mercoledì 30 settembre 2020

Luigi Natoli e le donne del Risorgimento siciliano: Peppa la Barcellonese. Tratto da Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860


 La prima volta che scrissi di questa donna, la chiamai Peppa Barcellona, e dissi che era stata serva in casa dei signori Gravina, in Catania; secondo alcune informazioni fornitemi gentilmente dal signor Barranco di Cefalù. Ma altre e più precise informazioni mi posero in grado di rettificare le mie prime noterelle.
E la prima rettifica si riferisce al nome. Essa non si chiamava “Barcellona” era invece di Barcellona. Il suo cognome, come mi scrisse il signor Furitano, barcellonese, era Bilognani; la Peppa era frutto degli illeciti amori di un tal Antonino Mazzeo sensale di agrumi; e come egli afferma, fu allevata da una contadina chiamata Giorgia, per cui a Barcellona la fanciulla fu intesa “Peppa la Giorgina” e con tal nome è lì ancora ricordata.
Il signor Prof. Sebastiano Salomone da Catania, invece mi scriveva che da bambina fu nella locale Congregazione di carità e poi affidata a certa Maria Calcagno, “nutrice di trovatelli”, che l’allevò e la mantenne sino a quando la fanciulla non fu in grado di procurarsi da vivere col proprio lavoro. Quando venne a Catania trovò da allogarsi ai servizi di un oste in Piazza Indirizzo, e poi in un “fondaco” in una via presso la piazza medesima.
“Siccome pochi sapevano che si chiamava Peppa Calcagno, l’appellavano Peppa di Barcellona”.
Ma a me pare, per tanti versi, più attendibile il signor Furitano che è uno studioso delle cose patrie.
Un catanese che dimora in Palermo, scrive che a Catania la chiamavano “Peppa ‘a Barcillunisa” e così afferma un signore messinese, dimorante ora a Catania, che la chiamassero a Messina, dove la povera donna visse nella prima giovinezza e passò gli ultimi anni della sua vita.
Tanto il signor “catanese” quanto l’egregio prof. Salomone dubitano molto che la Peppa sia stata ai servizi di casa Gravina. Il signor Salomone dice che fino al 1860, essa era “nota col nomignolo di mozzo di stalla”; ciò che viene confermato dal “catanese” che dice: “Si riteneva allora da tutti che essa facesse un mestiere assai umile: aiutante-stalliera in una rimessa di carrozze da nolo”.
Comunque sia, tutto questo ha importanza secondaria; quel che importa è il suo gesto.
Si era negli ultimi di marzo del 1860: si sapeva che il comitato centrale di Palermo lavorava attivamente, che la rivoluzione sarebbe scoppiata fra breve; e si aspettava febbrilmente l’avviso di tenersi pronti. L’avviso giunse il primo aprile, e – come è noto – fissava la rivoluzione pel 7 o l’8 aprile.
La notizia si propalò rapidamente e segretamente; Peppa la Barcellonese, che subiva il fascino di quei giorni, lasciò ogni riserbo e al padrone, che si apparecchiava disse:
- Io non me ne starò con le mani alla cintola: voglio combattere anch’io, e combatterò.
Il 7 aprile, sabato santo, si aspettava un corriere da Palermo, che recasse la notizia della insurrezione, che già si sapeva scoppiata anticipatamente il 4.
La insurrezione non ebbe seguito: i più compromessi lasciarono Catania e si ritirarono sulle campagne di Adernò, dove il barone Sisto instancabile e il Poulet, un valoroso del ‘48, organizzarono un campo di squadriglie.
Peppa la Barcellonese si vide allora sfuggire l’occasione di brandire le armi, ma aspettò, sicura che non sarebbe finita così presto e così semplicemente.
Venne infine la grande notizia che Garibaldi era entrato in Palermo: e allora Catania si levò in arme.
All’alba del 31 maggio, prima la campana della parrocchia dell’Arenaccia, poi quella della parrocchia dell’Angelo Custode, poi tutte le altre cominciarono a suonare a distesa, e con tale veemenza, che il suono avvolgeva la città, sopraffaceva ogni altro rumore, non faceva neppur sentire le parole.
Al suono delle campane rispose quello dei cannoni.
Peppa la Barcellonese allora, succinta la gonna ai fianchi, armata d’un coltellaccio, scalza, uscì di casa e domandò ove fossero le squadre.
- In piazza degli Studi.
Vi si recò. Erano le squadre calate da Mascalucia, avevano un cannone: uno di quei cannoncini che i grossi velieri portano a bordo.
Intanto da porta Uzeda si avanzavano di trotto i lancieri: i marinai che trascinavano il cannone si sbandarono: ma Peppa che aveva visto come si manovrava il pezzo, intuendo in un lampo che se esso cadeva in mano ai lancieri, i rivoltosi sarebbero stati fatti a pezzi, balza in mezzo alla strada, rampognando i pavidi, gitta un pugno di polvere sul focone e dà fuoco con la miccia, ma il cannone non asseconda: il colpo non parte.
I lancieri, assicurati dal fallito tentativo spronano i cavalli: sono a poca distanza del cannone: gli uomini della squadra gridano a Peppa di mettersi in salvo: ma Peppa non si muove.
Coi capelli al vento, gli occhi sfolgoranti, le mascelle serrate, stringendo la miccia, gittò un altro pugno di polvere sul cannone.
I lancieri trottavano, stretti, con le lance abbassate gridando: Viva il Re!
Peppa non si sgomenta: pone la miccia su la polvere: il cannone ubbidisce: i suoi fianchi di scotono, dalla sua bocca vola fragorosamente, fiammeggiando la mitraglia micidiale; uomini e cavalli precipitano, indietreggiano, fuggono...
Tra la nube di fumo che l’avvolge, Peppa la Barcellonese, con le gonne succinte, i piedi nudi, il coltellaccio infilato alla cintola, ritta, fiera, sfavillante di gioia, vede la rovina del bello squadrone, che un momento innanzi pareva sicuro della vittoria!
Ma intanto riordinandosi le file del nemico, che tornava più numeroso, bisognava ritirarsi. Peppa si attaccò al suo cannone, trascinandolo, come dodici anni innanzi aveva fatto a Messina Rosa Donato...

Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860 fa parte di:
Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano – Raccolta di scritti storici e storiografici dell’autore sul Risorgimento in Sicilia, costruita sulle opere originali.
Copertina di Niccolò Pizzorno.
Il volume comprende:
Premessa storica tratta da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" ed. Ciuni anno 1935
La rivoluzione siciliana nel 1860 (Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910)
Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto dal mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV - Fasc. II Febbraio 1938 - XVI)
I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto "La Sicilia nel Risorgimento italiano - Anno 1931) 
Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848 - 1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927)
Pagine 575 – Prezzo di copertina € 24,00
Disponibile on line dal catalogo della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon Prime o su Amazon al venditore I Buoni Cugini.
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica - Via Cavour 133, 
La Nuova Bancarella - Via Cavour, Enoteca Letteraria Prospero - Via Marche n. 8, 
La Libreria di La Vardera s.a.s. - Via Nicolò Turrisi 15
Libreria Sciuti - Via Sciuti 91/f - Palermo
Libreria Sellerio - Viale Regina Elena 59/b (Mondello) 


martedì 29 settembre 2020

Luigi Natoli e le donne del Risorgimento siciliano: L'eroina del 12 gennaio. Tratto da: Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860


 La mattina del 12 gennaio 1848, mentre scoppiavano le prime fucilate, e un pugno di giovani audaci, sfidava le truppe borboniche, fu vista una giovane donna percorrere le strade di Palermo, chiamando alle armi i neghittosi, spronando i timidi, e distribuendo coccarde tricolori. 
 Sola, armata della sua bellezza, non paventando le armi, come sicura del destino, a quella rivoluzione scoppiata con cavalleresca puntualità aggiungeva un sapore di romanzo e di poesia.
Quella donna era Santa Diliberto, che rimasta vedova a venti anni, di un Astorina, e passata dopo non molto, in seconde nozze con Pasquale Miloro, uno dei cospiratori, era stata messa a parte dei segreti convegni; uscito il Miloro lo aveva seguito, con quelle coccarde.
Poche donne erano note come “donna Santuzza”. Ella doveva la sua notorietà a tre cose: la sua bellezza, la sua eleganza semplice ma originale, la sua bottega di guanti.
Non v’erano in Palermo guanti migliori di quelli di “donna Santa”, nè v’era chi sapesse increspare o stendere con maggior gusto la spoglia di quei graziosi ombrellini che usavano allora, simili a ninnoli. La sua fabbrica aveva venti tagliatori di guanti; le cucitrici erano un centinaio. Aveva la bottega in Via Cintorinai, in sul principio, a destra di chi vi entra dalla via detta oggi di Vittorio Emanuele; e questa bottega era sempre affollata. Tutta la nobiltà di Palermo, ed anche quella dell’isola si serviva di guanti, ombrellini, e ventagli, da “donna Santa”.
Ella era alta e slanciata. I capelli bruni, copiosi, spartiti sulla fronte, raccolti intorno alle tempie e sugli orecchi, le incorniciavano il volto ovale e bianco.
Il naso piccolo, appena appena arcuato, gli occhi grandi, neri, sereni, la bocca un po’sottile, piccola, fiorita d’un tenue sorriso.
Nel portamento un’aria giunonica, consapevole, quale apparisce ancora da una fotografia di quando era nella piena maturità della vita e della bellezza imperiosa e magnifica.
L’avevano sposata fanciulla poco men che sedicenne ad un Astorina; era rimasta vedova a venti anni, con una industria fiorente; qual folla di cospiratori, e quali tentazioni, non dovevano circondarla? quali insidie non avvilupparla? Ma donna Santa era saggia ed avveduta.
“Io, mi diceva, non avrei sposato mai un uomo che avesse potuto parere un coperchio; volevo un uomo serio, un uomo che avesse imposto rispetto; ed ecco perchè accettai la mano di Pasquale Miloro, e diventai la signora Miloro!...”.
Ho scritto “mi diceva”. Ebbene, sì: donna Santa, il rudere di questa bellezza, la dispensatrice delle coccarde all’alba del 12 gennaio, questa unica e sola superstite del manipolo che iniziò la rivoluzione famosa, questa figura eroica e poetica, della giornata memoranda, che con le belle mani statuarie diffondeva il simbolo della libertà, e affrontava le fucilate; era ancor viva quando nel 1910, io la scopersi nella casetta dove viveva ritirata e silenziosa. Aveva allora novantasei anni ed era svelta; sebbene un po’curva: e malgrado le rughe le solcassero la fronte, gli occhi avevano ancora l’antico lampo; la mente era lucida, e i ricordi vivaci. Nella solitudine in cui viveva dimenticata, sopravvissuta alla sua storia, serbava gli entusiasmi giovanili nell’animo rimasto ancora rivoluzionario del ‘48.
Io andai a trovarla nella sua casetta, al numero 33 della via Volturno. Era seduta in un’ampia poltrona; e appena mi vide entrare, si alzò e mi porse le mani affabilmente. Io volevo udire dalla sua bocca l’episodio del 12 gennaio: ma prima di parlare, ella andò a prendere da un cassetto un libro, lo aprì e me lo porse. 
- Legga, legga! – mi disse... 
Il libro era la raccolta di scritture, proclami, memorie della rivoluzione, stampati nel 1848; e la pagina mostratami conteneva un cenno encomiativo di Santa Miloro, additata alla pubblica ammirazione, e riconosciuta benemerita della patria. 
- Vede chi son io? – aggiunse poco dopo, con un certo tono di orgoglio nel quale c’era anche un po’di vanità. – Io sono stata una di coloro che liberarono la patria dalla tirannia!...
- In casa mia – seguitò – si cospirava; ci venivano Paolo Paternostro, Rosalino Pilo, tanti altri. Si fabbricavano cartucce; io apparecchiavo coccarde tricolori. Dapprima gli amici di mio marito diffidavano di me; “Donna Santa – dicevano – è giovane ed è donna, potrebbe tradirci”. Ma mio marito sapeva di potersi fidare, e li rassicurò. All'alba del 12 gennaio mio marito uscì co’ suoi fratelli e con suo padre, mio suocero; erano tre fratelli: Pasquale, Antonino e Giorgio. Uscirono armati, perchè doveva scoppiare la rivoluzione. Io avevo un paniere pieno di coccarde, e con tre nastri, uno bianco, uno rosso e uno verde, avevo improvvisato una lunga sciarpa. In quei giorni mi ero fatto un vestito di lana, a quadri con una sopraveste, come era di moda; quel vestito mi stava una pittura... lo vestivo con molta semplicità; gli abiti me li facevo da me; pure debbo dire che facevano voltare la testa, e molte signore, anche dell’aristocrazia, mi domandavano sul serio, se li facevo venire da Parigi...
Interrompendosi con questa parentesi, il suo volto si illuminava della dolce vanità del passato, e la femmina che aveva suscitato fremiti di desiderio con l’impeto della bellezza, riviveva nella vecchia sepolta nella ampia poltrona e col capo avvolto in un fazzoletto scuro.


Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano – Raccolta di scritti storici e storiografici dell’autore sul Risorgimento in Sicilia, costruita sulle opere originali. Il volume comprende:
Premessa storica tratta da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" ed. Ciuni anno 1935
La rivoluzione siciliana nel 1860 (Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910)
Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto dal mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV - Fasc. II Febbraio 1938 - XVI)
I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto "La Sicilia nel Risorgimento italiano - Anno 1931) 
Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848 - 1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927)
Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 575 – Prezzo di copertina € 24,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon Prime e al venditore I Buoni Cugini.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi n. 15), Libreria Sciuti (Via Sciuti 93/f), Libreria Sellerio (viale regina Elena, Mondello)

lunedì 21 settembre 2020

Luigi Natoli e la Prima Guerra Mondiale: L'umbra chi luci. Dramma in 4 atti. Fa parte di Suruzza!, raccolta delle opere teatrali in dialetto siciliano


Opera inedita copiata dal manoscritto dell'autore, che fa parte del volume Suruzza! - raccolta del teatro di Luigi Natoli in dialetto siciliano, con traduzione in italiano a fronte. 
Come L'umbra chi luci, tutte le opere della raccolta, assolutamente inedite, sono state copiate dai manoscritti dell'autore (Suruzza!, L'Abate Lanza, L'umbra chi luci, Quattru cani supra un ossu) 
Nel dramma “L’umbra chi Luci”, il nodo è il ritorno dei reduci dalla prima guerra mondiale. Su questo conflitto Luigi Natoli scrisse uno dei suoi romanzi più poderosi “Alla guerra!”; e non fu solo un osservatore esterno di questa tragedia, ma ne venne colpito profondamente negli affetti. 
In “L’umbra chi luci”, ambientato in un paesino siciliano, c’è chi torna orrendamente mutilato, c’è il racconto delle azioni e dei morti, ci sono quelli in attesa di partire, e tra questi ultimi c’è chi intende disertare. Il centro del dramma è l’infedeltà coniugale di Agata, moglie di Filippo Montoro, un reduce cieco di guerra; la donna, pur volendo tornare ad essere fedele al marito e dedicarsi alla sua cura, è ostacolata dal suo ex amante. In questo dramma Natoli accentua al massimo la dicotomia tra giusto ed ingiusto e pone nell’ingiusto chi non voleva sacrificarsi alla Patria. 
Negli studi delle opere teatrali del Natoli, noi editori abbiamo incontrato due opere sullo stesso tema: Luci ‘nta l’umbra e L’umbra chi luci (Luci nell’ombra e L’ombra che luccica), entrambe in dialetto siciliano, pressoché identiche, fatta eccezione per il personaggio principale che, sebbene diverso nelle due versioni, lascia sostanzialmente inalterata la struttura e i dialoghi fino alle battute finali del dramma. Uno dei due manoscritti, precisamente L’umbra chi luci, è in bella grafia e l’altro, Luci ‘nta l’umbra, è pieno di correzioni e cancellature. Dato il modus operandi di Natoli e la nostra approfondita lettura, possiamo affermare che l’opera L’umbra chi luci sia quella definitiva e inoltre, proprio grazie al cambio del protagonista, rafforzare la nostra conclusione tramite lo stesso titolo del dramma, di gran lunga più energico e meglio rappresentativo di tutta l’intera commedia.



Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 729 - Prezzo di copertina  € 25,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon, Feltrinelli.it e tutti i siti vendita online.
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15)

Luigi Natoli e la Prima Guerra Mondiale: Il numero 570. Opera inedita. Dramma teatrale in due atti, seguito dall'elogio "Milizia eroica"

 

Opera inedita, f
edelmente copiata dal manoscritto dell'autore. 
Con emozione e orgoglio proponiamo alla collettività Il numero 570 di Luigi Natoli.
La nostra emozione è presto spiegata, perchè "Il numero 570" è un dramma teatrale in due atti assolutamente inedito, mai dato alle stampe sia in forma di libro o libretto, sia in appendice al Giornale di Sicilia, come soleva fare il grande scrittore palermitano. Per noi editori è un'emozione immensa dare la vita a questo manoscritto pubblicandolo, perchè ci fa sentire Luigi Natoli vivo come se oggi fosse in mezzo a noi, come uno scrittore contemporaneo, ma che molto ha da dire e da insegnare. Non a caso, però, oltre a "Emozione" abbiamo usato il termine "Orgoglio", da intendersi come senso di dignità, onore e fierezza di essere italiani. Sono proprio questi i sentimenti che animano ogni pagina, parola e sillaba di queste scene drammatiche. E' l'Italia della prima guerra mondiale che anela la libertà delle sue province dall'Impero austriaco; è la voglia di riscatto del proprio onore che anima un popolo disposto a combattere contro l'oppressore perchè orgoglioso di essere italiano, quanto trasuda da questo ma breve e intenso lavoro teatrale del grande patriota Luigi Natoli. 
La scena si svolge sul fronte, durante la prima guerra mondiale, e contrappone la barbarie degli austriaci alla fierezza dei soldati italiani che sapranno portare pace e giustizia in una terra martoriata dalla guerra. ma è anche la tragedia di un uomo, popolano, che saprà riacquisire il suo onore perduto sacrificandolo sull'altare della patria e della famiglia. 
Un dramma teatrale che ci farà sentire più uniti e più italiani di sempre. 
Completa il libro l'elogio orazione "Milizia eroica" recitato da Luigi Natoli in memoria dei prodi del 14° fanteria caduti nel primo anno di guerra.  
Il numero 570 fa parte di Cappa di Piombo, raccolta delle opere teatrali in italiano, inedite tranne la prima e copiate dai manoscritti dell'autore (Il conte di Geraci, Cappa di Piombo, L'ironia della gloria, Quannu curri la sditta, Il numero 570)


