martedì 15 maggio 2018

Luigi Natoli: Il bastione di Porta di Castro - Tratto da: I mille e un duelli del bel Torralba


Questa porta secentesca a bugna, d’una bella tinta dorata non esiste più; il bastione c’è ancora, ma sguarnito da un pezzo: esso circonda il torrione meridionale del Palazzo reale, dominante la porta, e gira sulla piazza ora detta dell’Indipendenza. Allora si chiamava di santa Teresa, pel convento dei Teresiani che sorgeva a uno dei lati. Un corpo avanzato, munito di feritoie, faceva come una trincea a questo lato del bastione, che si prolungava poi per quanto era lungo il Palazzo reale, e ne sosteneva il giardino, e svoltava a Porta Nuova, di cui primamente era la difesa. Chi studia la topografia della città, non tarderà a riconoscere che questo bastione maschera la roccia, forse da questa parte tagliata a picco, dove sorgeva l’antica rocca o acropoli della Panormo fenicia o romana, divenuta poi castello, Kasr, degli arabi e reggia nei Normanni, e infine il Palazzo reale dei tempi più moderni; la quale roccia dominava, come si può intendere ancora, l’avvallamento del fiume di Maltempo, il cui letto secoli dopo divenne la via Castro. Nel 1799 non c’erano più fossati da questa parte: e tra il corpo avanzato e il bastione si formava un angolo riparato, dove vi si poteva battere comodamente. Il piano aveva allora un aspetto quasi campestre, non vi sorgevano che poche e modeste case, e due palazzi, uno sullo stradone di Mezzomonreale e l’altro a dominio dell’avvallamento, e che poi fu dimora di Luigi Filippo d’Orleans.


Luigi Natoli: I mille e un duelli del bel Torralba. 
Pagine 460 - Prezzo di copertina € 24,00
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