L'opra, cioè il teatrino delle marionette, è
un piccolo magazzino, alle cui pareti sono piantati de' palchetti, comodi e
puliti all'esterno, ma assai disagiati per chi avrà a prendervi posto,
essendovi una panca molto angusta per sedervi, e poco spazio per distender le
gambe; nè la palcatura è divisa; e gli spettatori come in un corridoio siedono
l'uno accanto dell'altro. Nel mezzo del teatrino sono egualmente piantate un
certo numero di panchette, sostenute da assi verticali; panchette, che, tutte
insieme, guardate dalla porta, danno l'idea d'una enorme graticola di legno,
nei cui interspazi ficcano piedi e gambe gli spettatori. Il corridoio mediano dei
teatri ordinari qui manca allo spesso, ma ve n'è uno che tutto lo gira intorno,
ed è chiamato passettu. Palchi (gallaria) e platea danno luogo dove a un
centinaio, dove a un centocinquanta persone; ma in quelli di Catania ve
n'entrano di più.
In fondo, di fronte alla porta
d'entrata, è il palcoscenico, che ha piena armonia con le proporzioni dell'opra. Una volta esso era un po'
disadorno, e la tela (tiluni) appena
colorata; erano bensì dipinte, e d'una maniera popolarmente graziosa, le scene
e le quinte, rappresentanti quel che meglio convenisse alla storia del giorno.
Da un trentennio in qua il tiluni è
anch'esso dipinto, e così bene, che nel suo genere può dirsi qualche cosa di
artistico. Ivi son ritratte scene cavalleresche: lo scontro di Rinaldo con
Agramante, che lo assale di dietro (nell'opra
della Vucciria nova in Palermo);
l'entrata del conte Ruggiero il Normanno in Palermo (nell'opra di via Formai); Rinaldo, che offeso abbandona la corte di
Carlomagno (nell'opra di via Collegio
di Maria al Borgo) ecc.
Spettatori son per lo più ragazzi del
popolino, iniziati quali sì, quali no in un mestiere; gli altri son giovani e
adulti. Uno studioso di statistica non avrebbe modo di farsi un criterio esatto
di quelli che veramente usano all'opra;
perché in una vanno più monelli che giovani, in un'altra più giovani che
ragazzi; in un sestiere son servitori, camerieri e guatteri; in un altro pescatori
e pescivendoli (rigatteri) qua
facchini (vastasi, vastaseddi), fruttivendoli; là lustrini,
mozzi di stalla, manovali ed altri siffatti, ovvero operai de' meno modesti e
de' meno bassi. Tutto dipende dal sestiere, dalla contrada dell'opra; dove,
però, non si vede mai, o rare volte, una donna, e dove una persona del mezzo ceto sarebbe argomento di
osservazioni e di commenti degli spettatori, come di maraviglia a coloro de’
suoi amici o conoscenti che venissero a saperlo.
L'opra ha per tutta questa gente un'attrattiva
irresistibile; ed i ragazzi che non abbiano da pagare altrimenti il diritto di
entrata mettono in serbo il granu
(cent. 2 di lira) o il soldarello della colezione o del companatico d'uno o più
giorni per andarlo a deporre nella mano del padrone del teatrino loro favorito;
chè per essi l’opra è una gran bella
cosa, ed uno degli spettacoli più graditi. Un tempo, prima del 1860, con due o
tre grana (cent. 6 di lira) si
entrava; adesso non ci vogliono meno di cinque grana (cent. 10);
e siccome non tutti i ragazzi possono disporre giornalmente di dieci centesimi
di lira, accade che solo la domenica e in qualche altro giorno della settimana
ci vadano, quando cioè abbiano raggruzzolata quella sommarella, che procura
loro una sera di divertimento Che intendere non può chi
non la prova...
Luigi Natoli, Giuseppe Pitrè: Il teatro del popolino. Raccolta di scritti storici e popolari sull'Opera dei pupi.
La raccolta comprende:
di Giuseppe Pitrè: "Le tradizioni cavalleresche popolari in Sicilia" (Romania tomo 13, n. 50 - 1884);
di Luigi Natoli:
Il teatro del popolino (Almanacco del fanciullo siciliano - 1925)
L’ Opra (Articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia il 21 maggio 1914)
Le tradizioni cavalleresche in Sicilia (estratto da Il Folcklore siciliano 1926).
Copione dell’Opra Fioravante e Rizzeri tratto dall'omonimo romanzo (1936)
di Luigi Natoli:
Il teatro del popolino (Almanacco del fanciullo siciliano - 1925)
L’ Opra (Articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia il 21 maggio 1914)
Le tradizioni cavalleresche in Sicilia (estratto da Il Folcklore siciliano 1926).
Copione dell’Opra Fioravante e Rizzeri tratto dall'omonimo romanzo (1936)
Pagine 270 - Copertina di Niccolò Pizzorno
Nella foto: Il Teatro Argento (Via P. Novelli, Palermo)
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