Cominciai con qualche
allusione a destare la curiosità di Lorenza. Sulle prime essa mostrò qualche
scrupolo: l’idea di un giuramento, di pratiche che parevano ai suoi occhi una
contraffazione dei riti religiosi, le riusciva un po’ dura. Ma io la sapevo in
verità poco religiosa; o meglio sapevo che la sua religione, come quella di
tutte le donne di Roma e del Regno, era più formale che profondamente intesa.
Quando ella aveva ascoltato messa, e
aveva recitato le sue preghiere la sera e la mattina e s’era confessata a
Pasqua, più per forza d’abitudine che per sentimento, credeva di essere buona
cristiana cattolica. Ai miracoli e ai dogmi credeva per ignoranza e perchè
glieli avevano insegnato, ma senza fervore. Del resto la sua morale era elastica, e la
cosciente osservanza dei doveri, vacillava in lei al primo urto dei piaceri,
per debolezza del suo spirito.
Vinsi dunque facilmente i suoi scrupoli, quando le
dissi che v’erano molti cattolici nella loggia e perfino dei preti da messa; e
che si sarebbe trovata in una bella e gradita società, dove sarebbe stata
onorata.
Contemporaneamente, io
persuasi l’abate Granier ad ammettere le donne nell’esercizio della libera
muratoria, le logge avrebbero avuto grazia e signorilità dall’intervento di
signore; e, pei fini dell’Ordine, la collaborazione delle donne sarebbe stata
utilissima.
Così un mese dopo, nel primo
di giugno, Lorenza fu introdotta in Loggia, bendata.
Ella rispose alle domande,
secondo io le avevo suggerito; ma quando fu il momento di giurare, disse che
avrebbe prestato il giuramento, purché non si violava la sua religione. L’abate
Granier le disse con tono severo:
- Voi dovete promettere di
ubbidire, e non badare a questo; la Massoneria è la base della virtù.
Allora essa, posando una mano
sulla spada del Venerabile giurò; e il Venerabile prese la legaccia
dell’ordine, che è una fettuccia sulla quale sono ricamate in oro le parole Unione, Silenzio, Virtù e gliela legò su
la gamba sinistra, sopra il ginocchio, ingiungendole di dormir quella notte con
la legaccia.
Nel dover mostrare tutta la
gamba – Lorenza aveva le gambe ben fatte – essa arrossì alquanto; ma arrossì di
più quando il Venerabile le diede i cinque baci di rito; e quando, condotta in
giro per la presentazione, dovette dare e ricevere il bacio di tutti i
fratelli. Io credo però che dopo la prima ritrosìa, ella abbia preso gusto al
giuoco.
In
tal modo Lorenza entrò nell’ordine massonico, e cominciò a prender parte alle
adunanze; e fui io il primo a far affiliare le donne alla massoneria militante
e a trasformar le logge in miste.
Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure.
Nella versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1914
Pagine 884 - Prezzo di copertina € 25,00
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