lunedì 22 febbraio 2021

Luigi Natoli: Le insinuazioni di don Gaetano La Paglia. Tratto da: La vecchia dell'aceto.

 
Si ammantò e se ne tornò a casa con la stessa sveltezza, percorrendo la stessa via; e giunse a casa un po’ affannata, temendo di trovarvi già il marito: ma fortunatamente questi non era ancora rientrato; ella si spogliò e si mise a preparare il desinare. E pensava. Quel compare. Certo non poteva essere stato che lui a mettere qualche pulce nell’orecchio a don Agostino. Per sentimento di dovere? Per scrupolosa difesa dell’onore minacciato? Chi, lui, don Gaetano La Paglia? Andiamo! a chi voleva darla ad intendere? Lo sapeva bene lei, chi era il compare e che cosa avrebbe voluto. Già fin da quando, il giorno del matrimonio, don Agostino glielo aveva presentato, come il suo buon amico e compare (gli aveva tenuto a battesimo un figliolo) essa aveva sentito una avversione istintiva per quell’uomo, il cui sorriso aveva qualcosa di equivoco e di falso. E non aveva potuto mai  vincere questa avversione. Egli veniva ogni giorno a trovare don Agostino, e scherzava con lei con l’aria bonacciona, con frasi innocenti, sebbene talvolta grassocce, e sempre grossolane: ma i suoi occhi, quando per caso ella si voltava a guardarlo, avevano una espressione che la irritava, e che erano in antitesi col tono ridanciano delle parole. E quegli occhi che la seguivano, la spiavano, la investigavano, la spogliavano quasi, ella se li sentiva sempre addosso. E ne aveva avuto più che fastidio, paura.
Egli si lamentava sempre della propria casa, della moglie, dei figli; era un inferno, dal quale non gli pareva l’ora di allontanarsi; qui, almeno, nella casa del compare, si respirava: c’era l’odore della felicità.
- Ah compare Agostino! Voi siete un uomo fortunato: avete una moglie bella, massaia, che vi fa rilucere la casa, che vi vuol bene!...
Una mattina o fosse caso, o proposito, il compare la incontrò dinanzi alla chiesa di S. Ippolito, donde ella usciva. Rosalia suppose che egli l’aspettasse. Lo salutò, e fece per tirare innanzi. Quegli la fermò:
- Oh che incontro felice! venite dalla messa?
- Come vedete.
- Sapete che ogni giorno vi fate più bella? Ah che uomo fortunato mio compare!... Se avessi una donna come a voi, mi parrebbe di vivere in paradiso!...
Le lanciava sguardi dei quali ella capiva il significato. Si fece seria, e senza rispondere al complimento, disse:
- Be’. Lasciatemi andare. Vi saluto, compare...
- E aspettate! Tanta prescia avete! Lasciatemi godere un poco la vostra compagnia...
- È tardi, e ho da apparecchiare... A momenti don Agostino rincasa...
- Ecco una moglie amorosa!... Ma sapete che l’invidio, don Agostino? Tutte le fortune capitano a lui; e non so come egli non si metta in ginocchio ad adorarvi! Io lo farei, come è vero Dio!...
Ella rise ironica.
- Siete galante, compare! ah! ah! Vi saluto! vi saluto!
E sgusciatagli da lato, se ne andò. Altro che galante! Sapeva bene fin dove don Gaetano La Paglia voleva arrivare! Alla larga di questi compari!... Le era venuto in testa di mettere in guardia il marito, di non fidarsi molto, ma le balenò il sospetto, che forse, il marito per provarla, avesse pregato il compare, con cui, come suol dirsi, divideva il respiro, di far quella scena. Guarda; era la cosa più probabile, perché in verità, credere che, data l’intimità, il compare pensasse di commettere, più che un tradimento, un sacrilegio, offendendo l’amicizia e il comparatico, credere questo, le riusciva odioso. Comunque il compare aveva trovato il fatto suo, e bisognava ora più che mai stare in guardia anche per l’altro.
L’altro era don Giovannino, il cavaliere: don Giovannino, il figlio di donna Elisabetta del Carretto e del marchese d’Altofonte, anche lui un frequentatore, meno assiduo però, anzi raro, della casa di don Agostino. 

Luigi Natoli: La vecchia dell'aceto. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1700. La storia di Giovanna Bonanno, l’avvelenatrice passata alla storia come La vecchia dell’aceto.
L’opera è costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1927.
Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 562 – Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it (spedizioni a mezzo corriere in tutta Italia. Contattaci alla mail ibuonicugini@libero.it o al whatsapp 3894697296)
On line su Amazon Prime e Ibs
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), Nuova Ipsa (Via dei Leoni 71), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi n. 15), Libreria Modusvivendi (Via Q. Sella n. 15), Enoteca Letteraria Prospero (Via Marche 8)

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