Pagine 91 - Prezzo di copertina € 12,00. Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon, Feltrinelli.it e tutti i siti vendita online.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi n. 15), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f)


Luigi Natoli e la Prima Guerra Mondiale: Ricordi di Clodomiro, mio figlio.

 

“Serro nel profondo del cuore l’angoscia, respingo indietro le lagrime che fanno impeto agli occhi, per scrivere della mia creatura.” 
Con queste parole cariche di composto dolore paterno, iniziano i ricordi che Luigi Natoli dedica alla memoria del figlio Clodomiro, morto nella primavera del 1917 in un campo addestramento reclute vicino Monfalcone. Proprio lui, volontario della prima ora, che in Francia aveva messo a repentaglio la sua vita per la libertà di quel popolo invaso dai tedeschi, e poi, sul Carso e sulle Dolomiti per la nobile causa Italiana, proprio lui non ebbe la fortuna di cadere nel fervore del combattimento! Lui che volentieri avrebbe versato il sangue per la libertà della patria, moriva, invece, vittima di un incidente in un poligono di tiro per la sua innata bontà e squisita gentilezza d’animo. La perdita di un figlio è un’esperienza devastante. È così innaturale da non avere una definizione e prostra il sopravvissuto in uno stato d’animo paragonabile a una morte interiore. Se poi fra i due c’era stata anche un’unione ricca di affini intenti spirituali e materiali,  allora la perdita è del tutto insopportabile.
Questo rapporto così intenso e ricco d’amore legava il padre Luigi, allo sfortunato figliolo e le ultime parole di Clodomiro furono, infatti, dedicate al dolore che avrebbe sofferto il padre per la sua morte. In tali condizioni d’animo è difficile, se non impossibile, scrivere della tragedia con tutte le derivanti implicazioni psicologiche, ma Luigi Natoli, riesce con misurato e ineguagliabile trasporto, a donarci delle pagine di pura liricità narrativa che consegnano per sempre il suo dolore alla memoria del figlio, senza retorica, senza autocommiserazione.


Prezzo di copertina € 10,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon, Feltrinelli.it e tutti i siti vendita online.
In libreria a Palermo presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f), Libreria Sellerio (Viale Regina Margherita, Mondello)

Luigi Natoli e la Prima Guerra Mondiale: Alla guerra! Romanzo storico ambientato nella Francia del 1914


 
La gioventù non pensa alla morte; ovvero la morte non appare come una probabilità imminente e spaventevole
 
Pagine 954 - Ricostruzione fedele dell'opera originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia dal 19 ottobre 1914. Un inedito di Luigi Natoli. 
Mai pubblicato in libro, oppure a fascicoli rilegati, apparve per la prima e unica volta in appendice alle pagine del Giornale di Sicilia in 204 puntate dal 19 ottobre 1914, e così pubblicizzato: Alla guerra! il romanzo della guerra contemporanea; è la storia ravvivata dalla fantasia coloritrice dell'artista; è la visione di ciò che imperfettamente, affrettatamente, succintamente, e spesso contraddicendosi, comunica il corrispondente telegrafico; è l'episodio, è il gesto umano, l'interpretazione dell'anima, la visione della tremenda realtà, dello scatenarsi di tutti gli istinti belluini primitivi, del fiorire di tutti i sentimenti piàùgenerosi e più gentili; dell'eroismo feroce. Ed è anche la storia del grande conflitto europeo, vista in quello che ha di più sicuro, di accertato, scevro dalle esagerazioni e dai vilipendi.
Alla guerra! si svolge intorno a una dolce ed eroica storia d'amore, che per la drammaticità  degli episodi, ora teneri e appassionati, ora eroici o tragici, affascina il lettore, ne incatena l'attenzione, ne desta l'interesse; lo fa palpitare, esultare, vivere coi personaggi, attraverso questo grande, immenso incendio che devasta mezza Europa.
Luigi Natoli scrive un romanzo dal respiro universale che inaspettatamente non narra della sua amata Sicilia (luogo di ambientazione di tutte le sue opere), ma di una Francia aggredita, mutilata e orgogliosa che respinge l'avanzata tedesca con eroismo e spirito di sacrificio, aggrappata ai valori intramontabili della Patria, della Famiglia e dell'Amore.
A cent'anni di distanza rivive oggi il romanzo di Luigi Natoli 


Prezzo di copertina € 31,00
Copertina e illustrazioni di Niccolò Pizzorno 
Il volume è disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon, Feltrinelli.it, e tutti i siti vendita online.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15) Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f)

venerdì 18 settembre 2020

Luigi Natoli e il Medioevo siciliano: La Baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue. Raccolta di leggende trascritte dal volume originale Storie e leggende.


 Pagine 310 - Riproduzione fedele del volume "Storie e Leggende" di Luigi Natoli pubblicato in Palermo dalla casa editrice Pedone Lauriel nel 1892, a cui è stata aggiunta la novella "La signora di Carini" pubblicata nel Giornale di Sicilia nel 1910 con pseudonimo di Maurus, "Un poemetto siciliano del secolo XVI" estratto dagli Atti della reale accademia di scienze, lettere ed arti di Palermo (serie III - vol. IX - Palermo 1910) e "Storia della Baronessa di Carini (sec XVI) estratto da "Musa siciliana" con note dell'autore - Casa editrice Caddeo 1922. Il volume raccoglie quindi, a parte le altre leggende su famosi "casi" siciliani, tutto quanto Luigi Natoli scrisse sul famoso "caso" della Baronessa di Carini. 

