mercoledì 22 aprile 2020

Luigi Natoli: Il gioco d'azzardo a Palermo nel Settecento. Tratto da: Calvello il bastardo


La passione del giuoco era divenuta in Palermo tanto grande, che i fabbricanti di carte erano divenuti numerosi così da poter formare una corporazione autonoma, e da allettare il fisco che, nel 1775, imponeva una gabella sulle carte da giuoco. Non vi era conversazione, dove non si giocasse e dove talvolta ingenti fortune non passassero da una mano all’altra. I vicerè avevano cercato di frenarla con bandi, che, come tutti i bandi proibitivi, rimanevano lettera morta. Avevano anche proibito i giuochi più rischiosi: la bassetta, la primiera, il biribisso, il goffo, il trenta e quaranta, il banco fallito, la regia usanza, il faraone, il passadieci, e via dicendo; tutti giuochi nei quali il trarre di una carta o un getto di dadi poteva costare anche un feudo ai nobili, la vita d’un mese ai civili, la miseria e la disperazione, e forse anche il delitto, ai plebei. Proibito non soltanto giocarli, ma anche vederli giocare; non soltanto nei caffè e negli altri luoghi pubblici, ma anche nelle case private.

Ma intanto lo stesso Vicerè, lo stesso Pretore, nei ricevimenti ufficiali, non mancavano di aprire una sala pel giuoco, ed eran costretti a chiudere un occhio sulle ordinanze.

Alla “Conversazione grande” o al “Cesarò”, dunque, si giocava. Al tavolino più affollato si giocava a bassetta; sul tappeto verde eran distese le dieci carte, cucite in una striscia di panno; altre carte stavano dinanzi e dietro e sparivano sotto le poste: colonne e monti d’argento e d’oro. Il banco sfogliava: or tirava a sé alcune poste, ora pagava. Intorno al tavolino era un incrociarsi di dialoghi, di esclamazioni, di risa, di sommessi bisbigli; qualche mano a un tratto si abbandonava furtivamente, qualche altra andava a cercarla; in una leggera pressione si comunicavano, nell’ombra del tappeto, una parola non detta. Negli altri tavolini si giocava a goffo e a primiera, in silenzio, con raccoglimento, con brevi parole monotone, con lievi osservazioni, e con un ammonticchiarsi di carte, gittate ne lo sballo.

Appena la duchessa entrò, appoggiandosi al braccio del cavalier Gallego e seguita da tre o quattro signori, che, vistala nell’anticamera, mentre gittava lo scialletto di seta ai servi, erano corsi a riverirla e l’accompagnavano; alcuni giuocatori si staccarono dal tavolino della bassetta e le vennero incontro. Quelli degli altri tavolini si alzarono a mezzo inchinandosi; ella rispondeva con un grazioso sorriso, porgendo la mano al bacio, o se si trattava di salutar qualche dama, facendo quelle graziose riverenze da minuetto, che la moda contemporanea ha in qualche modo risuscitato. Qualche volta una dama si alzava, lasciava il tavolo; un cavaliere la seguiva; sotto le forme della galanteria, traspariva qualcosa che oltrepassava i limiti delle cortesie e nel vano delle finestre, tra le cortine, si potevano sorprendere rapidi sussurrii.

Nelle altre sale, quelle di conversazione, intorno al cembalo o in soffici canapè, la galanteria prendeva un tono e maniere assai più libere: le dame si lasciavano corteggiare, forse anche un po’ troppo; e mentre il frasario non dimenticava le formule prescritte, le mani e i sospiri dicevan pensieri più intimi e più audaci. I sussurrii, le risa fresche e argentine, talvolta il suono del cembalo, giungevano nella sala da giuoco, e si frammischiavano alle conversazioni sommesse, al tintinnìo delle monete.


Luigi Natoli: Calvello il bastardo. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di fine settecento, influenzata dalle nuove idee della rivoluzione francese che ruotano, oltre che intorno al protagonista, al giurecolnsulto Francesco Paolo di Blasi.
Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1913
Pagine 850 - Prezzo di copertina € 25.00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Disponibile su Amazon e tutti i siti vendita online.
Disponibile presso La Feltrinelli libri e musica (Palermo)

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