venerdì 25 gennaio 2019

Luigi Natoli: Il maestro Vincenzo Gagini. Tratto da: La dama tragica

Mastro Vincenzo Gagini si presentò dopo due giorni. Era un vecchio, barbuto, vigoroso ancora, di maniere franche e spicce, con una certa nobiltà nel volto; che pareva il segno della stirpe gloriosa già di tre generazioni di artisti valorosi, tra cui primeggiavano ancora i nomi di Domenico e di Antonio, il più grande di tutti.
Maestro Vincenzo era uno dei figli di Antonio: e s’era acquistata fama lavorando col padre nella sontuosa e maravigliosa decorazione marmorea del Duomo. Alcune delle statue, disperse poi nella devastazione del capolavoro di Gagini, qua e là in nicchie, o sui merli dell’edificio e molte di quelle storie a tutto rilievo che sono sparse nelle pareti o incastrate in altari, sono opera di Vincenzo. L’ultimo suo lavoro era stato il balcone o loggia marmorea all’angolo del palazzo arcivescovile. L’aria di nobiltà gli veniva dalla fama conquistata nell’arte.
Maestro Vincenzo non conosceva donna Eufrosina. Ma quando, entrato nella sala dove ella riceveva, la vide, chiusa nell’abito vedovile, così ben fatta, non potè frenare la sua ammirazione.
- Oh signora! Se voi foste vissuta ai tempi di Fidia, vi avrebbe fatto porre in sembianza di Venere.
Per parecchi giorni maestro Vincenzo si recò nel palazzo dei Corbera, per condurre a termine il suo modellino di cera. Ritraeva soltanto la testa, a un terzo dal vero; ma aveva voluto anche ritrattarla a mezzo busto di grandezza naturale, sopra un foglio di carta, per tenerselo come ricordo.
Lo scultore lavorava e chiacchierava. Sapeva tante storielle che facevan ridere donna Eufrosina: il che impediva alle stecche dell’artista di proseguire nel lavoro. Egli doveva aspettare che donna Eufrosina riprendesse la immobilità necessaria; ma poco dopo una nuova storiella, un motto spiritoso, interrompevano il lavoro.
Quelli furono per donna Eufrosina giorni di vera felicità. Si fece promettere dallo scultore, che le avrebbe fatto vedere la sirena, prima che venisse collocata sulla fontana; giacchè tutti gli scrupoli si erano dileguati, ed ella non aveva provato che appena un lieve rossore, quando il maestro le disse che la sirena avrebbe versato acqua dalle poppe. Ora aspettava la statua.
Una mattina il valletto le annunciò la visita di don Ottavio. Da quando aveva reso gli onori a Galcerano, egli non si era fatto più vedere, contentandosi di mandare a informarsi della sua salute e a domandarle se avesse bisogno di qualche cosa. Ed eran passati dei mesi. Si risolveva dunque a venire? Riprendeva le sue visite? C’era qualche cosa di nuovo? Tutte domande che donna Eufrosina si rivolse in un momento.


Luigi Natoli: La dama tragica. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo al tempo di Marco Antonio Colonna. 
Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1930
Prezzo di copertina € 24,00
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