giovedì 16 aprile 2020

Luigi Natoli: Ritorno al passato. Tratto da: Calvello il bastardo


Rimasta sola, la duchessa stese le braccia al cielo con un gesto disperato e deprecativo. Poi si mise a passeggiar per la stanza, pensando a quel passato così lontano, che l’evocazione di quella donna le faceva apparire recentissimo, abolendo quasi tutti gli avvenimenti della sua vita in quei ventisei anni.
Ella rivide quella cameretta povera e nuda, l’ampio letto, duro per le carni abituate alle mollezze, dove soffrì, per l’unica volta in vita sua, i dolori della maternità, senza gustarne le gioie, anzi sopprimendole, volontariamente. Non aveva provato nessun dolore nel separarsi da una creatura, la cui apparizione l’aveva fatta rabbrividire di spavento e di vergogna. Come era venuta? E perchè? Ricordava. A diciassette anni l’avevano maritata al duca di Falconara, che ne aveva trentotto: un bell’uomo, freddo, rigido. Dopo due anni di matrimonio infecondo era stato chiamato in corte e poi in missione all’estero. Ella si era chiusa nel palazzo, aspettando il ritorno del marito, pudica e fedele come Penelope; sorvegliata per altro dalla vecchia suocera. 
Ma erano così fredde le ampie sale del Palazzo Falconara! Erano così vuote le giornate, e così desolanti le notti nel letto vasto e deserto, dove i suoi sensi avevane intraveduto un mondo nuovo, ed era germogliata una fioritura di desideri consapevoli! La vecchia suocera non la lasciava mai sola, ma le faceva pesare la compagnia con interminabili prediche morali sui doveri di una moglie, durante l’assenza del marito, e con le lamentazioni sui tempi corrotti, talchè ella per sottrarsi a quel supplizio desiderava giungesse presto la fredda e solitaria notte. Un bel mattino fu trovata la suocera nel letto morta di accidente avuto nella notte. Se ne fecero funerali sontuosi, e un corriere fu spedito al duca per annunciargli la disgrazia. 
Passati nove giorni di lutto stretto rigoroso, ella, per tutelar meglio la sua reputazione se ne andò nella casa paterna... E lì... Ricordava l’incontro con l’uomo fatale, sette mesi dopo. Il duca non ritornava; quell’uomo era giovane, bello, elegante, valoroso e appassionato... Come avvenne? Non sapeva; fu una specie di ubbriachezza; ma certo, una notte, le sue mani tremanti apersero, senza far rumore, le vetrate del balcone che dava sul giardino; e accolse quell’uomo; e... e così anche le altre notti!...
Poi un bel giorno improvvisamente trasalì; aveva sentito dentro di sé agitarsi qualcosa... Ah quale spavento! quale odio fu quel piccolo essere germogliato in silenzio, che veniva a un tratto ad avvelenare la sua felicità! Quali tentativi per spegnere quella nuova vita accusatrice!... Indarno. Trionfava. Venne il tempo in cui non potè celare le sue condizioni. Allora si confidò alla madre. Qual colpo per la povera donna!... Bisognava nascondere agli occhi di tutti l’orribile colpa. La ricondussero nel suo palazzo, relegandola in una camera, dando a credere che fosse ammalata. Poi, perchè ogni cosa rimanesse nel mistero, si avvisarono di mandarla nei suoi stati, col pretesto di mutar aria; in realtà per far disparire ogni traccia...
Oh! come tutto pareva alla sua memoria vivo e recente!...

Luigi Natoli: Calvello il bastardo. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di fine settecento, dove l'eco della Rivoluzione francese porterà ai primi cenni delle logge che daranno vita alla Carboneria. Al centro Corrado Calvello, affiancato dal giureconsulto Francesco Paolo Di Blasi.
Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1913
Pagine 856 - Prezzo di copertina € 25,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Disponibile su Amazon e tutti i siti vendita online. 


Nessun commento:

Posta un commento