lunedì 5 luglio 2021

Luigi Natoli: Mastro Bertuchello (Latini e Catalani volume 1)

Chi era Mastro Bertuchello, protagonista del romanzo? Così lo descrive Luigi Natoli: “L’ometto era piccolo, magro, con i capelli neri che gli scappavano a lunghe ciocche sul collo di sotto la cuffia. Il suo volto lungo, con un muso di faina, raso, aveva un’età indefinibile. Gli si potevano dare venti o quarant’anni. Dal naso al mento, per la piega amara e beffarda delle labbra aveva quarant’anni; ma gli occhi grandi, vivaci, che ridevano anche quando la bocca pareva amara, erano quelli di un giovane di venti anni. La sua cuffia di velluto nero, qua e là spelato, teneva buona compagnia alla zimarra che aveva ai gomiti e al petto una lucentezza, indizio di un’età venerabile e di un lungo servizio; e alle sfilacciature e a qualche strappo mal rammendato rivelava le condizioni economiche dell’ometto, non molto prospere invero. Ma erano cose alle quali egli non badava: pareva anzi che quella povertà fosse indispensabile a quell’aria di sdegnosa fierezza che  gli splendeva sulla fronte ampia e impavida”. Aveva vissuto alla Corte di Messer Francesco  Ventimiglia, Conte di Geraci, dal quale era stato mandato a Bologna a studiare. Ed è al suo ritorno a Geraci che assiste alla distruzione del regno dei Ventimiglia, e Bertuchello è costretto a fuggire e rifugiarsi a Palermo dove fa l’insegnante di grammatica presso la scuola di S. Domenico. 
Da qui la trama del romanzo si “infervora”, come direbbe Natoli, in una giostra di personaggi le cui vite si intrecciano fra amori e tradimenti, verso un finale che lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina. E l’avvincente storia continua con IL TESORO DEI VENTIMIGLIA…
Chi sono i personaggi, storici o nati dalla fantasia dell'autore, che vivono nel romanzo, ognuno con la sua storia, vittime o carnefici? Così  li presenta Luigi Natoli, con i loro reali riferimenti storici.
Francesco Ventimiglia, personaggio storico, signore di Geraci…”Messer Francesco Ventimiglia, conte di Geraci, vantava sangue regio. Era uno dei più possenti signori del reame: il suo vasto dominio si stendeva dal mare fino sopra le Madonie. Al tempo della catastrofe comprendeva una ventina di feudi: Sperlinga, Pollina, Castelbuono, Golisano, Gratteri, Sant’Angelo, Malvicino, le due Petralie, Gangi, San Marco, Belici, ed altre terre minori e casali lo riconoscevano signore: alla sua casa, per diritto ereditario concesso dai re, spettava l’ufficio di Gran Camerario, una delle sei o sette dignità supreme del regno.” 
La famiglia Chiaramonte…”Non erano i Chiaramonte così ricchi quanto i Ventimiglia, né così addentro alle grazie del Re, ma vantavano più alte e più antiche origini. Venuti in Sicilia con i Normanni, erano un ramo dei Clermont. Rinaldo, il famoso paladino, era un Clermont. Si dicevano discendenti di Carlo Magno, e la tradizione di questa discendenza, è istoriata nel soffitto della gran sala dello Steri, da loro fatta dipingere nel 1387”
Costanza Chiaramonte, figlia di Manfredi I Chiaramonte e moglie di Francesco Ventimiglia..”Era così bella, così gentile, così affascinante che messer Francesco non potè non ammirarla. Certamente ella sarebbe stata una degna contessa di Geraci. Avrebbe recato non solo la beltà e la ricchezza, ma anche lo splendore di un nome che in quei giorni sopravanzava su tutti. Il suo orgoglio si destò: l’idea di quelle nozze, che dapprima aveva scacciato come assurda, cominciò a sembrargli conveniente e possibile. Ci pensò sopra.”
Giovanni Chiaramonte, fratello di Costanza …”L’incontro fra Costanza e suo fratello fu commovente. Ella gli si gettò fra le braccia piangendo ed egli non seppe dire nessuna parola di conforto, e pianse anche lui, ma d’ira; e proruppe in amare invettive e in minacce...”
Margherita Consolo, madre dei figli naturali di Francesco Ventimiglia…”Quella fanciulla che pareva timida e vergognosa, doveva possedere qualche incantesimo; e avvenne la cosa più illogica per le abitudini del conte, quella cioè di rimanere fedele a madonna Margherita fino al punto di prenderla con sé e di convivere con lei come se fossero stati marito e  moglie. Questo avvenne intorno al 1313. Io non ero ancora nato; e questi fatti mi vennero raccontati dai più vecchi...” 
Matteo Palizzi, personaggio storico ..”Nel 1322 Matteo aveva circa vent’anni. Di statura media, bruno, pallido in volto, neri i capelli e gli occhi; non era brutto, ma aveva nello sguardo, freddo e tagliente coma la lama di un pugnale, qualche cosa che agghiacciava il sangue e annullava la volontà. Tutti i lineamenti del suo volto, dal naso lievemente aquilino al taglio della bocca, dall’ampiezza della mascella alla durezza del mento prominente, dalla convessità della fronte alla ruga che s’insolcava dritta e profonda tra le sopracciglia nere, rivelavano una volontà tenace, una grande ambizione di dominare, violenza, simulazione e insensibilità di cuore” 
