Voi mi contestate il titolo di conte, come quello di marchese o altro che io abbia assunto nella mia vita avventurosa; e avete creduto a una usurpazione, come se il cognome di Balsamo che ho avuto per diritto di nascita, non fosse per sé stesso degno di qualunque altro titolo di nobiltà, anche di quello di principe.
Ora è bene sappiate che tanto dal lato paterno quanto dal
materno io vengo da illustri casati. I Balsamo sono nobili in Messina. Nicola
Balsamo nel 1449 era signore di Agosta; Giacomo Balsamo, ai tempi di Ferdinando
il Cattolico, nel 1517 fu capitano di Milazzo e di patti, ed ebbe in feudo
Mirto; Antonio nel 1537 fu signore di Taormina; nel 1613 Pietro Balsamo,
marchese di Limina, fu Stratigò di Messina, ed ebbe il principato di
Castellaci. Giuseppe suo figlio fu barone di Cattafì, e Giambattista altro suo
figlio, fu protonotaro del regno. Furono signori di Castellana, Piragò e Pumo.
Fra’ Govanni Balsamo fu gran priore di Malta in Messina. Un ramo di questa
famiglia si trapiantò a Termini presso Palermo; ed è casato di signori; ed è
probabilmente da questo ramo che vennero i Balsamo di Palermo. Così mi
affermava mia madre, e così potei io stesso sperimentare più tardi.
Quale sia la discendenza del ramo di Termini, non è
necessario dire, per non infastidirvi con una filastrocca di nomi: ma notate
bene, che mio padre si chiamava Pietro, ed io ebbi il nome di Giuseppe; nomi
tutti e due che si riscontrano nella genealogia dei Balsamo, di Messina e di
Termini.
Quanto ai Bracconieri, basta dire che Simone Bracconieri nel
1439 era barone di Piscopo e castellano di Castroreale. Ma dal lato materno,
cioè da quello della illustre casa dei Martello, i Bracconieri possono stare a
pari della prima nobiltà del mondo. I Martello discendono dalla regia stirpe
carolingia. Un nepote del Re Carlo Martello si stabilì in Pisa, e vi creò la
famiglia dei Martello. Parecchi secoli dopo, e propriamente nel secolo XV uno
di questi Martello, fuggendo da Pisa con molte altre famiglie, venne in Palermo
e fu il capostipite dei Martello in Sicilia.
Lo stemma dunque che un disegnatore ha voluto incidere
sotto uno dei miei ritratti che corrono in mio onore, mi appartiene di buon
diritto.
Io l’ho ritagliato e incollato su questo foglio perchè voi
lo conosciate (*).
(*) Nota dell'autore: Questo stemma fu trovato
e pubblicato da A. Sala nella rivista araldica – 1903.
Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure.
Pagine 882 - Prezzo di copertina € 25,00 - Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Nella foto: Lo stemma dei Cagliostro,
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