giovedì 2 maggio 2019

Luigi Natoli: La loggia delle donne. Tratto da: Cagliostro e le sue avventure


In fondo io eccitavo la loro vanità. Prendevo dalle dottrine degli Illuminati quanto esse dicevano sulla superiorità spirituale della donna, di cui è un simbolo l’Annunciazione. Non fu laVergine di Nazareth la eletta per redimere l’uman genere? Non si chinò dinanzi a lei l’angelo Gabriele? La donna doveva dunque uscire da quello stato di servitù e di menzogna in cui era tenuta, sotto la maschera della galanteria, della devozione degli uomini. 
Nel mio rituale della Massoneria egiziana avevo assegnato alla donna una parte importantissima nell’opera di rigenerazione, sviluppando il bene della Bibbia, che essa era la predestinata a calpestare la testa del serpente. 
Quando io scrivevo questa parte del rituale, sentiva dentro di me, veramente la grande verità che vi si nascondeva, perché scrivevo sotto una ispirazione. Molte dame, dunque, mi stavano attorno, ascoltavano i miei discorsi, ne bevevano le dottrine, se ne infatuavano, mi sollecitavano di iniziarle. Io eludevo sempre di rispondere, e allora esse si rivolsero a Lorenza, pressandola vivamente, per ottenere non una loggia d’adozione, dove esse potevano intervenire senza avere una vera missione, come figure ornamentali, sibbene una loggia propria, dalla quale fossero esclusi gli uomini, e dove anche loro potessero venire iniziate agli alti misteri della teurgia. 
Trentasei nomi, dei più belli e più noti di Parigi erano scritti in una lista; ne ricordo alcuni. Vi figuravano le contesse de Brienne, de Dessalles, de Polignac, le marchese de Genlis, de Lomènie, de Bercy, Baussan, le dame de Boursenne, de Trèvières, de la Blanche, de Monichenise, d’Ailly, d’Auret, d’Evreux, d’Erlach, de la Fare, madama d’Espresmesnil, madama Boissenier, madama Duval, madama Billet, madame de Lautret ed altre, i cui nomi mi sfuggono. 
Per desiderio di esse e anche perchè non fossero i lavori disturbati prendemmo a pigione una casa al punto opposto della via S. Claudio, nella via del Chemin Vert, sobborgo S. Onorato, quasi all’angolo della via del Sobborgo; un luogo quasi deserto, verdeggiante di orti e di giardini, oltre i quali si stendeva il vasto piano del Corso della Regina, detto dei Campi Elisi. 
La casa era isolata, aveva una piccola villetta dinanzi, una dietro più vasta, con un parco. Pareva un nido di amori e di misteri. Io battezzai la nuova loggia col nome di Isis.
Raccolte in una vasta sala, con la dolce ansia aspettante di quel meraviglioso che si promettevano, empivano l’aria del loro dolce sussurrìo. E sorridevano fra loro. Erano quasi tutte giovani, belle, ardenti. 
Alle undici entrarono nella sala, del guardaroba, dove, secondo era stato loro insegnato, ciascuna si spogliò delle proprie vesti, e indossò una tunica bianca, di leggera stoffa.che aderiva alla persona, come quelle che si vedono nelle statue antiche; e strinsero la tunica sui fianchi con una sciarpa colorata. Ogni gruppo di sei aveva una sciarpa dello stesso colore; rosa, celeste, verde, nero, violetto, fantasia. In capo un gran velo. 
Così vestite entrarono nel tempio, coperte le pareti di stoffa scura, intorno alle quali erano disposti trentasei seggioloni tappezzati di seta nera; e in fondo un trono rilucente d’oro. 
Poche lampade opache lasciavano nella penombra la sala, allora, vestita di bianco, con le insegne del suo grado, e una specie di corona sul capo, uscì Lorenza. La seguivano due giovani donne, vestite alla maniera dei guerrieri egiziani, le quali si posero ai due lati del trono. 
Lorenza ordinò alle dame di scoprire ciascuna la gamba sinistra, nuda, oltre il ginocchio; e di alzare il braccio destro, e appoggiarlo alla colonna vicina. Le due dame in costume egiziano allora con un cordone di seta, legarono fra loro per le gambe e per le braccia le dame; e quando questa operazione fu compiuta, Lorenza recitò un discorso, che ne spiegava il significato mistico. 
Io mi presentai in costume di Gran Cofto, e tenni loro un discorso, a guisa di preambolo sulla scienza ermetica della quale esse avrebbero appreso i principi, e le leggi e il fine della massoneria egiziana, che era il benessere dell’unità. 
- Vivete felici, – conchiusi, – amate la pace e l’armonia, temprate le vostre anime ai dolci sentimenti; amate, operate il bene; il resto è ben poca cosa!


Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure. 
Nell'unica versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1914
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