tiberio Ginevra su Sabato 23 gennaio 2021

Luigi Natoli: L' odio di Matteo Palizzi per il popolo siciliano. Tratto da: Il tesoro dei Ventimiglia.


- Popolo! Dite una folla inconsapevole, mutabile, che si volta là dove la spinge il vento; che oggi ti segue, ti esalta, si fa uccidere per te; domani ti abbandona, ti vitupera, ti uccide. Non ve ne fidate... Non v’è che un mezzo di tenerlo soggetto e devoto: la paura. E la paura la incutono le armi. Circondatevi di milizie, di quelle che non conoscono la pietà, e tenetele come una minaccia sospesa sul popolo, e questo non si arrischierà mai di tentare qualche cosa contro di voi... E dategli pane; anzi fategli capire che voi solo potete dargli pane, perché non si allontani da voi. Il popolo è un cane: il cane non si mantiene sottomesso e fedele che con lo staffile e col pane. Ma non lo saziate: alimentategli la speranza di ottener di più, perché vi segua... Io ho errato: ho mostrato troppo dispregio e nel tempo stesso troppa debolezza. L’ho abbandonato a sé stesso. Non ne ho diffidato abbastanza. Domatelo senza che egli trovi ragione e mezzi per ribellarsi, ma diffidatene sempre, e abbiate sempre pronte le armi per rompergli le zanne...
Tacque un poco e riprese:
- Io l’odio questo popolo, che sparse il sangue dei miei figli; che saccheggiò, bruciò la mia casa; che mi cacciò come un lupo; che perseguitò i miei amici; e vorrei colpirlo con la mia vendetta... Ma mi serve. Deve essere lo strumento della mia rivincita. Io lo scaglierò addosso ai miei nemici, come una muta di cani sul cinghiale.
Parlando i suoi occhi si accendevano di fiamme d’odio che davano al suo volto una espressione feroce e spaventevole.
- Non ne ho dimenticato nessuno.
Nuovo silenzio. I due Chiaramonte lo guardavano, con ammirazione sommessa, come soggiogati da quella volontà imperiosa.
- Forse la peste ne avrà sottratto qualcuno, non dei maggiori, che salvo il duca Giovanni, sono ancora vivi; ma dei minori. Non vanno trascurati neppur questi: l’andare a caccia al lupo  non significa che si debba lasciar la donnola nel pollaio!...



Luigi Natoli: Il tesoro dei Ventimiglia è il secondo volume del romanzo Latini e Catalani (Mastro Bertuchello e Il Tesoro dei Ventimiglia), grande romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1300, al tempo del regno d’Aragona, del conte di Geraci Francesco Ventimiglia e dei fratelli Damiano e Matteo Palizzi, sullo sfondo della guerra fratricida fra Latini e Catalani. I due volumi sono la trascrizione delle opere originali pubblicate con la casa editrice La Gutemberg rispettivamente negli anni 1925 e 1926.
Mastro Bertuchello – Pagine 575 – Prezzo di copertina € 22,00
Il Tesoro dei Ventimiglia – Pagine 525 – Prezzo di copertina € 22,00
Copertina di Niccolò Pizzorno.
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (Spedizione in tutta Italia a mezzo corriere. Puoi ordinare inviando una mail a ibuonicugini@libero.it oppure un messaggio whatsapp al 3894697296)
On line su Amazon Prime e Ibs
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica,Via Cavour 133 -  La Nuova Bancarella, Via Cavour

Libreria Modusvivendi,Via Quintino Sella 79 - Enoteca Letteraria Prospero, Via Marche n. 8 - La Libreria di La Vardera s.a.s., Via Nicolò Turrisi 15 - Libreria Sellerio, Viale Regina Elena 59/b (Mondello) - Libreria Sciuti, Via Sciuti n. 91/f, Libreria - Nuova Ipsa Editore, Via dei Leoni 71.

