lunedì 22 febbraio 2021

Luigi Natoli: Le "cassariote". Tratto da: Calvello il bastardo. Romanzo storico siciliano.

Sboccò nel Cassaro, quasi presso la Chiesa di San Giuseppe. Anche qui, e più numerosa, la folla degli ignudi dormiva su pei gradini della chiesa, nei vani delle botteghe e dei portoni; ma un’altra moltitudine errava sospettosa, guardinga, saettando con gli occhi cupidi e significanti. Era la moltitudine delle vagabonde, delle donne di tutti, che nella notte si spandeva pel Cassaro, aspettando al varco gli uomini che tornavano da qualche teatro, dai circoli, dalle riunioni o dalla passeggiata notturna alla Marina, o dalle cene nelle osterie perdute in vicoli segreti. Aspettavano nell’ombra. Come vedevano un uomo si protendevano, con sommessi bisbigli, con promesse tentatrici; in tre, in quattro lo circondavano e se lo disputavano come un osso i cani che raspavano nei rifiuti delle case. Erano ancora giovani, pallide, magre, e talvolta scalze, spesso cercando dare ai cenci di cui eran vestite una certa eleganza; sul volto, nella voce, nelle insistenze, non il vizio, ma la fame stampava l’abbrutimento. Con un vocabolo dispregiativo, che al tempo stesso indicava il loro mestiere, il luogo dove lo esercitavano, la vita randagia, si chiamavano cassariote. Gli oscuri antri umidi, senza sole, dal focolaio spento, che offendevano la opulenza e la magnificenza della città, le rigurgitavano ogni notte; lamie, sospinte dalla fame a vendere la sola cosa che possedevano, e sulla quale nessuno poteva vantare un diritto di proprietà. Ne venivano dai villaggi e dalle campagne ad accrescere il numero; e le contese, che talvolta si tramutavano in duelli cruenti, l’ozio, la rilasciatezza, la mancanza di un sentimento morale, fomentavano la corruzione; l’oscurità delle strade, i banchi sporgenti, le tettoie protettrici, offrivano comodi al fraudolento mercimonio: e la luna e le stelle vedevan dall’alto compiersi la fosca opera nella città tramutata in un vasto postribolo.
Ogni tanto un vicerè promulgava un bando, sollecitato dal pudore delle nobili dame, sorprese, mentre dalla passeggiata alla Marina o dalle conversazioni tornavano a casa, da sussurri e da spettacoli rivoltanti.
Allora per ogni parte, nella notte, si sguinzagliavano le ronde; per le strade della città si compivano delle cacce alla carne umana, le strade si riempivano di strida, di pianti, di bestemmie, di sghignazzamenti. Il giorno dopo una torma di donne, quelle venute dalla provincia, erano condotte fuori dalla città, per le vie suburbane; rimandate ai paesi d’origine, a ricominciar la lotta con la fame, per ripiombare dopo qualche mese nella capitale. Altre erano mandate in prigione, ree di aver rotto il bando, altre, le più fortunate e le più giovanette, eran chiuse, quando si poteva, nelle case di emenda o nei reclusori per le derelitte. Lì avevano almeno un letto e una minestra.
Agata si trovò in mezzo a questo branco di donne, disperso lungo la bella e ricca strada. Le vedeva talvolta errar lungo i muri, e i loro occhi la saettavano nell’ombra delle orbite nere, come sospettando in essa una nuova rivale; talvolta le si avvicinavano e la guardavano negli occhi. Con un senso di terrore, affrettando il passo dolente, ella cercava di scansarle, avviandosi verso la Porta Nuova, che vedeva torreggiare in fondo, con la sua piramide. Sudava freddo. Al terrore si aggiungeva il disgusto e lo schifo per quel che vedeva, e di cui recava in sé le stimmate insanabili.
- Oh Dio! Dio!... – mormorava, chiudendo gli occhi, coprendosi il volto, rannicchiandosi tutta e fuggendo, fuggendo.
Giunse a piazza Bologni. Dai gradini della statua di Carlo V, un gruppo di donne le si avvicinò e la fermò:
- Dove vai tu? donde sei venuta?
Le dissero una mala parola, che la colpì nel viso, come uno schiaffo. Una vampa d’ira la infiammò: con voce alta veemente nel dolore, gridò:
- Vi dico, lasciatemi passare.
La circondavano, torbide e feroci, con quella voluttà selvaggia degli oppressi, quando trovano di potersi rifare sopra uno più debole di loro. Una di quelle donne le sollevò le vesti, gridando:
- La sgualdrina ha delle sottane!...
Agata si difendeva: la collera gonfiava il suo petto; lagrime di sdegno, di angoscia le ardevano gli occhi; cercò di aprirsi un varco con la violenza. Tutte quelle donne le furono addosso; il loro odio scoppiava:
- Ah la sgualdrina che ha delle sottane bianche! sei venuta per rubarci il pane? te lo daremo noi!...
L’avevano afferrata, la stringevano, chi sa per quale sconcia vendetta, quando un grido d’allarme echeggiò improvvisamente, e un’onda di femine perdute passò fuggendo davanti a loro.
- La ronda! la ronda!...
E subito dopo una dozzina di birri, armati di bastone, che le inseguivano, piombarono sul gruppo, prima ancora che le donne avessero potuto lasciare la loro preda e mettersi in salvo. I birri le afferravano pei capelli, le tiravano, le facevan cadere per terra, le percuotevano ghignando, le legavano pei polsi; tra le bestemmie e le ingiurie sputate loro in volto da quelle sciagurate.
Ne avevano arrestate una diecina, e le legavano a due a due, in catena, per condurle alla “Carbonera”, nome che si dava alle carceri del capitano di città, poste presso il monastero di S. Caterina.

Luigi Natoli: CALVELLO IL BASTARDO – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di fine Settecento e inizi Ottocento, quando la Rivoluzione Francese porta in tutta Europa le prime idee di libertà dei popoli e nascono le prime Logge. Il protagonista Corrado Calvello è affiancato dal patriota e giureconsulto Francesco Paolo Di Blasi. 
L’opera è la fedele riproduzione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1913.
Pagine 880 – Prezzo di copertina € 25,00
Tutti i volumi sono disponibili al sito ibuonicuginieditori.it
È possibile ordinare alla mail ibuonicugini@libero.it, al cell. 3457416697 o inviando un messaggio whatsapp al 3894697296. Consegna a mezzo corriere in tutta Italia
Disponibili su Amazon Prime o al venditore I Buoni Cugini, su Ibs, e in tutti i siti vendita online.
Disponibili a Palermo in libreria presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), Nuova Ipsa (Via dei Leoni 71), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi n. 15), Libreria Modusvivendi (Via Q. Sella n. 15), Enoteca Letteraria Prospero (Via Marche 8)
Per qualsiasi informazione: ibuonicugini@libero.it – Cell. 3457416697 – Whatsapp 3894697296
 

Nessun commento:

Posta un commento