A nessun componimento della nostra letteratura popolare è toccata la sorte di avere tanti  e così diligenti illustratori e imitatori, come a quel tragico poemetto, che corre sotto il nome di Baronessa di Carini; al quale l'orrore del fatto, unico forse nella letteratura del popolo, la pietà  verso la vittima, il grado e la notorietà  dei personaggi e soprattutto la incomparabile bellezza della forma rappresentativa conferirono una meritata celebrità .

Così scriveva Luigi Natoli di questo dramma familiare, ma forse non tutti sanno che oltre alla novella intitolata La baronessa di Carini composta nel 1892 e ispirata al poema popolare di Salamone Marino, ben 18 anni dopo, il fecondo narratore palermitano con lo pseudonimo di Maurus, scrisse una nuova e meravigliosa novella: La signora di Carini, questa volta basandosi sugli studi del Pitrè, e poi ancora un'attenta analisi con ricostruzione storica del poemetto siciliano del XVI secolo.

Tutto questo riproponiamo oggi nello splendore delle edizioni originali insieme ad altre leggende e grandi tragedie familiari come, quella dei nobili Barresi e Santapau, e quella altrettanto famosa fra le potenti famiglie dei Perollo e de Luna, che lasciò memoria durevole nella tradizione popolare e passò alla storia come L'orrendo caso di Sciacca. Ogni leggenda è seguita dal "contesto storico" tratto da "Storia di Sicilia " dello stesso autore - (Ed Ciuni anno 1935 - I Buoni Cugini editori 2020)


Luigi Natoli: Raccolta di leggende trascritte dal volume originale Storie e leggende, pubblicato in Palermo dalla casa editrice Pedone Lauriel nel 1892. Alla raccolta è stata aggiunta la novella "La signora di Carini" pubblicata nel Giornale di Sicilia nel 1910 con pseudonimo di Maurus, "Un poemetto siciliano del secolo XVI" estratto dagli Atti della reale accademia di scienze, lettere ed arti di Palermo (serie III - vol. IX - Palermo 1910) e "Storia della Baronessa di Carini (sec XVI) estratto da "Musa siciliana" con note dell'autore - Casa editrice Caddeo 1922. Il volume raccoglie quindi, a parte le altre leggende su famosi "casi" siciliani, tutto quanto Luigi Natoli scrisse sul famoso "caso" della Baronessa di Carini.

Pagine 310 – Prezzo di copertina € 21,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon al venditore I Buoni Cugini, su Feltrinelli.it e in tutti i siti vendita online. 
In libreria presso: 
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour, Palermo), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Sciuti (Via Sciuti n. 97/f)

Luigi Natoli e il Medioevo siciliano: I Cavalieri della Stella o La caduta di Messina, romanzo storico ambientato in Messina dal 1672 al 1679

Nel 1908 Luigi Natoli pubblicò in 154 puntate sul Giornale di Sicilia
 I cavalieri della stella o la caduta di Messina. Tutte le successive pubblicazioni del romanzo furono postume e riportano profonde differenze nello stile letterario del suo autore con quella del 1908 che oggi proponiamo fedelmente. 
Al centro del romanzo storico, tra i più lunghi e articolati scritti dall'autore, è la rivolta che insanguinò la città di Messina per ben cinque anni, dal 1672 al 1679 e le ripercussioni politiche che ebbe in tutta Europa. Intorno al tema centrale, ruotano altri aneddoti storico come l'Accademia della Stella e le vicissitudini dell'ordine dei Cavalieri, i "partiti" politici dei Merli e dei Malvizzi (due uccelli che diventano simbolo di guerra), il Senato (poichè Messina era l'unica città della Sicilia ad avere un Senato e ad essere una Repubblica), il crudele Stratigò, la filanda Cicca Musco, la misteriosa Setta e la carestia che devastò la città nel 1679. Nei fatti storici si muovono i personaggi nati dalla penna dello scrittore: il nobile Galeazzo de Gotho e il suo fedele cugino Antonello, il crudele don Gregorio Fiordimonte barone del Gibiso, le figure femminili di Laura de Gotho e Cassandra Abate, il coraggioso Totonno e molti altri. 
La seconda parte del titolo, "La Caduta di Messina" proprio perchè il 7 gennaio del 1679, il viceré conte di Santo Stefano soppresse la Repubblica di Messina con l’Accademia della Stella, abolì tutti i privilegi della città, confiscò i suoi beni dichiarandola civilmente morta, fece togliere il capannone, dove si riunivano i cittadini e demolire il Palazzo di città, arando il terreno e cospargendolo di sale affinché non crescesse più nulla.
Così finiva la rivoluzione di Messina che avrebbe potuto conseguire anche l’indipendenza della Sicilia dalla Corona di Spagna e mentre la città dello stretto moriva assassinata, faceva vedere che il colosso spagnolo era con i piedi di creta, segno della sua prossima caduta.
In questi anni di fiera ribellione Luigi Natoli intreccia le vite di personaggi magnifici e immaginari nel rigore di un’attenta ricostruzione storica creando gesta ed eroi che s’imprimono indelebili nella memoria del lettore. 

Luigi Natoli: I Cavalieri della Stella o La Caduta di Messina. Romanzo storico siciliano ambientato a Messina durante la rivoluzione e la carestia che colpì la città dal 1672 al 1679. L’opera, che vede al centro l’Accademia dei Cavalieri della Stella, è costruito e trascritto dal romanzo originale pubblicato a puntate, in appendice al Giornale di Sicilia nel 1908.
Pagine 954 - Prezzo di copertina € 26,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon al venditore I Buoni Cugini, su Feltrinelli.it e in tutti i siti vendita online. In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour, Palermo), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Sciuti (Via Sciuti n. 97/f)


Luigi Natoli e il Medioevo siciliano: Il capitan Terrore. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1560


 ...io vivo sicuro di trovarlo e d'esser lo strumento della sua punizione. 

