giovedì 29 novembre 2018

Luigi Natoli: Il tesoro dei Chiaramonte. Tratto da: Il paggio della regina Bianca

Giovanello si chinò ancora di più, per ascoltare, con una espressione di religioso raccoglimento.
Filippo Chiaramonte riprese a voce più bassa:
- Il giorno in cui il duca Martino di Montblanc invitò Andrea Chiaramonte a presentarsi al re, fingendo di avergli perdonato, Andrea ebbe un sospetto. Mi chiamò prima di rendersi al convegno, e mi disse: “Filippo, fratel mio, bisogna per ogni buon fine, mettere al sicuro il tesoro: servirà o a continuare la guerra, o a riscattare le terre o a vendicarmi. Nel convento di Baida c’è un forziere, che ho affidato alla custodia di quei frati. Finora essi mi son devoti: ma domani? Va, prendi quel forziere e sotterralo dove tu crederai meglio: eccoti una lettera pel padre guardiano”. Andai subito a Baida; se tu non lo sai, Baida è un colle non molto lontano da Palermo, e poco discosto da Monreale, e domina la vallata; il convento che vi sorge è opera della nostra casa… Andai, presi il forziere, che pesava abbastanza, lo ravvolsi di foglie, e così ravvolto lo nascosi in un sacco, e lo caricai sopra un mulo… Per sentieri fuori mano, con un lungo giro, costeggiando quasi il Parco reale, calai sulla valle dell’Oreto, in un punto che si dice la Guadagna, poco più che mezzo miglio lontano da Palermo… Ivi è una villa della nostra casa, con una torre quadrata ampia e degna, come tutte le fabbriche dei Chiaramonte… Allora non ci era stata confiscata, e quei villani ci erano devoti… Nondimeno non mi fidai; per non destar sospetti, tolsi io stesso il sacco col forziere e lo deposi in un angolo, come se non contenesse nulla… Ma la notte, quando tutti dormivano, presi una zappa e una vanga, uscii dalla torre, e mi avviai per la contrada di Falsomiele, che si stende oltre la valle, fino a monte Grifone. La costa di quella contrada è sparsa di ruderi e stanze di antichi edifici, credo dei Saraceni… Non v’era luogo migliore. Scavai, scavai, feci un fosso profondo; ivi deposi il forziere; lo copersi di terra; sulla terra buttai sassi e sterpi, per celare che era stata smossa, e tornai alla torre, senza che alcuno se ne avvedesse… Il forziere è ancor lì; nessuno ha potuto scoprirlo. Va, dunque, figliuolo, e restituisci alla casa dei Chiaramonte il suo splendore…
- Come farò a riconoscere dove è sepolto il forziere? – domandò.
Filippo fece un cenno che significava: “ti dirò”, e segnato un punto in terra, disse:
- Immagina che questo punto sia la torre: tu volgi a levante, misura cento passi, troverai una specie di stanza con un sedile… Continuerai a camminare, conterai tre di stanze come questa. La terza, oltre alla stanza col sedile, ne ha un’altra dietro, più bassa, invasa da pruni ed erbacce: è lì, sotto il muro di tramontana; non puoi sbagliare. 


Luigi Natoli: Il paggio della regina Bianca. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1400, al tempo che segnò la fine dei Chiaramonte e della regina Bianca di Navarra.
Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1921
Pagine 702 - prezzo di copertina € 23,00
Disponibile presso La Feltrinelli Palermo e in tutti i siti di vendita online
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