mercoledì 20 maggio 2020

Luigi Natoli: Francesco Paolo Di Blasi è condannato a morte - Tratto da: Calvello il Bastardo.

Gli avvenimenti infatti precipitavano, e la condizione del Di Blasi aggravava. Alle rivelazioni del Teriaca si erano aggiunte le confessioni spontanee o strappate di altri, i quali credevano di sfuggire alla morte accusando i compagni e rivelando il piano della congiura. Il reo principale e maggiore appariva don Francesco Paolo Di Blasi; e su di lui conversero gli sforzi del magistrato; ma per quanto il giudice Artale facesse per conoscere altri possibili complici e se vi fossero relazioni all’estero, non gli si cavò di bocca una parola.
Raccolti gli elementi della causa, il 15 maggio il tribunale assegnò il termine straordinario di difesa a dieci accusati: il Di Blasi, Benedetto La Villa, i due fratelli Giulio e Giovanni Tenaglia, Salvatore Messina, Gaetano Carollo, Bernardo Palumbo, don Gandolfo Bonanno, e maestro Francesco D’Anna e Nunzio Ruvolo; ordinò che altri si spedissero a Napoli, tra essi impunito il Patricola; sopra altri fuggiti pronunziò sentenza di bando e fra questi Corrado Calvello.
L’indomani, 18, si sarebbe discussa la causa; si affermava che la sentenza sarebbe stata di morte.
l Di Blasi fu difeso dai giureconsulti Paolo e Gaspare Leone, gli altri da Felice Ferraloro. Per impedire al popolo l’accesso furon posti sulla porta otto soldati con baionetta in canna. La discussione durò otto ore; la sentenza fu di morte per quattro: il Di Blasi, Giulio Tenaglia, il La Villa e il Palumbo; per gli altri fu di reclusione nelle orride fosse di Favignana, di Pantelleria, di Lipari.
Al Di Blasi, come patrizio, la mannaia; la forca agli altri tre; l’esecuzione avrebbe avuto luogo il 20, nel piano di Santa Teresa.
Ma al Di Blasi era stata anche data altra pena: la tortura. La stessa sera della sentenza gli fu data la corda, e poichè i medici giudicarono che, per malattie, facilmente sarebbe soccombuto, gli fu mutato il genere di tortura, ed ebbe bruciate le piante dei piedi con lardo bollente.
Francesco Paolo Di Blasi non tremò dinanzi alla corda, e non tremò dinanzi al fuoco. A mostrare il suo dispregio, denudò da sè stesso i piedi.
Corrado aveva concepito un piano temerario, confidando in quello che avrebbe dovuto sospettare come più insecuro, se non più infido.
Si trattava di strappar don Francesco Paolo Di Blasi e i suoi compagni di morte al supplizio, nel momento che vi erano condotti.
All’ora del supplizio Corrado con una mano dei più coraggiosi, travestiti come erano da campieri, si sarebbero mescolati ne la folla, appostandosi nei pressi del palco, dove essa naturalmente sarebbe stata più folta. Avrebbero aspettato che il funesto corteo fosse giunto; e allora, a un dato segno, si sarebbero gittati addosso ai granatieri e ai birri circondanti i condannati, atterrandone quanti più se ne potevano in un istante di sgomento e di confusione. Nel fuggi fuggi della popolazione che ne sarebbe seguito, e nel quale gli altri soldati, ignari di tutto, sarebbero stati travolti, Corrado avrebbe tagliato le corde, e sciolti i condannati, li avrebbe spinti al “fondaco dei Greci” dove i cavalli aspettavano insellati, e via, per la boscaglia, mentre gli altri banditi appostati alla finestra del fondaco avrebbero impedito a fucilate che le truppe, riavutesi, si fossero avvicinate.
Questa impresa doveva essere, secondo il disegno e le speranze di Corrado, coadiuvata dai fratelli delle loggie e dal popolo, specialmente dalle maestranze, che ne avrebbero seguito il movimento con tanto maggior calore, quanta era la simpatia goduta dall’illustre giureconsulto, e l’avversione al governo del luogotenente generale.
Fin dalla mattina per tanto Pietro aveva ricevuto istruzioni; per tutta la giornata era andato a portar lettere e avvisi a destra e a manca: udiva dovunque feroci propositi e oscure minacce. Tutto dunque andava a seconda...


Luigi Natoli: Calvello il bastardo – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di fine Settecento e inizi Ottocento, quando la Rivoluzione Francese porta in tutta Europa le prime idee di libertà dei popoli e nascono le prime Logge. Il protagonista Corrado Calvello è affiancato dal patriota e giureconsulto Francesco Paolo Di Blasi.
L’opera è la trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1913.
Pagine 880 – Prezzo di copertina € 25,00
Copertina di Niccolò Pizzorno. 
Disponibile al sito www.ibuonicuginieditori.it, www.lafeltrinelli.it, Amazon Prime e tutti i siti vendita online.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Palermo)

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