mercoledì 6 marzo 2019

Luigi Natoli: Si narra del bandito Vincenzo Agnello. Tratto da: La dama tragica

Com’era lunga quella notte! E come era misteriosa una notte passata nel cuore d’un bosco, in un’ombra fitta, che la fantasia popolava di tutte le immagini più strane, e dove il più lieve fruscìo di fronde, pareva il respiro di un essere ignoto e favoloso! Incuteva un sentimento di terrore religioso; come se vi si sentisse la presenza della divinità. La bragia coperta di cenere non segnava per terra che delle macchie, rosee, senza luce; non si vedevan più i corpi dei militi; ma se ne udiva il respiro, col suo ritmo calmo e uguale; e si sentiva ogni tanto sbruffare qualche cavallo. Pareva che l’ombra vivesse.
Il tempo trascorreva così. Poi anche il caporale si svegliò, stirò le braccia sbadigliò. Galcerano ne fu lieto perchè poteva almeno sentire una voce umana. Si misero a parlare. Il caporale raccontava storie vecchie di banditi. Era giovane, quando si assoldò nella compagnia del capitan Frisone per dar la caccia a Vincenzo Agnello. Il capitan Frisone era degno di stare a petto dell’Agnello. Proprio, come si narrava dei paladini, quando avvenne lo scontro, essi si cercarono e si affrontarono.
- Se a Vincenzo Agnello non fallivan le armi, il capitano era bello e spacciato. Ma nessuna delle pistole del bandito prese fuoco. Egli si gittò sul capitano con la spada levata; e il capitano gli mosse incontro. I cavalli si urtarono. Fu un momento terribile. Un compagno d’arme piombò a le spalle dell’Agnello, e gli diede un furioso colpo in testa col calcio del fucile. Così l’Agnello tramortito cadde, e fu finito... Era un uomo valoroso... Anche i suoi compagni, Cosentino, Gregorio, La Russa... Ah, se vossignoria avesse veduto Gregorio La Russa! Era il più bell’uomo che Dio avesse creato! Fu preso l’anno dopo, dal capitan Villefrate, ma a tradimento, e fu impiccato a Palermo. Se non era pel tradimento, non l’avrebbe preso. Gregorio valeva quanto Vincenzo Agnello!... Io, per me, se fossi stato il Vicerè avrei dato il « guidativo» a questi valorosi; avrei armato loro un paio di galere, e li avrei mandati in corsa contro i barbareschi. Avrebbero compiuto imprese maravigliose!...
Tra questi ragionamenti, che empivano la fantasia di Galcerano, di banditi, di combattimenti, di duelli, venne finalmente l’alba. In breve i cavalleggeri furono in ordine e ripresero la marcia attraverso il bosco. Procedevano cauti, sparsi fra gli alberi, aprendosi il passo faticosamente fra i cespugli e i viluppi dei rami. Ma il bosco pareva deserto. Fuor che la fuga di qualche volpe spaurita, e il frullare degli uccelli fra i rami, non vi era altro segno di vita.
Dov’era dunque la banda di Gian Giorgio Lancia?


Luigi Natoli: La dama tragica. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1500, al tempo di Marco Antonio Colonna. 
Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1920. 
Prezzo di copertina € 24,00 - Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile presso Librerie Feltrinelli
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