martedì 15 maggio 2018

Luigi Natoli: Il primo duello di Fabrizio di Torralba. Tratto da: I mille e un duelli del bel Torralba


Fabrizio giunse primo, e aspettò al canto del corpo avanzato: ma qualche minuto dopo giunse il tenente di Roccasparta. Si salutarono con un freddo cenno del capo; e ritrattisi più in fondo, snudarono le armi e si misero in guardia. Allora, due che volevano sbudellarsi  non si perdevano dietro regole e formule cavalleresche: la cavalleria era in questo, nell’aver coraggio a battersi lealmente. Aver testimoni non era indispensabile, e tanto meno medici; i testimoni qualche volta si conducevano. Quando il duello aveva una certa solennità, era preceduto da un cartello di sfida, redatto secondo le formule e il cerimoniale dell’epoca: ma quando la sfida correva così, come era corsa tra Fabrizio e il tenente, non c’era bisogno di nulla. 
Il tenente era in uniforme, aveva in capo la lucerna alta col fregio dorato, ed era armato della spada d’ordinanza, larga e lunga; Fabrizio toltosi il mantello e il nicchio, era in giamberga e armato di spadino, che pareva un gingillo al paragone della spada avversaria: ma il gingillo era una vecchia lama di Toledo di eccellente tempra. 
Il cavaliere di Roccasparta si mise in guardia con aria spavalda, da uomo avvezzo a quel giuoco, stimando di mandare dopo due o tre movimenti lo spadino in aria, dare una sculacciata al temerario giovincello, e mandarlo a casa. Fabrizio era alle sue prime armi. Fin lì aveva incrociato il ferro col maestro Torchiarolo; questa era la prima volta che faceva sul serio, e il cuore gli batteva con commozione; ma s’era fitto in capo di mostrare al tenente che non aveva da fare con ragazzi; e pensava alla promessa fatta al principe di Belmonte. Scese in guardia, senza spacconeria, vigilante, cercando di leggere negli occhi e nella mano dell’avversario le azioni che avrebbe sviluppato. Alle prime mosse Fabrizio capì che il tenente cercava di disarmarlo, e allora mutò giuoco: s’era fin qui limitato a seguire l’azione del tenente, per conoscerne la portata; ora passava alle iniziative, e attaccò con una serie di azioni rapide e travolgenti, che costrinsero il Roccasparta ad indietreggiare. 
- Oh! oh! – disse stupito; – sembra che vogliate fare il tragico!...
- No, signore; ma voglio insegnarvi che con me le buffonerie del vostro giuoco perdono il tempo. A voi! Là!...
Con una fulminea cavazione, lo spadino s’insinuò e colpì all’omero il tenente. 
- È una! – disse Fabrizio, rimettendosi subito in guardia. 
- È nulla! – rispose il tenente, assalendo con un fendente che avrebbe spaccato in due Fabrizio, se questi non avesse con un salto di fianco scansato il colpo e nel tempo stesso affondato una stoccata, che, pur alleviata in qualche modo, colpì al viso. Un mezzo pollice più in qua sarebbe penetrata nella bocca. 
 - E due!...
Il tenente abbassò la spada. Il sangue gli colava copioso dalla faccia e dall’omero.
- Basta! – disse – vi faccio i miei complimenti.
Fabrizio gli si avvicinò, gli porse la mano: 
- Senza rancore! – rispose. – E lasciate ora che vi soccorra.
Coi fazzoletti tappò alla meglio le ferite e preso a braccio il tenente lo accompagnò fino a Porta Nuova, dove lo affidò ai gabelloti, perché lo portassero alla vicina caserma di San Giacomo.


Luigi Natoli: I mille e un duelli del bel Torralba. 
Pubblicato per la prima ed unica volta a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1927, compare per la prima volta in unico volume edito I Buoni Cugini editori nel 2016, come se si trattasse di un inedito del grande scrittore palermitano.

Pagine 456 - Prezzo di copertina € 24,00. Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 



Nessun commento:

Posta un commento