giovedì 2 maggio 2019

Luigi Natoli: Il palazzo d’Orviellers ovvero la casa del conte di Cagliostro a Parigi. Tratto da: Cagliostro e le sue avventure


La strada di S. Claudio non è molto lunga. Può essere di circa duecento passi geometrici; comincia dalla strada di S. Luigi e mette sul boulevard. Non vi sono edifici notevoli salvo il convento delle Filles du Sacrement e il palazzo d’Orviellers. Questo era all’angolo opposto; una delle sue facciate dava sul boulevard del Tempio. Era un edificio a due piani, di belle e nobili forme; il cui portone si apriva all’angolo del boulevard. La corte, chiusa tra le ali del palazzo, aveva un aspetto grave e solenne, con un portico lastricato, sotto il quale si partiva la scala con un passamano di ferro, che conduceva al primo piano. Una scala segreta portava al secondo: una terza scala stretta e tortuosa, dalla parte del boulevard, era scavata nello spessore del largo muro, e serviva alle grandi sale, i cui finestrini s’aprivano sopra una terrazza con la ringhiera di ferro. Giù, al pianterreno erano le scuderie e la rimessa (54). 
Mi piacque, e fui anche soddisfatto della magnificenza e della ricchezza dell’arredamento. 
Avevo due carrozze nella rimessa, una comune per le mie escursioni, l’altra di lusso, con dorature, pitture, tende di seta, frange e stemmi di argento battuto e cesellato; un ricco e bellissimo vasellame d’argento, in gran parte, doni di ammiratori e di riconoscenti; molta argenteria da tavola, porcellane, stoffe. Nelle pareti, quadri di buon autore; negli stipi e sulle consolle gingilli e oggetti curiosissimi, trovati qua e là nelle botteghe di antiquari, acquistati da marinai levantini, fabbricati o modificati da me: piccoli idoli di bronzo, scarabei, lampadine, triangoli mistici, occhi di vetro, vetri antichi; tutta roba alla quale io davo un valore simbolico, misterioso. Altri emblemi e stelle raggianti, e animali imbalsamati, fra cui un piccolo coccodrillo e un ibis, erano posti qua e là; e fra essi, sopra una parete, una tavola di marmo nero, incisa a lettere d’oro la preghiera di Pope, che comincia col verso: “Padre dell’Universo, intelligenza suprema che governa i mondi, ecc”.
Ciò dava un carattere singolare alla mia casa, che era così non soltanto la dimora di un gran signore, ma anche quella di un personaggio misterioso. 
Avevo una servitù numerosa; valletti, lacchè, cocchieri, indossavano livree da quattrocento lire per una. Lusso che produceva una grande impressione; tanto maggiore, in quanto io vestivo ordinariamente con una grande semplicità, e talvolta anche con trascuratezza. 
Il piede di lusso era per me a Parigi una necessità; perché aveva una grande efficacia in sé e mi guadagnava i parigini, i quali si lasciano prendere facilmente da ciò che è nuovo, inaspettato, straordinario.


Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure. 
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