mercoledì 7 luglio 2021

Luigi Natoli: Giovanna Bonanno, famosa come La vecchia dell'aceto. Dall'omonimo romanzo storico siciliano.

 
Protagonista unica nel suo genere, Giovanna Bonanno – meglio conosciuta come la Vecchia dell’Aceto – che crea nella Palermo settecentesca un  “giro d’affari”, avente per oggetto la famosa “acqua” dal costo di due onze e sei tarì, “per togliere di mezzo liti e dissapori, impedire mali maggiori e dare la pace alle famiglie” come lei stessa afferma durante il suo interrogatorio del 9 ottobre 1788. 
In realtà Giovanna Bonanno, lo strano personaggio realmente esistito che Luigi Natoli  presenta con la solita diligenza, vendeva ai suoi “clienti” l’aceto per i pidocchi, un  potente veleno che, essendo insapore, poteva essere mescolato al vino ed utilizzato per eliminare qualunque individuo che era in qualche modo d’ingombro ad un altro. I sintomi erano dati da dolori atroci allo stomaco, vomito, e la morte sopravveniva nel giro di ventiquattr’ore. 
Da qui  il  prospero giro d’affari di  Giovanna Bonanno, detta zà Anna, che giustificava così: “Che cos’è la vita di una persona, di fronte alla tranquillità e alla felicità di tante altre? Una donna maritata contrae un’amicizia…siamo di carne e possiamo peccare. Bene: essa vive in peccato mortale e col pericolo che il marito ammazzi lei e l’innamorato. Due morti. Il marito è preso ed impiccato: e son tre; e la casa va in rovina, e se ci sono figlioletti, rimangono in mezzo alla strada…Bene: sacrificando il marito si salvano la moglie e il gano; i quali si sposano e si liberano del peccato, i figli restano con la madre e la pace ritorna in quella casa. Ecco, figlia mia, che io ho fatto del bene…non è vero?” 
Luigi Natoli fa conoscere la Vecchia dell’Aceto, nel suo omonimo romanzo. Dà qualche traccia della biografia, descrivendo gli oscuri affari di Giovanna Bonanno che portano a tantissimi casi di morte per avvelenamento.
“Giovanna Fileccia o la comare Giovanna, come più comunemente era intesa, era vedova due volte, la prima di un Fileccia e la seconda di un Bonanno. Siccome aveva cominciato a far la levatrice al tempo del primo marito, aveva nella professione mantenuto quel nome, che era notorio. Era abile, e si prestava facilmente a pratiche delittuose, che essa compiva con la coscienza di far bene, perché miravano a conservare l’onore e la pace delle famiglie”.
Viene rinchiusa nel carcere dell’Inquisizione per intervento di un nobile:
“Era bastata l’accusa del nobile cavaliere perché l’inquisitore monsignor Ciafaglione senz’altro la facesse arrestare. Un processo fu imbastito; dopo un anno Giovanna Fileccia, con altre due disgraziate fu condotta fra gli sbirri, famuli e confraternite, alla porta della Chiesa di S. Ippolito con una cesta appesa al collo, il bavaglio, le braccia legate dietro le reni e lì fu letta la sentenza che le condannava tutte e tre come fattucchiere al carcere del Sant’Offizio per dieci anni. Dieci anni! Chiusa in una segreta del carcere delle donne, senza luce, senz’aria, con poco nutrimento, peggiorato da digiuni e penitenze.”
Quando esce dal carcere ha un terribile aspetto
“Alcuni ragazzi che si avvoltolavano fra le immondizie, scacciando i maialetti, a vederla comparire si alzarono a guardarla curiosi e cattivi; ella era così brutta che pareva uscita dall’inferno”
E va a vivere in una stamberga in un vicolo dell’Albergheria 
Cominciò ad andare in giro con un saccone sospeso al braccio, accattando alle botteghe qualche po’ di pane, qualche rimasuglio di formaggio e nelle osterie qualche avanzo di pesce o di grassi: talvolta usciva fuori porta S. Agata e andava a raccogliere erbe mangerecce nei campi. L’avere una volta indicato a una donna dei rimedi per guarire un bimbetto lattante, suggeritole dalla sua antica professione, la fece credere una di quelle donne che conoscono i mali meglio dei medici e fabbricano medicine e filtri misteriosi. Da questo a trasformarsi nella credenza del vicinato in fattucchiera non ci volle molto; cominciarono a ricorrere a lei per domandarle incantesimi e disincantesimi, fatture e filtri magici”
Si trasferisce poi in un lurido vicolo del quartiere del Capo
“A una vecchia sua vicina di casa disse di chiamarsi Vanna; quella, un po’ sorda, intese Anna; la chiamò zà Anna  e così ne riferì il nome alle altre comari; nel vicinato la chiamavano zà Anna:essa non rettificò, trovando che la trasformazione del suo nome l’aiutava a far perdere le sue tracce. Sospettosa com’era si chiudeva in casa, e non bazzicava con nessuno e questa sua vita e quelle erbe cominciarono a eccitare intorno a lei a fantasia dei vicini; si cominciò a supporre che fosse una fattucchiera, che facesse malìe e sortilegi; la supposizione divenne certezza e questa fu la seconda trasformazione. L’esser creduta maliarda la circondò se non di rispetto di paura, e la liberò dalle beffe dei monelli. Così erano passati undici anni durante i quali Giovanna Bonanno era sempre più scesa in basso
Per caso, mentre si trovava nella bottega dell’aromatario Saverio La Monica, suo inconsapevole fornitore, scopre gli effetti  dell’aceto  per i pidocchi che incidentalmente una bambina aveva bevuto, e da qui nasce la sua idea: 
“Ella rimase stupita; il lieve rimorso di aver sacrificato quella povera bestia fu vinto, annullato dalla soddisfazione della esperienza riuscita. Ora non c’era più dubbio; il veleno era potente: non mancava che la clientela...” 
Da qui ha inizio la lunga serie di avvelenamenti, con la vendita di caraffine della sua “acqua”, dietro il corrispettivo di due onze e sei tarì...

Luigi Natoli: La vecchia dell’aceto – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1700. La storia di Giovanna Bonanno, l’avvelenatrice passata alla storia come La vecchia dell’aceto. L’opera è costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1927. 
Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 562 – Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (Vendita a mezzo corriere in tutta Italia) Contattaci alla mail ibuonicugini@libero.it o al whatsapp 3894697296
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In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi), Nuova Ipsa (Piazza Leoni), Libreria Sellerio (Viale Regina Margherita - Mondello) 

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