lunedì 15 febbraio 2021

Luigi Natoli: La seconda guerra servile. Tratto da: Storia di Sicilia

 
Ma questa calma non durò a lungo. In seguito a rimostranze del re di Bitinia, il Senato romano deliberò (104 a. C.) che nessuna persona libera, di stato federato, potesse esser fatta prigioniera e servire come schiava in provincia romana. Questa disposizione sollevò reclami in Sicilia, dove essendo pretore P. Licinio Nerva, moltissimi schiavi domandavano di essere rimessi in libertà, perché presi con la violenza e venduti contro diritto. Il Pretore accolti i reclami, ne aveva in pochi giorni liberati ottocento, quando, per l’agitazione che s’era diffusa fra gli schiavi, i grandi proprietari romani e provinciali protestarono, e obbligarono il Pretore a sospendere le manomissioni, e rimandare ai padroni gli schiavi postulanti.
Delusi e paurosi di castighi, molti di questi, invece di ritornare ai padroni si rifugiarono nel bosco sacro e inviolabile dei Palici; ed ivi escogitarono i mezzi per riscattarsi in libertà. Capitanati da un certo Vario, insorsero ad Alicia, uccisero i padroni, e corsero per le campagne, eccitando gli altri alla rivolta. Il pretore Licinio Nerva mosse contro di loro, e col tradimento di un Titinio Gadeo, bandito, li ebbe in potere. Molti caddero combattendo, altri si precipitarono dalle rupi. Ma questo non fu che un primo episodio. Un’ottantina di schiavi uccisero il padrone Canio, romano, si gittarono in campagna e raccolti intorno a sé altre centinaia di schiavi, formarono un esercito. Nerva indugiò da prima, poi, potendolo, non li assalì, e andò a Eraclea donde contro di loro spedì M. Titinio con la milizia. Ma gli schiavi lo sconfissero, e la vittoria accrebbe il loro numero fino a seimila. Allora cercarono un capo, e lo trovarono in un Salvio, indovino e, come Euno, in rapporto con gli dei; ai cui responsi si credeva. Salvio riordinò l’esercito, lo condusse per le campagne, lo accrebbe fino ad avere ventimila pedoni e duemila cavalieri coi quali corse sopra Morganzio. Il Pretore allora si mosse per prenderlo alle spalle, ma ne ebbe la peggio.
Intanto un altro schiavo, Atenione di Cilicia, sollevava in armi torme di schiavi in Segesta. Questi, tenendolo per indovino, ebbero fede in lui, lo seguirono e si diedero a saccheggiare le campagne. Salvio, prese nome di Trifone e invitò Atenione a riconoscerlo re. Atenione accettò, lo aiutò a prendere Triocala, ma Salvio-Trifone, sospettando che gli togliesse la corona, lo fece a tradimento imprigionare.
Lucio Licinio Lucullo mandato da Roma con sedicimila uomini accresciuti dagli stanziali, mosse contro Triocala; Salvio allora liberò Atenione, che, dimenticando l’offesa, postosi a capo dell’esercito, forte ora di quarantamila uomini, volle affrontare i Romani in campo aperto. Presso Scirtea Atenione combattè valorosamente, ma ferito alle ginocchia non si resse; la sua caduta spaventò i suoi, che l’ebbero per morto, e fuggirono in Triocala, dove nella notte Atenione si trascinò. Lucullo non seppe approfittare della vittoria, e indugiò tanto, che Atenione poté organizzare la difesa, e costringerlo a levar l’assedio. Frattanto, morto Salvio, Atenione fu fatto re. La fortuna di domare la rivolta e chiudere le guerre servili, toccò al console M. Aquilio, che diede una memoranda sconfitta all’esercito degli schiavi. Egli e Atenione si scontrarono animosamente, Atenione restò ucciso e Aquilio ferito. Gli schiavi sfuggiti alla strage, eletto capo un Satiro, continuarono ancora un poco a difendere la loro vita e la loro libertà, finchè stanchi si resero, a patto di avere salva la vita. Aquilio bruttò la vittoria con la perfidia. Avuti nelle mani gli schiavi, li fece incatenare e li mandò a Roma, per essere esposti alle belve. Ma quegli uomini non vollero dare spettacolo a diletto dei vincitori e scesi sull’arena, si trafissero l’un l’altro. Satiro, rimasto ultimo, si uccise da sè. Così nell’anno 77 a. C. ebbero fine le guerre servili che minacciarono di sottrarre la Sicilia al dominio di Roma.


Luigi Natoli: Storia di Sicilia (dalla preistoria al fascismo) – Il volume, è la fedele riproduzione dell'opera originale pubblicata con lo pseudonimo di Maurus dalla casa editrice Ciuni nel 1935, e si divide in sette parti: Libro Primo (dalla preistoria alla conquista bizantina) Libro Secondo (dai Bizantini alla conquista Normanna) Libro Terzo (dalla nascita del Regno di Sicilia al Vespro siciliano) Libro Quarto (la Sicilia sotto gli Aragona) Libro Quinto (dai re di Casa d'Austria alle guerre di successione) Libro Sesto (Il dominio dei Borboni) Libro Settimo (Il Risorgimento). Il volume si conclude con la Bibliografia delle principali fonti consultate dall'autore e dall'Indice analitico dei luoghi e delle persone. In tutta l'opera Luigi Natoli padroneggia la materia con grande perizia storiografica e con la competente erudizione del grande letterato senza mai annoiare il lettore, analizzando i fatti con imparziale lucidità e con un linguaggio moderno, facendone un testo di riferimento ancora attuale e di facile consultazione. La copertina, di Niccolò Pizzorno, raccoglie alcuni dei personaggi "perno" della Storia di Sicilia, sullo sfondo degli stemmi delle principali famiglie nobili siciliane e della Trinacria. 
Pagine 509 – Prezzo di copertina € 24,00
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