lunedì 11 giugno 2018

Luigi Natoli: In trincea. Tratto da: Alla guerra!

Eran passati più di otto giorni, da che il suo reggimento si trovava sul fronte di battaglia. Le compagnie si alternavano nelle prime trincee, per non affievolire troppo i soldati in quella vita sotterranea.
Ogni giorno v’eran fucilate di qua e di là; per parecchie ore del giorno e a riprese, le artiglierie da una parte e dall’altra empivano l’aria di tuoni e di sibili; spesso le granate scoppiavano nelle trincee, e vi facevano strage; i morti e i feriti eran portati via dai passaggi sotterranei; la trincea si sfasciava; bisognava ripararla prestamente o ritirarsene. Così da tutte e due i fronti avversi. Una piccola guerra micidiale di avanzate e di ritirate; di sorprese, di tentativi, di insidie.
Si diceva che quella guerra servisse per dar tempo alle grandi masse degli eserciti di addensarsi nei punti designati, e irrompere con azioni decisive; o che si cercasse da parte dei francesi di esaurire il nemico. Benoist non diceva e non supponeva nulla, perché non si intendeva di arte militare: del resto saperne le ragioni o i fini non mutava quella vita di campo, che, apparsa dura nei primi giorni, accostumava a poco a poco i soldati, e prendeva anche aspetti giocondi.
La morte e la vita si avvicendavano, quella coi suoi aspetti più spaventevoli, questa con la giocondità che suggeriva motti, burle, trovate spiritose, anche in mezzo ai fragori della morte; o che inventava mezzi ingegnosi per divertirsi durante i riposi.
Un mattino, prima ancora che l’alba imbiancasse l’orizzonte, un fiero cannoneggiamento fece sobbalzare e correre in armi i soldati. La frequenza e la violenza dei colpi avvertì subito che questa volta non si trattava di uno dei soliti combattimenti; ma che il nemico tentasse qualche assalto vigoroso per riprendere il terreno perduto. Le sue artiglierie nascoste nella foresta vomitavano dietro le trincee francesi una pioggia di granate, per impedire l’avanzarsi di nuove truppe in soccorso delle trincee. Altre granate cadevano e scoppiavano presso gli orli delle trincee, qualcuna anche dentro. Si vedevan solcare il cielo come piccoli globi di nuvola, di un color fosco, rossiccio, con un sibilo aspro, qualcuna con un fischio di sirena, rabbioso e disperato. Per un vasto spazio il cielo era percorso di queste nubi micidiali, che si seguivano una dopo l’altra, quasi senza intervallo. Gli scoppi diffondevano improvvisi bagliori d’incendio, nei quali balenavano sanguigni gli aspetti delle cose. Le trincee tedesche parevano orlate di guizzi ardenti; sì che sembrava dovesse la foresta prender fuoco.
Quasi subito dalle batterie francesi cominciarono i pezzi da 75 a controbattere. Le truppe ne conoscevano la voce. I pezzi da 75 godevano la simpatia e la fiducia dei soldati, per la loro efficacia. Quando essi cominciavano a tonare, i piou-piou si sentivano rinfrancare come alla voce di una persona amica che ci dia coraggio.
- Ah! ecco i nostri 75! – dicevano con orgoglio e soddisfazione.
I tedeschi avevano artiglierie pesanti e mostruose; dei veri giganti, iperbolici anche nelle proporzioni delle armi, come in tutte le loro concezioni; ma i 75 in campo aperto valevan di più. Un curato, che aveva lasciato la sottana nella canonica, e si batteva da semplice fantaccino, aveva trovato una similitudine biblica, che era diventata un testo nella trincea N. 8.
- Essi, i tedeschi, hanno Golia, noi abbiamo il giovinetto David.
David era il pezzo da 75...


Luigi Natoli: Alla guerra! 
Grande romanzo storico contemporaneo ambientato nella Francia della Prima guerra mondiale. Pubblicato per la prima ed unica volta a puntate in appendice al Giornale di Sicilia, viene editato in unico volume ad opera de I Buoni Cugini editori nel 2014, a cento anni esatti dalla pubblicazione e dall'inizio del conflitto mondiale. 
Pagine 956 - Prezzo di copertina € 31,00 - Copertina e illustrazioni di Niccolò Pizzorno. 
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