Carlo D'Angiò conte di Provenza, fratello di Luigi IX re di Francia a cui il papa Clemente IV, francese, formalmente concedette il regno di Sicilia a Carlo d’Angiò, come feudo della Chiesa, contro il pagamento dell’annuo censo di ottomila once e il servigio militare e altre trentasei condizioni di minor conto, come si può leggere nella Bolla papale del marzo 1265. Coi denari delle decime, coi prestiti, con le somme del papa, coi gioielli della moglie, Carlo d’Angiò, raccolti trentamila uomini, tra’ quali il fior dei banditi e dei ribaldi di Provenza, venne in Italia...
Guglielmo d'Estendart ferocissimo interprete di crudeli ordini, piombò nella Sicilia come un lupo affamato in una mandra. Cominciò con gli incendi, le stragi, le barbarie a sottomettere le città ribelli; e a disperdere coi tradimenti e – dove questi non giovavano – con la corruzione i capi della ribellione e i venturieri sbarcati nell’isola.
Messer Giorgio di Bissano, "aveva desiderato e sollecitato invano il comando di una schiera di duecento uomini; che gli Anziani non avevano voluto affidargli, perchè una volta egli, spinto dalla sua presunzione, aveva portato al macello una squadra di cittadini, senza nessun pro. Approvò con vivo calore undisegno: e ottenne l’incarico di tenere una postierla. Un diabolico sorriso gli illuminò il volto; e fu creduta soddisfazione della vanità di comandar nuova impresa...
Gamma Zita, la giovane catanese, famosa per aver preferito la morte
alla violenza del francese suo persecutore “Gamma
Zita aveva quattordici anni ed era esile come un giglio; la femmina non osava
ancora impadronirsi del suo corpo sul quale i seni e i fianchi tondeggiavano
timidamente. Ella pareva davvero una creatura angelica dalle lunghe vesti
ondeggianti, che i pittori effigiavano intorno alla Vergine… Tesseva al telaio
impiantato in un angolo della prima stanza e viveva sottomessa e rispettosa
verso i nonni, dei quali era la consolazione e la gioia… Gamma era veramente la
più bella fanciulla di Catania. Come mai il sire di Saint Victor non l’aveva
veduta prima? Se l’avesse conosciuta un mese prima egli si sarebbe fatto amare
ed avrebbe ottenuto per amore quello che ora le avrebbe tolto per forza… Un
grido ferì l’aria e nel tempo stesso la massa bianca della fanciulla sparì
nella bocca del pozzo!... I capelli
neri disciolti le scendevano ancora umidi e rappresi sopra le spalle e sul
petto, incorniciandole il volto cereo, soffuso di quell’indefinibile dolore
della morte..”
Messer
Palmerio Abate “A quei tempi era
signore del Castello di Carini messer Palmerio Abate, di nobile famiglia; uno
dei pochi sul quale non era calata la mano dei dominatori…Messer Palmerio del
resto usava la più grande prudenza e non faceva nessun rumore intorno al suo
nome. Era umano e generoso. Non giungeva viandante, povero o ricco, uomo di
plebe o di cavaliere, che nel castello non trovasse larga ospitalità, e se
povero non partisse con qualche dono. Messer Palmerio aveva varcato la
quarantina, ed aveva i capelli precocemente bianchi che davano al suo volto
un’espressione di maestà. Giordano parve preso da una certa soggezione al
vederne l’aspetto signorile e dignitoso”
Messer Ruggero di Mastrangelo “Cittadino e primario dovizioso, era stato baiulo, cioè giudice del
regno di Sicilia in Palermo nel 1272, e appaltatore della Zecca del regno a
Messina, nel 1280…Messer Ruggero,
uscendo in quell’istante dalla Chiesa, con uno sguardo capì il gran momento, e
raccolte le armi di un cavaliere caduto, alzando la spada gridò – Popolo! Alla
riscossa! Muoiano tutti i francesi!...E intorno a loro si strinsero popolani e
borghesi, armati o no, ripetendo quel grido, cosicchè messer Ruggero, noto per
gli uffici tenuti, per la ricchezza, per l’autorità, diventò senza volerlo il
capo, il condottiero di tutta quella moltitudine che, buttata la pelle di
agnello rassegnato, appariva formidabile come belva sitibonda di sangue
Messer Alaimo da Lentini nella città di Messina e marito di Madonna
Macalda “All’entrare dei due giovani, e
vedendo uno dei due in saio di frate, messer Alaimo fece cenno che gli si
avvicinassero e guardatili benignamente domandò loro chi fossero e in cosa
potesse giovarli”..”Ai racconti di
Giordano, Alaimo corrugava la fronte e si faceva scuro. Qualche
volta stringeva i pugni….” Era Messer
Alaimo da Lentini, che tornava a Messina. Egli salutava la folla con gesto
benevolo. Ben visto, onorato, noto cavaliere prestante e valoroso e cittadino
saggio e prudente, messer Alaimo pareva venuto per disegno della provvidenza
alla difesa di Messina”
Re Pietro d’Aragona, nuovo Re di Sicilia, personaggio storico “Era il 4 settembre del 1292, e la capitale dell’Isola, l’antica sede dei Normanni e degli Svevi era in festa. Da più giorni si era preparata ad accogliere il nuovo Re, Pietro di Aragona e lo aveva aspettato… essa aveva, spiegandosi alla meglio, magnificato il valore del re, che era il principe più animoso e prode della cristianità, e che veniva pieno di fiducia nella sua causa, di liberare il regno di Manfredi, di cui si riteneva legittimo erede, dall’usurpatore angioino. Si raccontavano di lui magnifiche gesta, che riempivano di ammirazione il popolo. Il re cavalcava, lieto in volto, fra i suoi maggiori baroni, coi quali discorreva familiarmente. Gli cavalcava accanto messer Palmerio Abate, che dopo averlo ricevuto a Trapani sotto un baldacchino di tela d’oro sorretto dai principali signori, e salutatolo - re mandato dal cielo per liberare l’isola dall’atroce nemico – aveva voluto accompagnarlo a Palermo…Così fu celebrato il primo atto del nuovo regno; fu legalizzata la intromissione della Casa d’Aragona nella contesa fra la Sicilia e la Corte d’Angiò; fu ancora una volta riconfermato nel regno il diritto, già altre volte usato, della libera elezione del re per volontà nazionale ”