mercoledì 9 novembre 2016

Luigi Natoli: I Cavalieri della Stella. Quadro storico. (Prima parte)

Messina, 1672.

Godeva Messina di un governo autonomo, quasi repubblicano, ricco di privilegi e immunità; il Re vi teneva uno speciale suo rappresentante, che si diceva Stratigò. Traeva la sua ricchezza dalla industria della seta, dalla franchigia del porto e dalla sua invidiabile posizione. La politica spagnola, eccitandone la vanità e lusingandone l’ambizione d’esser capitale del regno, aveva fatto di essa, più che rivale, una nemica di Palermo. La disunione alimentata dai pettegolezzi ridicoli e inverecondi degli scrittori, giovava al dominio straniero. Il Senato o Banca, geloso dei privilegi della città, spesso era venuto in discordia coi Vicerè, ed ultimamente col duca di Sermoneta, che il popolo chiamò duca di Farmoneta; e ancora di più con gli Stratigò, coi quali aveva più strette relazioni. Nel 1672 era Stratigò don Luigi dell’Hojo, spagnolo, ipocrita, seminatore di discordie, che forse ubbidiva a segreti incarichi di Corte.
La carestia travagliava da un pezzo la città, il popolo sussurrava contro ipotetici accaparratori di granaglie ed era avvenuto qualche tumulto; lo stratigò, fingendo pietà pel popolo minuto, lo aizzava accortamente contro il senato, che era in mano dei grandi. Si formò un gran partito tra la plebe, i malcontenti e gli avversari del Senato, e dallo stemma dello Stratigò, portante un merlo, si disse dei Merli. I nobili, la borghesia grassa, per contrapposto, si chiamarono i Malvizzi, cioè i tordi. La città si divise. Un frivolo pretesto provocò un tumulto: la plebe minacciò di andare alla Banca, e uccidere i Senatori. Non potè, perché affrontata e dispersa dai nobili, ma due giorni dopo, protetta dallo Stratigò corse ad appiccare il fuoco alle case dei Senatori. Fu ordinata l’elezione di un nuovo Senato, che statuì nuovi Capitoli di accordo coi consoli delle arti, ma non cessò la discordia.
Il Senato, insospettito dei maneggi dell’Hojo, convocò i cittadini, per farlo dichiarare nemico della patria; ma egli, sollevando il popolo, lo guidò a nuovi incendi ed eccidi, e con un bando condannò gran numero di avversari. Il Vicerè, principe de Ligny, credendo ai rapporti dello Stratigò ne approvò l’operato: poi sollecitato dai cittadini venne a Messina, e persuaso della mala condotta del dell’Hojo, gli tolse l’ufficio e gli diede a successore il marchese di Crispano, don Diego Soria.
Il marchese di Crispano seguì le orme del dell’Hojo...
 
Luigi Natoli: I Cavalieri della Stella.
Tratto da: Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo di Luigi Natoli e pubblicato a seguito del romanzo nel volume edito I Buoni Cugini Editori.
Pagine: 954 - Prezzo di copertina € 26,00 - Sconto 15%

 

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