martedì 12 maggio 2020

Luigi Natoli: Re Martino. Tratto da: Il Paggio della regina Bianca.


Bel maggio quello del 1401; ma a Modica faceva caldo, e sebbene il castello, l’antico castello dei Chiaramonte sorgesse sopra l’alta rupe soprastante al quartiere di San Giovanni, non vi alitava un fiato di vento.
Sotto l’azzurro cupo del cielo l’aria pareva si fosse fermata. Gli alberi stavano immobili, colpiti dalla luce viva e sfolgorante; le acque del torrente parevano lamine di metallo.
Fuori nella campagna circostante era un gran silenzio; nel borgo, silenzio. Ma non era ancora mezzodì. 
Nell’ampia sala da pranzo, le cui finestre dominavano la vallata coperta di boschi, la tovaglia candidissima su la quale trionfavano vasi d’argento e d’oro, aveva anche essa una aspettazione piena di silenzio.
Il seggiolone di quercia, dall’alta spalliera intagliata, coperto di cuoio verde e costellato di borchie di bronzo dorato, era vuoto, dinanzi all’unico posto. Ma dinanzi alla finestra v’eran due personaggi.
Uno era giovane, coi lunghi capelli di un biondo rossiccio che gli cadevano, tagliati tondi, sulla nuca e sulla tempia, di sotto a una berretta bassa, e larga di fondo.
Egli volgeva le spalle alla sala, e non si vedeva in volto; ma dal panno della cioppetta (specie di giubba) che gli scendeva al ginocchio, dalla grossa catena che gli circondava il collo, dalla giarrettiera smaltata che gli cingeva il ginocchio appariva un alto personaggio.
Ma più ciò appariva dall’atteggiamento rispettoso dell’altro, che gli stava un po’ indietro, e a capo scoperto.
Era un uomo di una cinquantina d’anni, alto, vigoroso, coi capelli grigi sulle tempia, gli occhi grigi nei quali era qualche cosa di felino, la mascella forte. Era accuratamente raso, come voleva la moda dei tempi, e indossava la cioppa lunga di seta segno che era un uomo di qualità; le maniche della camicia ricamate di seta erano ai polsi tenute da grossi bottoni di filigrana d’oro.
L’uno e l’altro calzavano scarpe di panno di lira (così detto perché veniva da Liria, città spagnuola) insomellate, cioè, solate, con la punta acuta, e aperte sul malleolo.
Dopo un istante il giovane si voltò, guardò il suo compagno con una espressione di supremo fastidio, e disse:
- Messer Bernardo, mi annoio.
Il vecchio rispose:
- Vostra maestà ordini quel che vuole per cacciar la noia, e metterò sossopra la contea e anche il regno per contentarla; ma non mi trafigga l’anima con quelle parole, perché mi paiono un rimprovero alla devozione che ho per la vostra Celsitudine.
Le parole avevano significato umile e rispettoso; ma il volto del vecchio rimaneva duro e impassibile, quasi astioso. Egli aveva assunto una specie di tutela sul re, giovane, avido di piaceri, uscito da poco tempo dalla tutela del padre, che era andato a cingere la corona aragonese.


Luigi Natoli: Il Paggio della regina Bianca – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1401, quando è appena tramontata la grande epoca chiaramontana. L’opera è ricostruita e trascritta dal romanzo originale pubblicato della casa editrice La Gutemberg nel 1921.

È la presunta storia di Giovannello Chiaramonte, figlio di Andrea, che cerca di risollevare la gloria del suo casato contro il gran giustiziere Bernardo Cabrera, il re Martino e la regina Bianca di Navarra.
Pagine 702 – Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere)
Disponibile on line al sito lafeltrinelli.it, Amazon e tutti i siti vendita online. 
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica - Via Cavour 133 (Palermo) e Libreria La Vardera - Via N. Turrisi 15 (Palermo)

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