martedì 6 giugno 2017

Luigi Natoli e le origini del conte di Cagliostro


Per restringere la mia parentela, e perchè sappiate che il titolo di Caglio­stro non è meno mio di qualunque al­tro, voglio farvi un breve albero ge­nealogico della mia famiglia.
Anche nella Bibbia e nei Vangeli si comincia con l’albero genealogico. Io non risalgo ad Abramo e Noè, la pa­rentela dei quali per altro non respin­go; ma scendo a tempi assai più vicini.
Carlo Matteo Martello ebbe due fi­glie, una, Maria andò sposa di don Giu­seppe Bracconieri, morto nel 1754; l’altra, Vincenza, si maritò in don Giuseppe Cagliostro di Novara Sicula, e fu la mia buona madrina.
Dal matrimonio di Maria col Brac­conieri nacquero quattro figli, due ma­schi Antonino e Matteo, miei zii, e due femine; Felicia Bracconieri, mia madre, che andò in moglie a don Pie­tro Balsamo, e Maria che fu sposata al signor Filippo Abate di Termini.
Dicono che il mio nonno paterno Antonino Balsamo fosse un libraio molto noto in Palermo. Non so, e non mi importa saperlo. Mio padre era un mercante.
Le nozze di Felicia Bracconieri e di Pietro Balsamo furono feconde di due figliuoli: Giovanna Giuseppa Maria, mia sorella, che poi – a quanto ne ho saputo – si è sposata con un Giovan Battista Capotummino, ed io.
Io nacqui a Palermo, il 2 giugno 1743 nella casa paterna, in un vicolo che allora prendeva il nome da una ce­lebre taverna detta della Perciata, nelle vicinanze dell’ospedale dei frati Benfratelli. Fui battezzato sei giorni dopo alla Cattedrale dal parroco don Diego Mezzopane e fui tenuto a battesimo da don Giovan Battista Barone e dalla zia Vincenza Cagliostro che, non potendo venire personalmente, si fece rappre­sentare per procura.
Nel battesimo ebbi imposti i nomi di Giuseppe, Giovan Battista, Vincen­zo, Pietro, Antonino e Matteo.
Troppi nomi per un uomo solo. I miei mi chiamarono sempre col primo.
Se nel corso della mia vita io assun­si cognomi diversi non c’è dunque da stupirsi. Dal momento che era piaciuto ai miei parenti di caricarmi di tutti quei nomi che io non domandavo, per­chè mai non potevo io concedermi di mia volontà quelli che mi piacevano?
Questi particolari sulla mia nascita risulterebbero dalla fede di battesimo, che fu domandata in occasione del mio matrimonio; ma io ho sempre dato uno scarsissimo valore a questo docu­mento insignificante per la vita di un uomo.
Per un pezzo io stesso credetti di essere nato a Termini o a Messina o a Malta; ma poi mi son persuaso che, per quanto la fede di battesimo assicuri il luogo e la data della mia nascita, è da sciocchi cercare quando o dove la mia personalità abbia avuto origine. Io l’ignoro. Io sono stato sempre e la mia patria è il mondo.

 
Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure
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