L'accademia della Stella di cui egli faceva parte, e aspirava
ad esser capo, o, come si chiamava, Principe, era una compagnia o congregazione
o scuola, o tutto questo insieme, di cento cavalieri, di nobiltà antica e
indiscutibile, che facevan professioni d'armi allo scopo di fornire
eccellenti militi nella perpetua guerra contro i barbareschi: una specie di ordine
militare – in origine – non dissimile nello scopo fondamentale da quello dei
cavalieri di S. Giovanni e di S. Stefano; ma senza alcun carattere monastico o
voto minore; uguale alla Congregazione d'arme, che s'era istituita in Palermo
nel secolo XVI.
Posta sotto la protezione dei Re Magi, aveva assunto come
insegna la Stella miracolosa apparsa ai tre re d'Oriente, incastrandola nella
Croce di Malta: d'onde il nome di Accademia della Stella.
Col volger del tempo, pareva aver dimenticato
il suo scopo originario; e non mandava più i suoi cavalieri a dar la caccia
alle navi mussulmane; ma continuava con uno sfarzo, con una magnificenza tutta
spagnola, a dar mostra di sè nella bravura de’ suoi cavalieri nelle grandi
occasioni religiose o civili. L'insediamento del
nuovo Senato, l'apertura della fiera, la festa dell'Assunta, l'arrivo o la
partenza del vicerè, la presa di possesso di un nuovo arcivescovo, le feste
per la nascita di qualche principe reale, o di qualche matrimonio regio, o
dell'incoronazione del re, e in generale tutti i grandi avvenimenti celebrati
con pompa ufficiale, erano altrettante occasioni, perché i cavalieri della
Stella facessero la loro sontuosa cavalcata, o celebrassero una giostra,
vaghissima per novità di giuochi, d'imprese, di divise, di colpi.
Non era facile far parte dell'Accademia.
Oltre che si doveva essere nobili da almeno duecent’anni, il numero dei cavalieri era limitato a cento, e non vi si entrava
che per elezione a bossolo, e dopo una serie di informazioni e di formalità per assicurarsi della degnità dell'aspirante:
sicché far parte dell'Accademia si teneva a grande onore, e come un segno della nobiltà e della grandezza della casa,
e i padri che già ne avevan fatto parte, sollecitavano che quell'onore si
trasmettesse nei figli, stabilendo una specie di successione ereditaria come in
una paria.
Luigi Natoli: I Cavalieri della Stella o La caduta di Messina.
Pagine 954 - Prezzo di copertina € 26,00.
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