giovedì 23 maggio 2019

Luigi Natoli: Il conte di Geraci. Tratto da: Cappa di piombo e altre opere inedite per il teatro.

La prima opera della raccolta Cappa di Piombo è Il Conte di Geraci, scene medievali siciliane in due atti scritta per la festa del Cav. E. Dominici il 27 novembre 1884. 
Protagonista del dramma è Francesco Ventimiglia, conte di Geraci, e l'opera descrive appunto le ultime ore di vita del conte, dal momento in cui il re Pietro d'Aragona con i fratelli Palizzi e i Chiaramonte entrano nella contea fino alla fuga e alla fatidica fine. Il lettore attento di Luigi Natoli ricorderà benissimo che questa parte di storia della Sicilia è ampiamente narrata nel romanzo storico Latini e Catalani volume 1: Mastro Bertuchello. Il romanzo infatti, ha inizio proprio con la storia di Francesco Ventimiglia, conte di Geraci.
L'opera è scritta in bellissima grafia, e il frontespizio è corredato da un valido disegno dello stesso autore. Questo ci fa pensare che Luigi Natoli doveva avere una particolare predilezione per Il Conte di Geraci. Dei particolari indicati abbiamo inserito le foto nella prefazione, per il principio di condividere con voi lettori l'emozione di tutte queste piccole scoperte sull'autore: era un artista sia nel disegno che nella grafia. Un altro aspetto da aggiungere ai tanti che già conosciamo. 
Il linguaggio utilizzato richiama molto quello dei poemi epici. Così, ad esempio, si esprime il Conte dinanzi a una possibilità di fuga: "Una viltà mi addita: me non salva obbrobriosa fuga; ribelle io sono e da ribelle e da forte cadrò. Fuggire! E poi? Il tradimento mi circonda; ovunque io porrò piede, sorgerà una spia che mi darà a’ Palizzi: e tu, tu stessa consigliatrice de la fuga, in ceppi tratto a Palermo me vedresti, innanzi a giudici nemici, e sul mio capo sfolgoreggiar vedresti di sinistra luce la scure; e intorno al palco, accolti oscenamente lieti Chiaramonte e Palizzi!... Ah, non io, non io per questo lo stendardo levai de la rivolta e quaranta città meco divisero gli aspri perigli de la guerra. Il Conte di Geraci non fugge: io vedrò prima rovinar queste torri, e ne l’incendio funestamente divampare, e tutto travolgersi in macerie orride e tetre... Ma in mezzo a le rovine, io sol pugnando, nel mio vessillo avvolto da latino e da conte cadrò". 
Ciò non significa che l'opera sia pesante o noiosa: a parte il fatto che non è molto lunga (sono due scene), si legge con interesse e con piacere così come tutte le altre, come fossero piccoli romanzi…



Luigi Natoli: Cappa di piombo e altre opere inedite per il teatro.
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