lunedì 12 novembre 2018

Luigi Natoli e le cortigiane del tempo: la signora Clara Stella. Tratto da: La dama tragica

La signora Clara sorrise, e indicò il portoncino, con un grazioso gesto d’invito; quando entrarono, ella, chiuso e sprangato il battente, precedette i tre cavalieri su per la scala di pietra grigia. 
Entrarono in una stanza piuttosto grande, col soffitto di legno a cassettoni e le pareti color cilestre; illuminata da un doppiere posto sopra una tavola quadrata e intagliata, bellamente addossata a una parete. Nessuna curiosità mosse i tre cavalieri a guardar intorno l’arredamento non privo di eleganza e di ricchezza; segno che non eran nuovi a quel luogo; e la stessa familiarità con la quale trattavano la signora Clara provava che non era quella la prima volta che si vedevano. 
Ella si affrettò a tirar verso la tavola una seggiola a braccioli, tapezzata di cuoio, e disse a Galcerano: 
- Guardate dunque la vostra ferita; io prenderò qualche benda. 
La signora Clara Stella, ospite dei tre gentiluomini, era molto conosciuta dalla gioventù galante della città, che ne frequentava la casa. Non era un'etera, come Tullia d’Aragona o altra famosa mondana intellettuale, di cui il secolo XVI non ebbe difetto; perchè se amava le belle canzoni e le belle musiche, non era in grado di comporne né di intenderne la vera bellezza. Era semplicemente una di quelle creature che si designavano col nome di cortigiane e che, rappresentando l’aristocrazia del genere, godevano la protezione e i favori dei signori; erano circondate di un certo rispetto pel loro contegno decoroso e riserbato; e appunto per tutte queste cose si sottraevano, se non de jure, certo di fatto, alle leggi che colpivano le donne delle categorie inferiori. Godevano infatti il privilegio di poter tener paggi, posseder cocchi, andare in chiesa e a passeggio. La sua notorietà era dovuta non soltanto all’agiatezza in cui viveva, in grazia della quale vestiva con lusso signorile, ma più alla sua bellezza veramente singolare. Era una magnifica bionda. Se il biondo veramente aureo dei capelli fosse naturale, o ottenuto con la ricetta usata dalle veneziane; se il nero delle ciglia fosse dovuto al sapiente uso del bistro, se nel roseo delle carni avesser parte acque e cerusse, eran segreti che, forse, poteva rivelare la vecchia serva. Certo però l’ovale del viso, la linea del naso, e la carnosa sensualità della bocca, la pozzetta che si segnava nelle guance quando sorrideva, e la dolcezza sognante dei suoi occhi azzurri non eran artificiali. Era piuttosto piccolina, ma ben proporzionata; svelta e graziosa nel moversi.
Porgendo le bende a don Geronimo, domandò se la ferita fosse grave.
- Una scalfitura! – disse don Geronimo; – la spada ha sdrucito il giustacuore e sfiorato il pomo della spalla.
- Ve l’avevo detto – disse il signor Galcerano.
- Fortuna, – disse la signora Clara Stella, – che il fatto sia accaduto sotto le mie finestre, e che io ero ancor desta. Avevo mandato via il mio paggio, per divertirsi, e stavo per andare a letto, quando sentii rumor d’arme... La Vergine Benedetta ha voluto darmi la consolazione di poter rendere un piccolo servigio al signor Galcerano, in ricambio del bene che mi fece oggi...

Luigi Natoli: La dama tragica. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1563, al tempo del vicerè Marco Antonio Colonna. 
Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1930
Pagine 604 - Prezzo di copertina € 24,00
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