Luigi Natoli: Il ritorno di Pirruccio. Tratto da: Il tesoro dei Ventimiglia. (Latini e Catalani vol. 2)

 

Eran passati otto anni da quando aveva lasciato Palermo. Otto anni! Ora vi ritornava solo, come n’era partito, e con in fondo al cuore la mestizia del passato, non spenta dagli anni, ma divenuta come una patina distesa sul suo spirito. E riandando indietro di immagini in immagini come i ricordi gliele suscitavano, rivedeva i suoi amici. Erano vivi? Dov’erano? Che facevano? Erano felici? Mastro Bertuchello, Manetto, messer Puccio e Lucia e Giuditta, e nonna Berta... Rivedeva tutti con quel desiderio pieno di malinconia e di rimpianti, che le persone e le cose, a cui si è affezionati e da cui si è separati, suscitano nell’anima.
Egli era arrivato quel pomeriggio di luglio, era andato alla taverna del “Moro della Testaspaccata”, aveva affidato a Simone il cavallo e le bisacce, dopo essersi riposato un poco, prese alcune informazioni, era andato alla strada dei Balestrieri, senza veder nessuno degli amici e dei conoscenti d’una volta. Attraversando le strade della città aveva veduto qua e là le vestigia della strage fatta dalla pestilenza recente. La vita risorgente, sebbene avesse ripreso il suo ritmo, e con maggior celerità non aveva cancellato le orme della morte. V’erano ancora, e quante! Case, le porte delle quali segnate con una croce indicavano che ivi era morta di peste qualche persona, forse più di una, forse tutta una famiglia, spazzata via come le festuche da un colpo di vento. E sui muri, accanto alle porte tracce di fumo; forse dei bruciamenti delle masserizie. A ogni passo donne con le bianche bende vedovili, uomini col cappuccio nero, figlioli abbrunati; e volti emaciati da convalescenze lunghe e difficili, che contrastavano con quelli sorridenti dalla soddisfazione egoistica di non essere stati colpiti dal morbo.
La città per altro non appariva mutata per nulla. Soltanto era più pulita, perché il magistrato del comune, sotto il pungiglione della paura, aveva curato che non s’accumulassero immondizie e carogne sui canti delle strade; e aveva promulgato bandi severissimi contro i disubbidienti, temendo coi calori estivi un ritorno della pestilenza.
Attraversando il vicolo dei Mori e il tratto della rua Marmorea, non aveva incontrato nessun conoscente; aveva riveduto botteghe a lui note, ma dietro i banchi di molte aveva veduto altre facce nuove. Nessuno aveva posto mente a lui: segno che nessuno l’aveva riconosciuto. Dopo otto anni era come se fosse arrivato in una città straniera: come quando arrivò a Tebe di Negroponte, che era la capitale dei ducati d’Atene e Neopatria.
Ve lo aveva mandato il duca Giovanni, che, dopo la cacciata dei Palizzi, sapute le sventure che lo avevano colpito aveva preso Pirruccio ai suoi servizi, come valoroso e capace uomo d’armi, e come persona da fidarsene. E vi aveva trascorso otto anni, guerreggiando ora contro i Greci, ora contro i pirati turchi, che tentavano scorrerie negli stati del duca, ora contro bande di Bulgari, che spingevano a gualdane da predoni. Ma spesso, invece che coi nemici doveva contrastare coi “vigeri” ossia coi governatori delle varie terre dei ducati: Catalani i più, avari e disonesti; qualcuno dei quali egli dovette spesso persuadere più colla spada alla mano, che con buone ragioni, a fare il dover suo e lasciarlo fare agli altri.
In quegli otto anni di vita aspra e dura, il suo volto si era fatto più maschio, più vigoroso; come intagliato da un rude scalpello in un pezzo di granito. Una ruga profonda si apriva diritta fra le sopracciglia, come se un pensiero inesistente le contraesse; e gli occhi si erano alquanto incupiti, o lampeggiavano una luce fredda come i riflessi di una lama. Ma spesso la nostalgia della patria lontana addolciva quello sguardo e spianava la ruga; e la mestizia desiderosa gli inteneriva il cuore. Quelle colline calcaree, quegli uliveti, quelle sponde di fiumicelli fioriti di oleandri e ginestre, sotto il cielo turchino, i templi antichi che il sole rivestiva di luce, i silenzi pieni di memorie, tutto gli ricordava la sua Sicilia. Quanto c’era da passare per giungervi!...

