Una mattina, ascoltando
messa nella chiesa di S. Maria Maddalena, alla Galca, messer Francesco vide
entrare una giovinetta assai bella, e con certi occhi che trapassavan come
dardi il cuore di chi la mirava. Era accompagnata da una vecchia, la nutrice
forse o la nonna, ché poteva essere l’una o l’altra. Mastro Bertuchello che era
un ragionatore conseguenziario, assicurava che quell’incontro fu la causa prima
della quale, per filo di logica, dipesero tutti gli avvenimenti successivi. Che
bisogno aveva il conte, allora giovane e avido di piaceri, innamorarsi sul serio
di quella giovane? Bella, sì, lo era: ma anche le altre donne di cui egli si
era incapricciato eran belle, e tuttavia messer Francesco non si era perduto
dietro a loro. Prendeva e lasciava. Quella volta, no. Madonna Margherita
Consolo non fu così facile a cedere: era una fanciulla modesta e riserbata;
arrossiva quando vedeva il conte, e il suo volto si illuminava d’un sorriso di
gioia: ma non osava neppure parlargli dalla finestra.
- Il pudore non è sempre
una virtù angelica; – diceva mastro Bertuchello, quando ricordava i casi del
conte; – qualche volta, anzi il più delle volte è un suggerimento del diavolo,
per perdere gli uomini: perché l’uomo è la bestia più singolarmente caparbia in
amore; e più si vede negato di cogliere il frutto, più si ostina a volerlo
cogliere, a costo di commettere le più grosse corbellerie. Il conte perdette il
giudizio. Diede qualche colpo di spada per sbarazzarsi di qualche competitore:
e una notte entrò violentemente dalla finestra nella camera della fanciulla, e
non ne uscì che all’alba. Voi crederete che soddisfatta la voglia e il
puntiglio di messer Francesco fosse votato alla ricerca di qualche altro fiore?
Nossignori! Quella fanciulla che pareva timida e vergognosa, doveva possedere
qualche incantesimo; e avvenne la cosa più illogica per le abitudini del conte,
quella cioè di rimaner fedele a madonna Margherita, fino al punto di toglierla
con sé, in una sua casa, e convivere con lei, come fossero stati marito e
moglie. Questo avvenne intorno al 1312. Io non ero ancora nato; e questi fatti
mi vennero raccontati dai più vecchi.
Nacque un primo figlio, al
quale madonna Margherita volle che fosse posto il nome del padre,
vezzeggiandolo in Franceschello. Il conte aveva giù toccato i trent’anni, l’età
in cui gli affetti cominciano a diventar più saldi; quel figlio fu la sua gioia
e il suo orgoglio; ma la bella Margherita gliene regalò un secondo, e si chiamò
Aldoino, e poi un terzo, Manuele… il conte si vide crescere intorno una
famiglia, che appunto perché illegale, lo circondava di carezze e di cure.
Certo la stirpe dei
Ventimiglia non si sarebbe estinta; ma i conti di Geraci, i signori feudali
sarebbero cessati con lui. Madonna Margherita non era nobile: e re Federigo, il
quale vagheggiava pel suo favorito un gran maritaggio, non era disposto a
riconoscere quella figliolanza.
Franceschello veniva su bello e vigoroso, che poteva essere insignito
del vessillo e delle insegne comitali....
Quando il conte un po’
impacciato le annunziò la necessità di quelle nozze con madonna Costanza Chiaramonte, chinò il capo rassegnata,
il conte non vide il lampo che quei begli occhi sfolgorarono prima di chinarsi,
né le lagrime che luccicavano tra le palpebre. Vide quella sommissione
inaspettata, quella mansuetudine silenziosa, e se ne commosse. Balbettò qualche
parola:
- Tu intendi, Margherita,
che…
Ma essa gli troncò la
parola:
- Che bisogno avete di
darmi una spiegazione? Voi siete il mio signore, e io vi debbo obbedienza, e
far la volontà vostra… Solo… – e qui le tremò la voce – vi raccomando i miei
figli, che sono pur vostri…
- Ma io non ti
abbandonerò, io ti amerò per sempre, questa sarà sempre casa mia, e di questi
figli li terrò sempre cari come la pupilla degli occhi miei…
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