Per restringere la mia parentela, e perchè sappiate che il
titolo di Cagliostro non è meno mio di qualunque altro, voglio farvi un breve
albero genealogico della mia famiglia.
Anche nella Bibbia e nei Vangeli si comincia con l’albero
genealogico. Io non risalgo ad Abramo e Noè, la parentela dei quali per altro
non respingo; ma scendo a tempi assai più vicini.
Carlo Matteo Martello ebbe due figlie, una, Maria andò
sposa di don Giuseppe Bracconieri, morto nel 1754; l’altra, Vincenza, si
maritò in don Giuseppe Cagliostro di Novara Sicula, e fu la mia buona madrina.
Dal matrimonio di Maria col Bracconieri nacquero quattro
figli, due maschi Antonino e Matteo, miei zii, e due femine; Felicia
Bracconieri, mia madre, che andò in moglie a don Pietro Balsamo, e Maria che
fu sposata al signor Filippo Abate di Termini.
Dicono che il mio nonno paterno Antonino Balsamo fosse un
libraio molto noto in Palermo. Non so, e non mi importa saperlo. Mio padre era
un mercante.
Le nozze di Felicia Bracconieri e di Pietro Balsamo furono
feconde di due figliuoli: Giovanna Giuseppa Maria, mia sorella, che poi – a
quanto ne ho saputo – si è sposata con un Giovan Battista Capotummino, ed io.
Io nacqui a Palermo, il 2 giugno 1743 nella casa paterna, in
un vicolo che allora prendeva il nome da una celebre taverna detta della
Perciata, nelle vicinanze dell’ospedale dei frati Benfratelli. Fui battezzato
sei giorni dopo alla Cattedrale dal parroco don Diego Mezzopane e fui tenuto a
battesimo da don Giovan Battista Barone e dalla zia Vincenza Cagliostro che,
non potendo venire personalmente, si fece rappresentare per procura.
Nel battesimo ebbi imposti i nomi di Giuseppe, Giovan
Battista, Vincenzo, Pietro, Antonino e Matteo.
Troppi nomi per un uomo solo. I miei mi chiamarono sempre
col primo.
Se nel corso della mia vita io assunsi cognomi diversi non
c’è dunque da stupirsi. Dal momento che era piaciuto ai miei parenti di
caricarmi di tutti quei nomi che io non domandavo, perchè mai non potevo io concedermi
di mia volontà quelli che mi piacevano?
Questi particolari sulla mia nascita risulterebbero dalla
fede di battesimo, che fu domandata in occasione del mio matrimonio; ma io ho
sempre dato uno scarsissimo valore a questo documento insignificante per la
vita di un uomo.
Per un pezzo io stesso credetti di essere nato a Termini o a
Messina o a Malta; ma poi mi son persuaso che, per quanto la fede di battesimo
assicuri il luogo e la data della mia nascita, è da sciocchi cercare quando o
dove la mia personalità abbia avuto origine. Io l’ignoro. Io sono stato sempre
e la mia patria è il mondo.
Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure
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