mercoledì 18 aprile 2018

Luigi Natoli: Il processo a Francesco Paolo Di Blasi. Tratto da: Calvello il bastardo.


Alle rivelazioni del Teriaca si erano aggiunte le confessioni spontanee o strappate di altri, i quali credevano di sfuggire alla morte accusando i compagni e rivelando il piano della congiura. Il reo principale e maggiore appariva don Francesco Paolo Di Blasi; e su di lui conversero gli sforzi del magistrato; ma per quanto il giudice Artale facesse per conoscere altri possibili complici e se vi fossero relazioni all’estero, non gli si cavò di bocca una parola.
Raccolti gli elementi della causa, il 15 maggio il tribunale assegnò il termine straordinario di difesa a dieci accusati: il Di Blasi, Benedetto La Villa, i due fratelli Giulio e Giovanni Tenaglia, Salvatore Messina, Gaetano Carollo, Bernardo Palumbo, don Gandolfo Bonanno, e maestro Francesco D’Anna e Nunzio Ruvolo; ordinò che altri si spedissero a Napoli, tra essi impunito il Patricola; sopra altri fuggiti pronunziò sentenza di bando e fra questi Corrado Calvello.
L’indomani, 18, si sarebbe discussa la causa; si affermava che la sentenza sarebbe stata di morte.  La discussione della causa ebbe luogo nel pomeriggio del 18. Il Di Blasi fu difeso dai giureconsulti Paolo e Gaspare Leone, gli altri da Felice Ferraloro.
Per impedire al popolo l’accesso furon posti sulla porta otto soldati con baionetta in canna. La discussione durò otto ore; la sentenza fu di morte per quattro: il Di Blasi, Giulio Tenaglia, il La Villa e il Palumbo; per gli altri fu di reclusione nelle orride fosse di Favignana, di Pantelleria, di Lipari. Al Di Blasi, come patrizio, la mannaia; la forca agli altri tre; l’esecuzione avrebbe avuto luogo il 20, nel piano di Santa Teresa.
Ma al Di Blasi era stata anche data altra pena: la tortura. La stessa sera della sentenza gli fu data la corda, e poichè i medici giudicarono che, per malattie, facilmente sarebbe soccombuto, gli fu mutato il genere di tortura, ed ebbe bruciate le piante dei piedi con lardo bollente. Francesco Paolo Di Blasi non tremò dinanzi alla corda, e non tremò dinanzi al fuoco. A mostrare il suo dispregio, denudò da sè stesso i piedi...


Luigi Natoli: Calvello il bastardo. Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1915. 
Pagine 855 - Prezzo di copertina € 25,00
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