Luigi Natoli: Il tesoro dei Ventimiglia è il secondo volume del romanzo Latini e Catalani (Mastro Bertuchello e Il Tesoro dei Ventimiglia), grande romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1300, al tempo del regno d’Aragona, del conte di Geraci Francesco Ventimiglia e dei fratelli Damiano e Matteo Palizzi, sullo sfondo della guerra fratricida fra Latini e Catalani. I due volumi sono la trascrizione delle opere originali pubblicate con la casa editrice La Gutemberg rispettivamente negli anni 1925 e 1926.
Mastro Bertuchello – Pagine 575 – Prezzo di copertina € 22,00
Il Tesoro dei Ventimiglia – Pagine 525 – Prezzo di copertina € 22,00
Copertina di Niccolò Pizzorno.
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (Spedizione in tutta Italia a mezzo corriere. Puoi ordinare inviando una mail a ibuonicugini@libero.it oppure un messaggio whatsapp al 3894697296)
On line su Amazon Prime e Ibs
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica,Via Cavour 133 -  La Nuova Bancarella, Via Cavour

Libreria Modusvivendi,Via Quintino Sella 79 - Enoteca Letteraria Prospero, Via Marche n. 8 - La Libreria di La Vardera s.a.s., Via Nicolò Turrisi 15 - Libreria Sellerio, Viale Regina Elena 59/b (Mondello) - Libreria Sciuti, Via Sciuti n. 91/f, Libreria - Nuova Ipsa Editore, Via dei Leoni 71.


venerdì 22 gennaio 2021

Luigi Natoli: Il convito a pranzo dal giustiziere Giovanni di Saint-Remy. Tratto da: Il Vespro siciliano

