lunedì 11 giugno 2018

Luigi Natoli: I tedeschi sparano sulla Croce Rossa. Tratto da: Alla guerra!

Benoist adagiava Guy con le spalle contro il tronco d’un albero. Il combattimento volgeva al suo termine; i tedeschi fuggivano, riparavano dietro le trincee, nel bosco; vi si fortificavano; non v’era più che qualche piccolo episodio qua e là: le fucilate s’andavano affievolendo. La battaglia divampava invece sopra altri punti, forse, dalla parte di S.t Hilairie le petit e di Maronvilliers, o più giù, verso Perthers e Beausejour; e doveva essere fiera, a giudicare dal cannoneggiamento.
Con l’andar cessando del combattimento, si dava opera a raccogliere i feriti. Sopraggiungevano i porta barelle, qualche ambulanza; ma dalle loro trincee i tedeschi, appostati e riparati sparavano contro i militi della Croce Rossa e i soldati che si spingevano nel campo per compiervi il loro ufficio pietoso. Tuttavia, alcuni sfidarono il pericolo, strisciando per terra, fino a raggiungere i feriti più lontani e ad aiutarli a trascinarsi verso le linee francesi. Qualcuno sollevava audacemente il ferito, se era privo di sensi o nella impossibilità di muoversi; e caricandoselo su le spalle, prendeva la corsa, tra le fucilate.
Qualcuno pagò con la vita il sentimento della sua carità.
Un milite della Croce Rossa, grigio e rugoso, volontario forse, spintosi carponi fra le trincee francesi e le tedesche, sentì da un mucchio di caduti venir fuori una voce lamentosa e supplichevole. Avvicinatosi, vide un povero fante tedesco col capo sanguinante e una gamba spezzata, che cercava liberarsi da un compagno che gli era caduto addosso, morto. Il povero fantaccino pareva soffrisse orribilmente, e guardava con occhi spalancati tra pavidi e imploranti il milite che gli si era avvicinato, e che lentamente, per non urtare la gamba spezzata, andava tirando da parte il cadavere. Quando ebbe liberato da quel peso, il ferito, gli prese le mani e gli fe’ segno di voler essere abbracciato. Il ferito capì. Il milite distese un po’ il dorso; il ferito vi appoggiò il petto, e allacciò con le braccia il collo del milite, che a poco a poco, camminando carponi sulle mani e sulle ginocchia, col ferito addosso, riprese la via. Poi trovato un sasso, appoggiatovisi, si sollevò in piedi con il ferito, a cui la gamba penzolante, trascinata, dava tortura, e gemeva orribilmente.
- Abbi pazienza! povero boche! – diceva il milite; – all’ambulanza l’acconceranno.
Con quel corpo su le spalle il milite cercò di guadagnare la via, con passo svelto. Due, tre fucilate fischiarono sul capo e agli orecchi.
- Oh! oh! – disse – non vedono dunque che ho su le spalle uno di loro?
Ma altre fucilate rimbombarono. Il milite e il ferito caddero.
Caddero sotto il fuoco implacabile dei tedeschi, che pur di impedire al nemico di compiere il suo pietoso ufficio, non esitarono di assassinare il loro compagno: ma lì, tra le due trincee nemiche, donde la morte insidiosa si nutriva di odio.
Caddero abbracciati com’erano. La pietà, che abolendo l’odio, aveva congiunto nella fraternità del dolore i due nemici, non sciolse il loro abbraccio nella morte. E giacquero così, sotto il cielo piovoso, olocausto offerto dalla carità alla barbarie. 


Luigi Natoli: Alla guerra!
Grande romanzo storico contemporaneo ambientato nella Francia della seconda guerra mondiale. 
Pubblicato per la prima ed unica volta a puntate in appendice al Giornale di Sicilia, viene raccolto in unico volume ad opera de I Buoni Cugini editori nel 2014, a cento anni dalla prima pubblicazione e dall'inizio del conflitto. 
Pagine 956 - Prezzo di copertina € 31,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
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