Pagine 481 - Riproduzione fedele dell'opera originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1938

Quel giorno era l'ultimo giovedì di carnevale, e la città  era in festa più degli altri anni, perchè Sua Eccellenza il Vicerè, il duca di Medinaceli, maritava le due figlie, e già  si erano avuti cinque giorni di festeggiamenti; quel pomeriggio doveva aver luogo in Piazza Marina il grandioso spettacolo della caccia intrecciata con una rappresentazione e con la giostra.

Era il 1560. A Palermo la nobiltà  sfilava nelle antiche vie ricche di marmi pregiati. Dai palchi le dame ornate di gioielli e sete preziose guardavano un centinaio di cavalieri sfarzosamente vestiti, con cavalli coperti da gualdrappe, coi pennacchi in testa di vivaci colori. In quest'atmosfera gli occhi di don Galvano di Valverde si riempivano di quelli della bellissima donna Laura Serra. Ma c'erano anche quelli di don Ludovico Sclafani, e in questi non c'era solo amore, ma anche invidia, rabbia, disprezzo profondo.

Un romanzo corale, profondo, ricco d'azione, dove i sentimenti d'amore, odio, amicizia, malvagità, si mischiano alla perfezione fra inganni, avventura e coraggio, intrattenendo piacevolmente il lettore fino all'ultima pagina. E poi c'è la Sicilia, c'è Palermo, ricostruita alla perfezione come solo Luigi Natoli sapeva fare. 

Luigi NatoliRomanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1560, al tempo del vicerè Medinaceli. L’opera è ricostruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1938.
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon al venditore I Buoni Cugini, su Feltrinelli.it e in tutti i siti vendita online. In libreria presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour, Palermo), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Sciuti (Via Sciuti n. 97/f)

Luigi Natoli e il Medioevo siciliano: La dama tragica. Romanzo storico ambientato nella Palermo del 1580, al tempo del vicerè Marco Antonio Colonna, di donna Eufrosina Corbera e della loro storia d’amore.


 Pagine 604 - Prezzo di copertina € 24,00
Era Bellissima. Sebbene la moda di quei tempi, con maniche a sbuffi, col busto serrato, con la gonna larga, togliesse sveltezza e libertà alle forme del corpo, ella aveva qualcosa di molle e sottile, come di candido giglio. I bei capelli castani ondulati e raccolti indietro in trecce, e fermati da un cerchietto d’argento, incorniciavano un volto di pure forme classiche, dolcemente pallido, nel quale gli occhi grandi, neri, profondi lucevano in una specie di umidore languido e pieno di mistero e la bocca tumida e corallina pareva aspettasse dolcezze ignote.

Nel 1580 a Palermo non c’era donna più bella di Eufrosina Siragusa e non c’era maggior potere di quello del Magnifico e Illustrissimo Vicerè Marcoantonio Colonna, il valoroso capitano della flotta del Papa nella battaglia di Lepanto. C’erano anche dei nobili valorosi, dei ricchi aristocratici e tutti volevano donna Eufrosina, disposti anche a uccidere pur di averla, ma la bella donna era sposata al giovane Don Galcerano Corbera, barone del feudo del Misilindino, una delle nobiltà più antiche e ricche di Sicilia.
Luigi Natoli trae lo spunto da personaggi veri e fatti realmente accaduti per scrivere il più storico dei suoi romanzi ricostruendo con maestria un’epoca di grandi fasti e abiette miserie umane, dove generose e sincere virtù s’intrecciano in un dramma ignobile, passionale e sublime. Dove la bellezza di una donna è in grado di accecare la ragione. Una beltà che ha bisogno di vittime e che è vittima di se stessa.
Una cosa soltanto le piaceva e le procurava una viva soddisfazione: sentirsi dire con sincera e commossa ammirazione, che era bella, che era la più bella donna di Palermo e di Sicilia; che il suo corpo armonioso e perfetto pareva quello di una dea delle favole. Ebbe orrore che la maternità deformasse l’armonia di quelle membra; e allora cominciò a consultare donne esperte in molti segreti: chiuse il suo seno al mistero della vita, lo educò alle arti dell’abbigliamento femminile, usò pomate e acque odorose, accrescendo le seduzioni della sua beltà, lieta di suscitare intorno a se fremiti di desideri.

Luigi Natoli: La dama tragica. Romanzo storico siciliano ambientato a Palermo nel 1560, al tempo del vicerè Marco Antonio Colonna, di donna Eufrosina Corbera e della loro storia d’amore. L’opera è la trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1930.
Copertina di Niccolò Pizzorno. 
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon al venditore I Buoni Cugini, su Feltrinelli.it e in tutti i siti vendita online. In libreria presso:

La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour, Palermo), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Sciuti (Via Sciuti n. 97/f)



giovedì 17 settembre 2020

Luigi Natoli e il Medioevo siciliano: Squarcialupo. Romanzo storico ambientato in Palermo nei primi anni del 1500. Opera inedita


Pagine 684 - Un inedito di Luigi Natoli, mai pubblicato in libro. Riproduzione dell'opera originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1924. 

La Patria prima di tutto!

"La cospirazione di Giovan Luca Squarcialupo, nata da generosi sentimenti, si svolse con mezzi inadeguati e senza un fine determinato, ma con questa dello Squarcialupo comincia la serie delle sommosse, delle cospirazioni, delle rivoluzioni contro la Spagna, segno di irrequietezza per la perduta indipendenza della Sicilia"

Così scriveva Luigi Natoli nel suo Storia di Sicilia, di questo eroe che aveva a cuore le sorti della sua terra dominata dal ferro spagnolo. Squarcialupo fu il primo ad impugnare le armi per cacciare l'invasore e sognò una repubblica democratica. Di lui e della sua opera, non è rimasto più nulla che lo ricordi ad eccezione di una lapide e una via nel centro storico di Palermo che porta il suo nome.

Fra storia e leggenda il grande romanziere siciliano ricostruisce la figura di Squarcialupo in una Palermo dei primi del 1500, martoriata dall'inquisizione, dal giogo dei dominatori spagnoli e lacerata dalle rivalità  interne fra le baronie siciliane.