Il personaggio chiamato sire de Flambeau, che raccontava la gesta delle sue quattro lance spezzate, era un uomo sulla cinquantina, alto e possente, coi capelli grigi, tagliati sulla fronte e cadenti a zazzera tonda sulle tempia e sul collo, gli occhi di gatto e il naso in su. Sedeva in capo alla tavola dinanzi al padron di casa, che stava all’altro capo. Era questi il visconte Giovanni di Saint-Remy, giustiziere del Val di Mazara, per parte del magnifico e potentissimo signore Carlo d’Angiò, conte di Provenza, re di Sicilia e di Gerusalemme, duca di Napoli e delle Puglie, signore della contea di Folcaquier, ecc. ecc. Il visconte era un uomo sui quaranta; volto fra il lupo e la volpe; maniere da capo di banditi. Il terzo commensale era il sire di Ravel, bell’uomo di mezza età, dall’aspetto grave e solenne, che parlava lento, misurando il gesto e volgendo gli occhi intorno, come per raccogliere l’approvazione degli ascoltatori. Il quarto era messer Guglielmo Porcelet, signore di Calatafimi, piccolo, tozzo, brutto, ma con una grande aria di bontà sul volto e nella voce, di gentili maniere e di oneste parole, che facevan dimenticare i difetti della persona. L’ultimo era un uomo di chiesa; era il maestro cantore della Cappella Palatina, o, come diceva il popolo, corrompendo il vocabolo francese, ciantro; ventre enorme, che gli si adagiava sulle cosce, e gli traballava a ogni piccola scossa; volto rosso, liscio, giocondo, con piccoli occhi neri. 
Monsignor giustiziere convitava spesso questi quattro suoi amici, sebbene messer Guglielmo Porcelet non fosse assiduo come gli altri, per la sua abituale dimora nel castello di Calatafimi. 
La sala da pranzo del palazzo del Giustiziere dava sopra le mura della città. Era una vasta sala, illuminata da due grandi finestre archiacute, divise per mezzo da svelte colonnine, e chiuse da imposte coperte di tela dipinta. Le pareti eran coperte di arazzi tolti da altre case di signori e di mercatanti, e ornate di trofei d’arme; il soffitto di legno dipinto a fiorami e a disegni geometrici di gusto arabo; sulla tavola di quercia scintillavano coppe, anfore e vasi d’argento, probabilmente avanzo di bottini o di spoliazioni. 
Il desinare era stato copioso e squisito, perché il visconte di Saint-Remy aveva preso ai suoi servizi un buon cuoco, il quale aveva una maniera spiccia e molto pratica di fornire la propria tavola. Il cuoco infatti non andava mai al mercato dove non si trovava che roba vendereccia; ma ogni mattina, accompagnato da guardie, si recava a casa di questo o di quel cittadino, e prendeva, senza cerimonie, i migliori polli, la miglior selvaggina, i più teneri agnelli, le paste più delicate per la mensa di messere il Giustiziere. 
Pagare? No: ai cittadini, di qualunque ceto o ricchezza fossero, doveva bastar l’onore di servire monsignor di Saint-Remy. 
L’eccellente cuoco entrava, rovistava, portava via, senza neppur salutare; talvolta si degnava di ingiuriare i «paterini», se non si mostravano solleciti o soddisfatti. Di ribellarsi al ladrocinio non si parlava; le guardie che accompagnavano il cuoco, oltre a rubare la loro parte, avevano il compito di bastonare chi osasse lagnarsi.
Oh no, messer Giovanni di Saint-Remy non spendeva molto per la sua tavola!...
Quanto ai vini glieli fornivano le cantine dei migliori produttori del Vallo, coi metodi medesimi. Di tanto in tanto una mano di arcieri a cavallo faceva una escursione per le città più note per l’industria del vino: e ritornavano con una «retina» di cavalli o di muli carichi di otri e di barili. Ma qualche vino più fine e squisito il magnifico signor giustiziere si procurava facendo dar la caccia a legni greci o spagnoli.
I commensali dunque avevano, quel giorno, mangiato e bevuto con pieno godimento, ed eran già pervenuti a quel punto di loquacità e di espansività che anima le belle mense e dispone alle confidenze e ai discordi grassocci.
Ciascuno aveva raccontato una sua storiella, fra le risate della compagnia: e lo stesso messer ciantro, tacendo, si capisce, i nomi per scrupolo religioso, aveva rivelato un allegro peccato di una sua penitente.
Ma il sire di Flambeau, dato un pugno sulla tavola, che aveva fatto tremare e tintinnire le coppe d’argento, aveva detto:
- Zitti là! La storiella che vi racconterò io vale tutte le vostre. Ne sono protagonisti alcune mie lance spezzate. Non l’ho saputa da loro, ma da chi ne fu vittima, che venne a piatire da me per averne vendetta. Vi dirò poi come l’ebbe.
Allora i commensali lo sollecitarono:
- Raccontate, raccontate.
Il sire di Saint-Remy allungò il muso volpino; il maestro dei cantori si sdraiò meglio sul seggiolone, protendendo il suo ampio ventre; soltanto messer Guglielmo Porcelet non mostrò avidità di udire: pareva anzi che sul suo volto errasse una espressione di mestizia e di compianto...

Luigi Natoli: Il Vespro siciliano. Romanzo storico ambientato nella Palermo del 1282, al tempo della celeberrima rivoluzione. 
L'opera è la fedele riproduzione del romanzo originale pubblicata in dispense dalla casa editrice La Gutemberg nel 1915, in una edizione restaurata a partire dal titolo: Il Vespro siciliano. 
Pagine 945 - Prezzo di copertina € 25,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
On line su Amazon Prime e Ibs
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica,Via Cavour 133 -  La Nuova Bancarella, Via Cavour

Libreria Modusvivendi,Via Quintino Sella 79 - Enoteca Letteraria Prospero, Via Marche n. 8 - La Libreria di La Vardera s.a.s., Via Nicolò Turrisi 15 - Libreria Sellerio, Viale Regina Elena 59/b (Mondello) - Libreria Sciuti, Via Sciuti n. 91/f, Libreria - Nuova Ipsa Editore, Via dei Leoni 71.


