giovedì 5 marzo 2015

Luigi Natoli in Fioravante e Rizzeri: l'opera dei pupi.

 


Qualche volta, passando per una stradetta, sopra una porta, vedo pendere un cartellone con dipinti in quadri alcuni episodi di quello che si rappresentava la sera nel teatro delle marionette; e vi leggevo i nomi di Fioravante e di Rizzeri. La storia di Andrea da Barberino si era rifugiata lì: Fioravante e Rizzeri erano tramutati in teste di legno, come tutti gli altri campioni del valore e della fede; ma anche in quelle vesti che destano in noi un sapore di cose nuove. In un quadro v’erano due guerrieri, che abbassavano le armi e un leone fra loro in atto di separarli; in un altro, una folla di popolo e una regina condotta al rogo: i cavalieri erano vestiti con le armature del cinquecento, con un salto di mille e duecento anni. Non importa nulla. Pel popolo abituato a quel teatro e pel puparo, ossia per l’ “oprante” tutte queste differenze sparivano nell’antico, in cui tutto accadeva senza distinzione di tempo, di luoghi, di costumi: ma l’onda di poesia che scaturiva anche da quelle piccole teste di legno era possente e riecheggiava nelle anime semplici degli spettatori.
Ripresero il combattimento, ma questa volta il leone, ruggendo più fieramente del solito, si cacciò in mezzo ai combattenti, e rizzatosi sui piedi posteriori, sicché era più alto di tutti, e fra lo stupore e lo sbigottimento di quanti erano a vedere lo spettacolo, disse a gran voce:

- Fermatevi! Troppo avete combattuto, e troppo io ho taciuto!

Nessun commento:

Posta un commento