Apparso in appendice al Giornale di Sicilia a partire dal 2 febbraio 1924, oggi per la prima volta pubblicato in libro e restituito alla collettività, ed ai lettori amanti delle opere di Luigi Natoli che hanno atteso 91 anni prima di poterlo avere nelle proprie librerie accanto agli altri capolavori immortali del grande scrittore palermitano.

L'editrice Gutemberg  che per prima pubblicò i romanzi di Luigi Natoli definiva eletta ed altamente appassionante la lettura dell'opera del grande e geniale William Galt  e concludeva con l'esortazione a diffondere questi romanzi perchè vuol dire fare opera da vero siciliano, perchè tutti devono conoscere la storia e devono sapere che non esistono solo uomini di mafia e di prepotenza; ma anche uomini di cuore che sanno sacrificarsi e proteggere i deboli.

Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon, Ibs, lafeltrinelli.it e in tutti i siti vendita online. In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), La Nuova Bancarella (Via Cavour di fronte La Feltrinelli), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15)

Luigi Natoli e il Medioevo siciliano: Il Paggio della Regina Bianca. Romanzo storico ambientato nella Palermo del 1400

 

...e la gloria dei Chiaramonte che ho istoriato nel soffitto dello Steri, rimane lì, deserta, solitaria, a contemplare i carnefici...

Pagine 702. Riproduzione fedele dell'opera originale pubblicata nel 1921 dalla Casa editrice La Gutemberg - Palermo.

Nel palazzo Steri di Palermo che fu l'antica sede dei Chiaramonte, la più ricca e potente nobiltà  siciliana del 1300, c'è l'affresco di un San Giorgio a cavallo che uccide il drago. Nulla di più comune, ma gli occhi attenti del visitatore noteranno che nello scudo del santo c'è lo stemma chiaramontano, come a voler avvalorare con forza, la gloria della nobile casata.

La vendetta. L'onore. L'amore.

Tre donne.

Un solo eroe. Giovannello Chiaramonte.

Fra storia e leggenda un capolavoro di Luigi Natoli ambientato nella Sicilia del 1400.

Pagine 702 – Prezzo di copertina € 22,00

Copertina di Niccolò Pizzorno

Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon, lafeltrinelli.it, Ibs e tutti i siti vendita online. In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15)

 

Luigi Natoli e il Medioevo siciliano: Latini e Catalani. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1300


Casteddu di Jiraci maidittu, rocca vistuta di sangu e di luttu...

Cala la manu di Diu onnipotenti, supra la testa di lu tradituri...

La vinnitta di Diu ti veni agghiunci quannu menu lu pensi e ti l'aspetti. 

Pagine 575 - Riproduzione dell'opera originale pubblicata nel 1925 dalla casa editrice La Gutemberg. 

Mastro Bertuchello e Il tesoro dei Ventimiglia sono rispettivamente il primo e il secondo volume del grande romanzo storico siciliano Latini e Catalani che Luigi Natoli, dopo avere pubblicato in appendice al Giornale di Sicilia tra 1921 e il ’22, diede successivamente alle stampe con La Gutemberg Editrice in nuove edizioni rivedute e corrette negli anni 1925 e ‘26.

Nei due volumi, che possono leggersi separatamente senza che il secondo renda necessaria la lettura del primo, il grande romanziere palermitano descrive in modo impeccabile l’epoca oscura e controversa del medioevo siciliano, con specifica attenzione ai fatti storici e alle guerre fratricide volute dalle più importanti baronie isolane dei Chiaramonte, Ventimiglia e Palizzi, volte alla conquista del potere supremo detenuto dalla corona Aragonese oramai debole e pronta a spegnersi.

A fare da sfondo al romanzo è una Palermo ancora splendida nelle sue vestigia arabo-normanne, ricca di etnie, tradizioni, e cultura dove regna anche una grande miseria materiale e morale afflitta da pregiudizi e da una confusa identità politico/popolare. 

Mastro Bertuchello muoverà le sue gesta avventurose e temerarie in questo mondo così complesso e variegato, pieno di intrighi e cattiveria dove convivono ancora intatti i sentimenti di lealtà e amicizia che fanno di questo romanzo uno fra i più apprezzati di Luigi Natoli in arte William Galt.

Mastro Bertuchello - Pagine 575 - Prezzo di copertina € 22,00

Il Tesoro dei Ventimiglia - Pagine 525 - Prezzo di copertina € 22,00

Copertine di Niccolò Pizzorno. Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon, al sito lafeltrinelli.it e in tutti i siti vendita online.

In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), La Nuova Bancarella (di fronte La Feltrinelli), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f), La Nuova Bancarella (Via Turrisi Colonna 15)


Luigi Natoli: Palermo al tempo degli Spagnoli 1500-1700. Opera inedita


Opera inedita
, costruita e fedelmente copiata dal manoscritto dell’autore privo di data. È lo studio critico e documentato di due secoli di storia della città di Palermo mirabilmente analizzata da Luigi Natoli con una visione del tutto contemporanea senza trascurar nulla, compresi i particolari, anche i più frivoli.

Argomenti trattati: La città – Il governo – L’amministrazione – Il popolo – Il Sant’Offizio – Il clero e le confraternite – La giurisdizione e l’arbitrio – Le maestranze – Le rivolte – Le armi e gli armati – Le scuole e i maestri – La stampa – Gli usi e costumi delle famiglie – La vita fastosa – La pietà cittadina – Teatri e feste – I divertimenti cavallereschi e le giostre spettacolose – Banditi, stradari e duelli.

Pagine 283 – Prezzo di copertina € 20,00

Copertina di Niccolò Pizzorno

Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon al venditore I Buoni Cugini, su Feltrinelli.it e in tutti i siti vendita online.

In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour, Palermo), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Sciuti (Via Sciuti n. 97/f)


Luigi Natoli: Storia di Sicilia.