Luigi Natoli: Indicazioni topografiche della Palermo del 1282. Tratto da: Il Vespro siciliano.

 
Giovanni di Saint-Remy abitava nella Sucac el Kes. Era questa una delle tre arterie principali della città vecchia, o Cassaro. La città di Palermo era nel secolo XIII distinta ancora in tre parti principali, divise da avvallamenti, in fondo ai quali a destra scorreva il fiumicello Cannizzaro, che scendendo per la odierna via Castro e pei Calderai e girando per gli Schioppettieri, metteva in mare sotto la parrocchia di S. Antonio, dove presso a poco giungeva allora la insenatura della Cala. A sinistra, dalla palude del Papireto, scendeva un fluviolo, detto poi della Conceria, che percorreva l’attuale via dei Candelai, la piazza Nuova, e si gittava anch’esso nel mare, dall’altro lato della chiesa di S. Antonio. La parte della città che rimaneva fra questi due corsi d’acqua, e che era la più antica, portava appunto il nome di Cassaro, era circondata di mura e di torri, che la segregavano dalle altre; ed era percorsa da tre strade principali: la via Marmorea in mezzo, ora Vittorio Emanuele; a destra una serie di strade che si continuavano, con vario nome, di cui avanzano le tracce, e si riconoscono nelle vie dei Biscottari, di S. Chiara, Giuseppe d’Alessi, dietro S. Cataldo e la chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio; a sinistra la Sucac el Kes, che, con altro nome, cominciava dalla ruga Coperta, e percorreva quella che oggi si chiama via del Celso, continuava con altri nomi arabi per la salita delle Vergini, e girava dietro la parrocchia di S. Antonio. La denominazione moderna, Celso, nacque dalla corruzione e trasformazione della parola araba Kes di cui si perdette il significato. 
Il palazzo del giustiziere sorgeva presso a poco di fronte al monastero del Gran Cancelliere, accanto a quel medesimo che la tradizione indicava come palazzo del famoso Maione, ministro di Guglielmo il Malo. Aveva l’aspetto di un castello, con la sua torre merlata e dalla parte posteriore dominava le mura settentrionali della città vecchia sulle bassure della palude Papiretana e del fluviolo, ora occupate dalla via dei Candelai. Rimangono ancora visibili, da questa parte, alcune finestre bifore, il capitello delle quali reca uno scudo col fiordaliso angioino. 
Il visconte di Saint-Remy aveva preferito questo palazzo alla reggia, all’antica dimora dei re, per parecchie ragioni. L’una che non ospitando più la corte, la reggia era decaduta dal suo splendore; l’edificio, abbandonato a se stesso, in parte deperiva; onde il giustiziere gli aveva lasciato l’ufficio di fortezza, e vi aveva allogato i tribunali e le carceri; l’altra ragione era strategica. Infatti il palazzo scelto per propria dimora dai giustizieri angioini si trovava in mezzo alle due fortezze principali della città, il Castello a mare da una parte, il Palazzo e Castello regio dall’altro; e in prossimità di due porte, quella di S. Agata alla Guidda, sulle secche del Papireto, e l’Oscura (ossia la Bab as Safa – porta della Salute – degli Arabi) che dava sul fluviolo della Conceria (oggi Piazza Nuova) ed è in parte ancora visibile dentro una bottega. 
In capo alla strada del Kes presso la porta S. Agata, sorgeva  un altro palazzo, che forse fu in origine dimora del cadì degli Schiavi, dal quale prese nome il quartiere degli Schiavoni, dall’altra parte del Papireto (Seralcadi) oggi detto del Capo. Del palazzo non è più alcun vestigio, ma rimane il nome di Schiavi a un cortiletto. Nel 1282 vi abitava il sire di Flambeau, capitano della compagnia delle lance spezzate, la quale aveva la sua caserma nell’antico quartiere militare degli arabi, rimasto per tradizione fino ai dì nostri quartiere militare. È la vasta Caserma di S. Giacomo, che allora, compresa dentro le mura del Cassaro, di cui son visibili gli avanzi nel corso Alberto Amedeo, e munita di torri, dominava la palude del Papireto e difendeva il palazzo regio. 
Il palazzo degli Schiavi, o del sire di Flambeau formava dunque una specie di sentinella avanzata tra il castello regio e la dimora del Giustiziere. 
Queste indicazioni topografiche sono necessarie per meglio intendere gli avvenimenti che vi si svolgeranno... 

