Io lo lessi giovanotto e
ricordo che non potevo, se non difficilmente tralasciare la lettura; lo rilessi
ora, e provai il medesimo diletto al racconto delle avventure subite e
affrontate da Fioravante e da Rizzeri suo compagno e maestro, primo paladino di
Francia e uomo senza macchia e senza paura. Comincia Fioravante con una
monelleria, che lo spinge a lasciare il tetto paterno del re Fiorello; e di là
si partono le sue avventure. Liberazione di giovanette, uccisione di nemici
della fede, perdita di armatura rubatagli da un ladrone, prigioniero del re di
Scondia, innamoramento con Drusolina, il suo valore come incognito e via via
quello che gli succede da re, le persecuzioni di sua madre Biancadoro, che
voleva dargli moglie, le avventure di Drusolina, che sola abbandonata, dà alla
luce due gemelli, uno dei quali le viene rubato, e il duello dei due fratelli
che non si conoscono, tutto ciò frammezzato di tanti episodi forma il romanzo,
che spira un senso di giustizia e solleva gli animi nelle regioni del sogno. I
nomi delle contrade non si sa dove trovarli, le distanze di parecchie migliaia
di chilometri si percorrono in un tempo irrisorio, gli eserciti sono così
innumerevoli da superare il numero degli abitanti delle città che li armano...
Che importa? Siamo nelle sfere del sogno, nel quale ci piace navigare.
Qualche volta, passando
per una stradetta, sopra una porta, vedo pendere un cartellone con dipinti in
quadri alcuni episodi di quello che si rappresentava la sera nel teatro delle
marionette; e vi leggevo i nomi di Fioravante e di Rizzeri. La storia di Andrea
da Barberino si era rifugiata lì: Fioravante e Rizzeri erano tramutati in teste
di legno, come tutti gli altri campioni del valore e della fede; ma anche in
quelle vesti che destano in noi un sapore di cose nuove. In un quadro v’erano
due guerrieri, che abbassavano le armi e un leone fra loro in atto di
separarli; in un altro, una folla di popolo e una regina condotta al rogo: i
cavalieri erano vestiti con le armature del cinquecento, con un salto di mille
e duecento anni. Non importa nulla. Pel popolo abituato a quel teatro e pel puparo,
ossia per l’ “oprante” tutte queste differenze sparivano nell’antico, in cui
tutto accadeva senza distinzione di tempo, di luoghi, di costumi: ma l’onda di
poesia che scaturiva anche da quelle piccole teste di legno era possente e
riecheggiava nelle anime semplici degli spettatori.
Ora anche adesso questo
giornale si ispira alle avventure di Fioravante, e lo riproduce attraverso un
“oprante”; e intreccia l’antico con il moderno; e le avventure di Lillì fanno
contrasto con quelle di Drusolina, e quell’onesto puparo sembra foggiato con
l’anima dei suoi pupi. C’è riuscito? È quello che vedrà il lettore. Ma se non è
immodestia dirlo, coloro che mi hanno seguito attraverso i diciotto o venti
romanzi, da me pubblicati su questo giornale, sanno per prova che un certo
interesse so trovarlo.
Maurus o Willam Galt
Luigi Natoli: Fioravante e Rizzeri.
Pagine 309 - Prezzo di copertina € 19,00
Disponibile in tutti i siti di vendita online
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
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