Messina, 1677
In
Spagna Carlo II, uscito di minorità, veniva coronato, il che portava un mutamento
nella politica. Finiva l’alleanza della Spagna con l’Olanda; e il principe
d’Orange, sposando Maria d’Inghilterra, e avendo un più largo campo, si
intrometteva per pacificare l’Europa, e prima di tutto i Paesi Bassi con la
Francia, e la Francia con la Spagna.
Cadeva
così il 1677, quando re Luigi XIV nel Consiglio dei Ministri annunziò il ritiro
delle milizie da Messina. I nuovi orientamenti politici da un lato, la
necessità di riunire la flotta, le enormi spese sostenute per la guerra in
Messina, dalla quale non traeva nessun vantaggio, la lunghezza della guerra
stessa, che non prometteva di risolversi, la certezza che la Sicilia non
avrebbe mai seguito Messina, e altri
disegni, consigliavano quest’abbandono. Nei primi di febbraio del 1678 richiamò
il duca di Vivonne, che lasciò il comando al maresciallo de La Feuillade, e
partì, fra i pavidi sospetti e gli sdegni dei cittadini.
Il
Maresciallo diede principio alle segrete istruzioni: disarmò i forti, imbarcò
la cavalleria, i fanti, gli ordegni e avviò tutto ad Agosta, spacciando che si
preparava a nuova e più vigorosa impresa. Poi, fatto venire il Senato nel
vascello, ove egli stava, gli mostrò i dispacci del Re, che gli ordinava
l’abbandono di Messina. Era questa una delle condizioni imposte per
l’esecuzione della pace di Nimega. Il re di Francia avrebbe dovuto, per l’onor
suo, ottenere, se non altro, il perdono da Messina, della quale aveva eccitata
la vanità ed alimentata la ribellione; l’abbandonava invece perfidamente
all’ira di un vincitore vendicativo, irritato da quattro anni di ribellione...
Il 25 marzo giungeva il nuovo vicerè Vincenzo Gonzaga dei duchi di Mantova, il quale, mite d’animo, promulgò un indulto, restituendo i beni già confiscati, salvo quello degli esuli; e altri provvedimenti, ma non vessatori, prese per ristabilire l’autorità della monarchia. Ma parvero troppo clementi alla Corte di Spagna, che inviò un consultore, il de Quintana, fiero e senza pietà, il quale obbligò il Gonzaga al rigore: e di lì a non molto, accusatolo alla Corte, lo fece rimuovere. In sua vece fu mandato il conte di Santo Stefano, che fu il carnefice di Messina....
Appena preso possesso della carica nel Duomo di Palermo, partì per Messina, dove giunse il 6 gennaio del 1679, e il giorno dopo soppresse l’Accademia della Stella...
Luigi Natoli: I Cavalieri della Stella.
Tratto da: Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo, pubblicato a seguito del romanzo nella edizione I Buoni Cugini editori.
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