Damiano Palizzi, personaggio storico, fratello di Matteo “Tutto volpe era invece Damiano, anche negli occhi gialli. Egli aveva quattro anni in più di Matteo, sul quale aveva, più che per l’età, acquistato un certo ascendente per la sottigliezza dei suoi suggerimenti, per la ricchezza degli espedienti che la sua mente feconda sapeva trovare per trarsi d’impaccio, per la perfidia tenebrosa dei suoi disegni. Era anche lui ambizioso, ma non soltanto per sé, anche per Matteo, per il quale aveva una certa tenerezza”  Entrambi erano figli di Niccolò Palizzi, prode difensore della città di Messina durante la guerra del Vespro Siciliano contro Carlo d'Angiò e cortigiani di Re Pietro, sul quale esercitavano una grande influenza. 
I Re Federico e Pietro d’Aragona..”il 25 giugno 1337 Re Federico morì. Il peso del regno gravò tutto su Pietro, che già socio del padre, il quale di fatto regnava per tutti e due, ora si trovava tutto solo, dinanzi a responsabilità così gravi e grandi, che lo riempivano di sgomento”
Messer Puccio Cannata:”Messer Puccio Cannata, mercante di Loggia, onesto e pacifico borghese, aveva chiuso il fondaco, s’era vestito di panni di festa e ora spingeva innanzi monna Berta sua moglie. Lucia e Niccoloso, suoi figli, vestiti anch’essi di gala, per andare a vedere l’ingresso del Re”
Lucia Cannata:” Ma il più temibile di questi diavoli graziosi e così seducenti era un diavoletto di tredici anni, che abitava nel vicolo di Sant’Andrea presso la Chiesa di S. Domenico; e quando egli passava s’affacciava alla finestra fra due testi di garofani, meno rossi delle sue labbra che pareva ridessero della zimarra logora, della cuffia spelata e del muso di faina di lui, Bertuchello” 
Il Duca Giovanni d’Aragona, personaggio storico, fratello di Re Pietro..”Giovanni era di tre o quatto anni minore di Re Pietro suo fratello; aveva sposato una donzella di casa Lancia, ed ereditato alla morte del fratello Guglielmo I i ducati di Atene e Neopatria, conquistati alla corona di Sicilia dalla grande compagnia di ventura composta da catalani e siciliani. Per questi ducati egli passò alla storia più col titolo di duca che con quello di marchese. Da quando era morto il padre (Re Federico) egli s’era tenuto lontano dagli intrighi di corte, dominata dai Palizzi” 
Pirruccio da Tusa …”Pirruccio era stato uno dei familiari della corte di Messer Francesco, il quale lo aveva avuto singolarmente caro. Vi era entrato fanciullo, ed era cresciuto con i figli del Conte e con Bertuchello. Al suo ritorno da Bologna, Bertuchello lo aveva trovato signore della torre e villa del Vallone. Poi venne la catastrofe e disperse tutti” 
Serena Ognibene, moglie di Pirruccio..”In quel punto stesso la fanciulla si affacciò alla finestra. Non aveva più il manto: il sole le illuminava il viso e mi pareva che l’accendesse di splendori”..
Matteo Sclafani, personaggio storico, conte di Adernò e amico di Messer Ventimiglia “Questo signor Matteo Sclafani che fu l’ultimo e il più noto della sua stirpe, non primeggia nella storia per gesta; ed anche in quei trambusti il suo nome o non figura o figura tra personaggi secondari ed in fatti di poca importanza. Pure ai suoi tempi dovette godere di una grande reputazione per la sua ricchezza – sembra che venisse secondo dopo i Chiaramonte  - e per la sua liberalità. Gareggiando con qeusti profondeva denari per edificare o decorare chiese ed alcune serbano ancora o nelle lapidi o nei capitelli lo scudo con due gru, arma dello Sclafani. Ma di questa gara rimase esempio il palazzo. Per deridere e mortificare i Chiaramonte, che da trent’anni circa attendevano alla costruzione dello Steri (fu cominciato verso il 1305), Matteo Sclafani costruì il suo in un anno e una lapide sincrona, esistente fino al Settecento e riportata dagli storiografi di quei tempi, attestava il miracolo. Strano destino: i soli palazzi trecenteschi di Palermo rimasti integri nella loro massa, se non intatti, sono appunto lo Steri dei Chiaramonte e il palazzo dello Sclafani” 




Luigi Natoli: Latini e Catalani volume 1 e 2. (Mastro Bertuchello e Il tesoro dei Ventimiglia) Romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo del 1300, al tempo del regno d’Aragona, del conte di Geraci Francesco Ventimiglia e dei fratelli Damiano e Matteo Palizzi, sullo sfondo della guerra fratricida fra Latini e Catalani. I due volumi sono la trascrizione delle opere originali pubblicate con la casa editrice La Gutemberg rispettivamente negli anni 1925 e 1926.
Copertine di Niccolò Pizzorno
Mastro Bertuchello – Pagine 575 – Prezzo di copertina € 22,00
Il Tesoro dei Ventimiglia – Pagine 525 – Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (Consegna a mezzo corriere in tutta Italia) Invia un messaggio alla mail ibuonicugini@libero.it o al whatsapp 3894697296
Disponibile su Amazon Prime, Ibs e tutti gli store on line.
In libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Nuova Ipsa Editore (Piazza Leoni) Libreria Sellerio (Viale Regina Margherita - Mondello)

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