giovedì 7 marzo 2024

Luigi Natoli: La vita cittadina in Sicilia nel XVI secolo. Tratto da: La civiltà e la letteratura siciliana nel secolo XVI. Raccolta di scritti letterari e storici.

Fra la miseria interna, e tanto onorato decoro all’estero si svolgeva la vita cittadina; curioso impasto di eleganti raffinatezze e di selvaggia ferocia; di feste maravigliose e di supplizi atroci; di ribellioni contro lo stato e di clamorosi trionfi ed entusiastiche accoglienze ai principi e ai vicerè medesimi; di manifestazioni ufficiali di ossequio e di stima, e di commiati, poco gentili per vero, dati dal popolo ai vicerè. Svolgevasi tra il fasto dell’antica e nuova nobiltà e la miseria delle plebi; tra atti di pietà e di devozione e vendette esercitate in pieno giorno, con grande audacia. 
Sebbene, nel secolo XVI, il baronaggio si fosse ridotto ad abitare nelle città, segnatamente nella capitale, ed avesse tolto dalle usanze spagnuole tutte quelle forme e quelle pratiche di cortesia, che resero poi ridicolo il secolo successivo; tuttavia serbava ancora qualche cosa della ferocia feudale del medioevo.
L’eccidio di Luca Squarcialupo e dei suoi compagni, in chiesa, operato della nobiltà medesima, ricorda la congiura dei Pazzi e quella degli Olgiati per le circostanze di luogo e di forma; ma ci trasporta anche più in là nel tempo, pel fatto stesso. Ma esempio più terribile fu il Caso di Sciacca (1529) così memorabile che è rimasto nei proverbi, e ne è, dopo tre secoli e mezzo, ancor viva la tradizione.
La scellerata guerra tra i Luna e i Perollo, cominciata nel secolo XV, risorta poi nel bel mezzo del secolo XVI, e chiusa con la strage de’ partigiani del Perollo e lo scempio del barone don Giacomo, trova un riscontro nelle fierissime fazioni che nel duecento straziarono Verona, Pistoia, Firenze. Ma per la grandezza del fatto e per la scelleratezza della guerra sorpassa ogni altro simile avvenimento. L’assalto dato al castello dei Perollo, nel quale si usarono nell’offesa e nella difesa anche le artiglierie, durò tre giorni; e sprecò in stragi fratricide valore ad audacia grandissima. 
Di queste discordie tra’ cittadini ne avvennero in Messina tra i Moleti e i Raitano; in Girgenti tra i Montaperto e i Naselli; in Trapani tra i Sanclementi e i Fardella che avevan preso nome di Canali e Mascari; ed erano uccisioni, stragi, guerre dentro le città stesse, nelle chiese; con incendii, saccheggi, che mettevano l’anarchia per ogni dove. 
Un altro fatto che levò rumore – ma di minore importanza – fu quello del conte di Racalmuto o di Barresi. Paolo del Carretto conte di Racalmuto aveva dato uno schiaffo a uno di casa Barresi; questo fatto divise Castronovo in due. Un giorno recandosi il conte a visitare il fratello Ercole, seguito da 25 cavalli fu dai nemici assalito nella piana di S. Pietro. Vi perdette la vita; gli uccisori fuggirono, e preso servizio nello esercito del Re combatterono nel reame di Napoli contro il Lautrec, e così valorosamente, che oltre a esser perdonati, ebbero gradi militari. La cosa spiacque a don Giovanni del Carretto, nipote dell’ucciso, il quale incaricò della vendetta Enrico Giacchetto, un bandito che comandava 100 cavalli. Questi assalì i Barresi nella via di Termini e li distrusse, e le teste degli uccisi recò, feroce trofeo, a don Giovanni. 
A noi queste scene di sangue fanno raccapriccio, ma allora, don Vincenzio di Giovanni poteva ammirarle, ed esclamare:
«Tanto si estimava l’onore in quei tempi!».
Pure qualche volta queste inimicizie si componevano amichevolmente, e la pace acquistava tutta l’importanza di un trattato. Il signor Travali pubblicò uno di questi contratti di pace, fra due famiglie di Licata, i Celestre e i Minafrà, avvenuto il 24 Marzo 1574, innanzi a don Carlo d’Aragona, per mezzo di notar Bascone. 
Anche la pietosa tragedia della baronessa di Carini, (1563) che è argomento di una stupenda storia in versi assai nota, è un tratto caratteristico della vita baronale di quei tempi; al quale aggiungono gravità il silenzio e il mistero del quale gli storici, trattandosi di un potente feudatario come il barone di Carini, circondano il parricidio. 
Questi non sono i soli fatti: le cronache del tempo e il Palermo Restaurato del di Giovanni son pieni di racconti di sangue. 
Le liti, non infrequentemente, si definivano con una archibugiata. Un esempio per tutti. Il conte di Mussomeli aveva una lite con Alfonso Matrigale innanzi alla Gran Corte. La lite si tramutò in contesa; e le parole furono così aspre che don Marzio Gioeni, cognato del conte pose mano alla spada e ferì il Matrigale, innanzi al giudice. Il fatto fu riferito al vicerè dal sollecitator fiscale Giuseppe Raiola: don Marzio n’ebbe il capo troncato per mano del boia. Il conte di Mussomeli non patì la grave offesa e nel gennaio del 1592 fece uccidere il Raiola con una archibugiata. 
Con la morte di don Giovan del Carretto finì la causa civile che egli aveva con alcuni cavalieri di casa Settimo e col barone di Sommatino. 
In mezzo, però, agli atti di ferocia rifulgono esempi di generosità e di gentilezza. 


Luigi Natoli: La civiltà e la letteratura siciliana nel secolo XVI. Raccolta di scritti storici e letterari. 
Il volume comprende:

La civiltà siciliana nel secolo XVI (Palermo, Remo Sandron editore - 1895)

Prosa e prosatori siciliani del secolo XVI (Palermo, Remo Sandron editore - 1904)

La poesia siciliana del secolo XVI (Estratto da Musa Siciliana, Milano, Casa editrice Caddeo - 1922)

Un poemetto siciliano del secolo XVI (Estratto dagli Atti della Reale Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Palermo serie III Vol. IX - Palermo 1910)

Hortensio Scammacca e le sue tragedie - Studio (Tip. editr. Giannone e La Mantia, 1885 - Palermo)

Pagine 414 - Prezzo di copertina € 24,00

Il volume è disponibile:

dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia - sconto 15%)

su tutti gli store di vendita online e in libreria presso:

La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita centro commerciale Conca d'Oro), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Nike (Via M.se Ugo 56), Libreria Macaione (Via M.se di Villabianca 102), Libreria Forense (Via Maqueda 185), La Nuova Ipsa (Piazza Leoni 60).

Nessun commento:

Posta un commento