giovedì 8 novembre 2018

Luigi Natoli: il signor Segisnero. Tratto da: La dama tragica

Dietro di lei era seduto il signor Segisnero, segretario di Sua Eccellenza il quale le sussurrava all’orecchio parole poco diverse da quelle pronunziate dagli attori.
Da un pezzo il signor Segisnero le girava intorno, cercando di destare nel cuore di lei qualche interesse. Le si faceva vedere in chiesa e per la strada; ma non gli era riuscito mai di ritrovarsela vicino. Quella recita gliene aveva dato il destro; e gli era parsa un favore della fortuna, ed un invito ad approfittarne, per ottenere qualche vantaggio.
Egli non era nè giovane, nè bello, nè ricco; era un cadetto, e non possedeva altro che una grande petulanza, che gli veniva dal favore di Sua Eccellenza. Non aveva dunque nessuna delle attrattive che potessero conquistargli una simpatia; e forse per questo donna Eufrosina non aveva mai posto mente a quel suo sfarfallare.
Questa era l’occasione di mostrarsele.
Vedendo entrare donna Eufrosina col marito, egli che stava in un canto del salone, presso lo specchio, chiacchierando con alcuni amici, si era affrettato da cavaliere compiuto a porgerle una sedia. Galcerano lo aveva ringraziato, e, fatta sedere la moglie, scambiata qualche parola gentile col signor segretario, se ne era andato a raggiungere in un altro canto, suo cugino don Ottavio Bonetta e due cavalieri, suoi compagni di scherma, don Gerardo Alliata e don Geronimo di Giovanni.
Ciò aveva permesso al signor Segisnero di spingere una seggiola dietro la dama, e sedersele da presso, per poterle liberamente sussurrare qualche parola, in modo da non essere udito da altri.
La rappresentazione incominciata gli impose il silenzio; ma durante gli intermedii, egli ripeteva sospirando le parole di amore del giovane Fortunio, e diceva, a mo’ di riflessione, ma con calore e intenzione:
- No, no; quei comici non sanno che cosa sia l’amore... Non tremano e non gelano a un punto; e non si sentono morire. La finzione è visibile... Se sapessero invece quel che soffre un cuore veramente innammorato, non sarebbero così loquaci e freddi!...
Donna Eufrosina non gli rispondeva; qualche volta per cortesia, a qualche parola vaga, assentiva con un gesto del capo.
Ma il signor Segisnero rincalzava:
- O signora donna Eufrosina, se io potessi liberamente alla donna che si è impadronita del mio cuore, esprimere tutto l’animo mio, sento che troverei ben altri accenti, perchè la passione che mi arde e mi consuma farebbe di ogni parola una fiamma!... Ma colei che adoro è più fredda e insensibile del marmo!... E forse mi vedrebbe morire ai suoi piedi, senza rivolgermi un solo sguardo di pietà... Così come fate voi!...
Ella lo guardò un istante con curiosità, non avendo mai udito quelle parole da bocca d’uomo; sentendo che la espressione di esse e l’aspetto del signor Segisnero erano davvero tutt’altra cosa che quelle simulate dagli attori.
Il signor Segisnero si sentì incoraggiato e imbaldanzito da quello sguardo, che interpretò a suo modo, e sospirando profondamente mormorò:
- Il cielo vi ha fatta così bella per tormento degli uomini.
Donna Eufrosina arrossì di piacere e di vanità...


Luigi Natoli: La dama tragica. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1500, al tempo del vicerè Marco Antonio Colonna. 
Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1930. 
Pagine 604 - Prezzo di copertina € 24,00
sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it

Nessun commento:

Posta un commento