mercoledì 11 aprile 2018

Luigi Natoli: la vita del prigioniero. Tratto da: Cagliostro e le sue avventure.


Da quando era entrato nel forte, ed eran quattro anni, dopo un processo laborioso, Giammaria era la prima persona con la quale discorreva; per quattro anni era stato relegato nel silenzio della segreta, guardato con disprezzo e terrore; oggetto di scherni e di crudeltà, contro le quali non poteva reagire. Nessuno doveva parlare con lui; neppure il barbiere, che una volta al mese radeva i prigionieri, non già per igiene o per decenza, ma perché la barba era segno di giacobinismo.

Aveva dovuto infingere una rassegnazione che non sentiva; ma era forse effetto della debolezza fisica, questa che gli pareva forza di rassegnazione.

La condanna era crudele; oltre alla segregazione in quella piccola, fetida, umida segreta, senza altro mobile che un banco di pietra sul quale era disteso uno schifoso pagliericcio; era obbligatorio il digiuno rigoroso per tre giorni della settimana: pane e acqua negli altri, una minestra di legumi nauseabonda le domeniche. La sua salute ne aveva sofferto; i suoi muscoli, la sua carne se ne erano logorati.

Egli non poteva sorreggersi con la speranza di una liberazione prossima o lontana che fosse.

Gli ultimi quindici giorni

L’arciprete don Marini e il suo coa­diutore, il padre don Filippo Scalini, per quei quindici giorni, a vicenda avevano tentato ogni via per ammolli­re il cuore di quell'uomo, che, per loro, era in preda del demonio. Egli pareva si fosse chiuso in un mutismo, che nè esortazioni, nè preghiere, nè mi­nacce e neppur torture eran valse a vincere. Gli avevan punto le carni, gli avevano storto le braccia per vedere se conservava la sua sensibilità e se quel mutismo fosse un effetto del colpo apo­pletico o di pravità d’animo; egli si era riscosso, aveva mandato un urlo che non aveva nulla di umano, ed era caduto nel suo mutismo. Soltanto i suoi occhi avevano conservato nella profondità dello sguardo, la loro elo­quenza; e spesso alle insistenti doman­de degli ostinati padri, esso si era illu­minato di una superiorità sdegnosa, o di una penetrazione così profonda, che quelli se ne erano sentiti imbarazzare.


Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure. 
Nella versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1914. 
Pagine 884 - Prezzo di copertina € 25,00.
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
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Nella foto: La cella del conte di Cagliostro. 

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