Luigi Natoli: Il Vespro siciliano. Romanzo storico ambientato nella Palermo del 1282, al tempo della celeberrima rivoluzione.
L'opera è la fedele riproduzione del romanzo originale pubblicata in dispense dalla casa editrice La Gutemberg nel 1915, in una edizione restaurata a partire dal titolo: Il Vespro siciliano. 
Pagine 945 - Prezzo di copertina € 25,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
On line su Amazon Prime e Ibs
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica,Via Cavour 133 -  La Nuova Bancarella, Via Cavour

Libreria Modusvivendi,Via Quintino Sella 79 - Enoteca Letteraria Prospero, Via Marche n. 8 - La Libreria di La Vardera s.a.s., Via Nicolò Turrisi 15 - Libreria Sellerio, Viale Regina Elena 59/b (Mondello) - Libreria Sciuti, Via Sciuti n. 91/f, Libreria - Nuova Ipsa Editore, Via dei Leoni 71.



lunedì 11 gennaio 2021

Luigi Natoli: Il Vespro siciliano. Romanzo storico

Era costumanza allora in Palermo il martedì dopo Pasqua andare a mezzo miglio della città, nella pianura detta di Spirito Santo da una chiesa, e lì alzar tende, improvvisar taverne e lietamente banchettare, ballare e cantare. Cadeva in quell’anno 1282, il martedì al 31 di marzo e la folla era grande, chè fra tante tristezze cercava di illudersi in un giorno si svago. Quasi per mantenere l’ordine, erano stati mandati un gran numero di sergenti e soldati francesi. Era stato vietato rigorosamente ai cittadini di portare delle armi; di che, uno dei sergenti, veduta una bella giovane, abusando del potere, corse a frugarla disonestamente col pretesto di vedere se nascondesse armi. La donna all’atto inverecondo svenne, e allora un giovane palermitano, infiammato di sdegno, strappato al francese il pugnale dal fianco, glielo immerse nel petto gridando: Muoiano i Francesi! Fu un segno di sollevazione popolare improvvisa e tremenda. Coi sassi, coi bastoni, con le stesse armi strappate ai francesi, il popolo furente ne uccise quanti ve ne erano. I sollevati corsero tumultuando in città al grido di morte e la sollevarono. Sonavano in quel momento le campane a Vespro e quell’ora servì più tardi a designare la grande rivoluzione di popolo; e il Vespro Siciliano passò alla storia come esempio dell’ira popolare contro lo straniero.
Luigi Natoli
 
Luigi Natoli con la sua perizia di grande storiografo e narratore, ci consegna uno dei capolavori della letteratura popolare mondiale che nulla trascura di quel periodo storico come l’orrenda strage di Agosta, le trame politiche cospirative dei baroni siciliani, l’orgoglioso episodio di Gamma Zita a Catania, la valorosa resistenza della città di Messina al dominio francese degli Angiò. Il romanzo ricco di fatti e personaggi realmente accaduti o esistiti, ci regala l’indimenticabile eroe Giordano De Albellis, intollerante alle ingiustizie, innamorato della sua terra, della libertà e della sua bella Odette. Edizione interamente restaurata a iniziare dallo stesso titolo: “Il Vespro Siciliano”
L'opera, infatti, è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato in dispense dalla casa editrice La Gutemberg nel 1915
Pagine 945 - Prezzo di copertina € 25,00
Copertina di Niccolò Pizzorno

Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it (spedizioni a mezzo corriere in tutta Italia). Si può ordinare con messaggio w.a. al cell. 3894697296 o alla mail ibuonicugini@libero.it
On line su Amazon e Ibs
In libreria attualmente presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133, Palermo) e La Nuova Bancarella (Via Cavour)