Il volume, è la fedele riproduzione dell'opera originale pubblicata con lo pseudonimo di Maurus dalla casa editrice Ciuni nel 1935, e si divide in sette parti: Libro Primo (dalla preistoria alla conquista bizantina) Libro Secondo (dai Bizantini alla conquista Normanna) Libro Terzo (dalla nascita del Regno di Sicilia al Vespro siciliano) Libro Quarto (la Sicilia sotto gli Aragona) Libro Quinto (dai re di Casa d'Austria alle guerre di successione) Libro Sesto (Il dominio dei Borboni) Libro Settimo (Il Risorgimento). Il volume si conclude con la Bibliografia delle principali fonti consultate dall'autore e dall'Indice analitico dei luoghi e delle persone. 

In tutta l'opera Luigi Natoli padroneggia la materia con grande perizia storiografica e con la competente erudizione del grande letterato senza mai annoiare il lettore, analizzando i fatti con imparziale lucidità e con un linguaggio moderno, facendone un testo di riferimento ancora attuale e di facile consultazione. La copertina, di Niccolò Pizzorno, raccoglie alcuni dei personaggi "perno" della Storia di Sicilia, sullo sfondo degli stemmi delle principali famiglie nobili siciliane e della Trinacria.

Copertina di Niccolò Pizzorno

Pagine 509 – Prezzo di copertina € 24,00

Distribuzione:

Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it, su Amazon al venditore I Buoni Cugini, su Feltrinelli.it e in tutti i siti vendita online.

In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour, Palermo), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Sciuti (Via Sciuti n. 97/f)


mercoledì 2 settembre 2020

Luigi Natoli: Il bandito Saltaleviti. Tratto da: Storie di banditi, prefazione al romanzo Pasquale Bruno di A. Dumas (padre)


  Il periodo più famoso pel banditismo o brigantaggio fu quello che si svolse fra il secolo XVIII e il XIX. Vi sono dei banditi che diedero origine a poemetti,. come Saltaleviti, Spirazza, Testalonga, Papascudi, i Fra Diavoli, i Palombo: uno diede origine a un romanzo di A. Dumas, Pasquale Bruno. 


Saltaleviti era il soprannome di Vincenzo Antonio Catinella, per la sua leggerezza e la sua agilità. Era nato a Mazara il 4 aprile del 1675; era manovale, per sfuggire un castigo paterno si diede alla campagna. Era di una forza straordinaria; sollevava con la bocca più di cento libbre, e, dicono, sollevava su le spalle un somaro col carico.
La prima impresa ladresca la compì con tre compagni, ai danni d’un barbiere, presso Lattarini in Palermo. Uno dei compagni, un certo Vizzini, fu preso ed impiccato; egli arrestato e chiuso alla Vicaria, ne fuggì. Allora si diede alle ruberie, ma con stile, uno stile tutto suo, ingegnoso, bisogna dirlo, e spiritoso. Non ruba i viandanti: entra nelle case degli usurai e degli avari “per sgravar loro la coscienza” come disse a un’usuraia di Chiusa. Al Casale di San Filippo svaligia la casa di un ricco gentiluomo dicendogli che “non era meritorio di aver tutto quel bene”. A Ravanusa traveste da cavaliere un suo compagno e di notte va a bussare in casa del Vicario, e lo fa ricoverare, dicendolo ammalato, e lascia una somma al Vicario per curarlo fino al suo ritorno. Il Vicario è avaro; e lascia digiuno il compagno, che intanto ha campo di osservare dove il prete conserva il morto. Saltaleviti, che si è presentato come il barone Le Vite, torna, domanda dell’ammalato, appura tutto, e costringe il padre Vicario a consegnargli quattrocent’onze. Ad Alcamo si fa dare da un cavaliere tutto quello che ha. Saltaleviti regala anche alla serva, perché si faccia la dote. A Mazara di notte va a svegliare gli abitanti, e quando li vede uscire armati sogghigna e dice: “Salutatemi il capitan d’arme”. E sparisce.
Ma lasciamo stare gli altri furti audaci commessi da Saltaleviti: essi sono tali e tanti, che il Vescovo di Girgenti, per levarselo da torno, gli fa proporre di andarsene a Roma, che gli avrebbe procurato l’imbarco e lettere di raccomandazione; chi sa, pensava, non si sarebbe convertito. Saltaleviti accettò, Roma gli si presentava come un terreno nuovo, forse in fondo al cuore sentiva una punta di rimorso. Partì. Ma a Napoli i guardacoste gli tolgono tutto quanto ha addosso. È appena se gli lasciano tanto da poter seguitare il viaggio. E giunge a Roma, dove entra ai servigi del duca d’Osseda.

Ma Roma non gli fa dimenticare la Sicilia; egli soffre di nostalgia; domanda licenza e torna a respirare l’aria della patria... e delle sue imprese.
Il 25 gennaio del 1706 si associa con quattro compagni, e pensa di assalire il monastero di S. Michele di Mazara. Si munisce di scale nel duomo, monta nel monastero; scassina; taglia le corde delle campane... Ma una suora si sveglia; vede: comincia a gridare:
- Uomini! Ci sono uomini nel monastero!

Ma a raccontare tutte le sue bravure, ci vorrebbe un volume: e poiché questo articolo è lungo, metto punto, e mi riserbo prossimamente di parlarne, e di dir degli altri...



Luigi Natoli: Storie di banditi. Articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia del 14 gennaio 1930 con lo pseudonimo di Maurus, che noi editori abbiamo posto come prefazione al libro di Alexandre Dumas (padre): Pasquale Bruno. 

L'articolo, in tre puntate, descrive le storie dei più famosi banditi dal medioevo fino al 1700.
Il libro Pasquale Bruno, il famoso bandito di cui Dumas, fra leggenda e realtà, narra le avventure, fa parte della collana Gli Introvabili, ed è la fedele riproduzione dell'opera originale tradotta in italiano per la prima volta da un anonimo nel 1841.
Copertina di Niccolò Pizzorno
Prezzo di copertina € 13,50
Disponibile al sito www.ibuonicuginieditori.it, su Amazon e tutti i siti vendita online.
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria Sciuti (Via Sciuti n. 91/f)