Bello e coraggioso, eroico nelle
sue imprese il personaggio di Corrado
Calvello, creato da Luigi Natoli nella Palermo del 1794, che racchiude le grandi
ideologie di libertè, egalitè e fraternitè.
In una Palermo che, come lo
stesso Natoli ci dice, “sia per il lento
sviluppo della cultura, sia perché tagliata fuori dal movimento sociale di
quell’epoca, non intese per nulla lo spirito della rivoluzione francese: e se
qualche animo generoso della borghesia o, come si diceva, dei civili si aprì al
nuovo verbo, l’enorme maggioranza della popolazione non vide nei rivoluzionari
che dei banditi assetati di sangue, nemici di Dio e della religione”
Su tutto il romanzo svetta la
bandiera della Rivoluzione Francese.
Corrado Calvello è presentato da Luigi Natoli nelle
prime pagine del romanzo
“Fra gli spettatori fortunati era un bel giovane di ventisei anni, non
molto alto, di membra delicate, strette nell’uniforme turchina dei fucilieri, a
risvolte bianche. Pallido, con gli occhi neri, un’aria quasi feminea, ma con lo
sguardo tagliente, che lampeggiava talvolta come una lama, il naso lievemente
aquilino e la mascella forte, davano un carattere di energia a quel volto e
temperavano la mollezza dell’ovale e della dolce e malinconica curva della
bocca, rosea e piccola”
Cambia radicalmente ed
all’improvviso la posizione di Corrado nella società, ma non mutano i suoi
ideali
“Bisognava rifare la coscienza di quella folla vile e miserabile;
bisognava aprire la loro mente, serrata dall’ignoranza, alla luce del sapere.
L’opera di redenzione doveva cominciare da Palermo, il cervello e il cuore
dell’isola. Una propaganda attiva nella borghesia, la diffusione degli studi più
moderni, e specialmente delle scienze, avrebbe certo creato una forza
rinnovatrice, che avrebbe esercitato una salutare azione sul popolo. Proprio
quel popolo del quale egli non ignorava le virtù, lo spirito di sacrificio, il
valore, la fede e che egli pensava che sarebbe potuto essere il primo popolo
dell’Italia, se aperto al nuovo ideale di libertà e di uguaglianza. Istituì in
una casa sua una academia dei nuovi filosofi, il cui titolo destò i sospetti
della polizia, tanto più che nessun patrizio vi si iscrisse, ma borghesi,
liberi professionisti e maestri”
La reazione del popolo non era
quella da lui auspicata
“Erano parole nuove che stupivano quella gente avvezza a considerare il
padrone, di cui non vedevano quasi mai l’aspetto, come una specie di semidio e
di esse non capivano che una cosa: che avrebbero avuto frumento e legumi e che
non dovevano essere poveri. Non comprendevano che quelle generosità potessero
non avere un tornaconto personale, e pensarono che probabilmente celavano
un’insidia. O pazzo o giacobino. Essere giacobino significava, per quelle menti
rozze e imbevute di tutte le superstizioni e di tutti i pregiudizi, essere
profanatore della religione, assassino dei re, violatore delle donne, incendiario,
cannibale”
Luigi Natoli: Calvello il bastardo. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1789, al tempo della Rivoluzione Francese. Il
protagonista Corrado Calvello è affiancato dal patriota e giureconsulto
Francesco Paolo Di Blasi. L’opera
è la trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La
Gutemberg nel 1913.
Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 880 – Prezzo di
copertina € 25,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
On line su Amazon, Ibs e tutti gli store.
In libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Nuova Ipsa (Piazza Leoni), Libreria Sellerio (Viale regina Margherita - Mondello)
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