mercoledì 31 maggio 2017

Luigi Natoli: il partito degli Azzurri e il partito dei Bianchi. Tratto da: I mille e un duelli del bel Torralba.


Da qualche settimana nel teatro di santa Lucia si eran venuti formando due partiti, uno favorevole, l’altro contrario a madamigella Bellucci; il primo era composto di gente disinteressata, che ubbidiva a un senso di giustizia, o che perdonava alla bellezza le lievi mende dell’arte; il secondo si capisce bene che doveva esser formato di tutti i vagheggiatori delusi, i quali, per non confessare che essi compivano una rappresaglia, esageravano i difetti di scuola di madamigella, trovavano imperfezioni nella sua bellezza; e per mortificarla applaudivano fragorosamente la seconda ballerina.

Il duchino di Monteverde era stato fra i più accesi partigiani della Bellucci, e aveva anzi creato una specie di ordine cavalleresco per difenderne la virtù delle gambe: essendosi una sera al ballo, presentata in scena con un vestito sparso di nodini di seta, uno di questi si staccò e cadde nell’orchestra. Il duchino lo tolse di mano al violinista, e se ne fregiò le risvolte del vestito; e allora tutti i partigiani della Bellucci adottarono il nodino azzurro sulla risvolta, e si battezzarono gli Azzurri. Quelli del partito avverso, visto che la seconda ballerina, madamigella Carletti, prediligeva i nastri bianchi, si fregiarono di piccoli rosoni di seta bianca, e si chiamarono i Bianchi. Nell’ora del ballo il teatro si divideva in Azzurri e Bianchi, guelfi e ghibellini di Tensicore, che alternavano applausi e disapprovazioni; e non era raro che il contrasto, fuori del teatro, continuasse a bastonate.

Ma la delusione patita dal duchino, portò un nuovo contributo alle forze dei Bianchi. Egli apparentemente si tenne in disparte, per essersi troppo compromesso in favore della Bellucci; ma istigò molti amici a passare fra i Bianchi, e scritturò alcuni giovani della piccola borghesia, pagando loro la sedia in platea per fischiarla.

La rappresentazione era andata bene, come tutte le sere; anzi c’era maggior concorso di gente, nelle sedie della platea, della qual cosa il partitario era contento, attribuendolo alla bontà dei virtuosi di canto e di strumenti. Ma all’ora del ballo, tutta quella maggioranza di giovani si vide improvvisamente ornata di rosette bianche con meraviglia di quelli che erano nei palchetti. Si sospettò qualche novità; onde una sospensione d’animi, un’attesa, e anche una certa preoccupazione.
Cominciò il ballo; dieci ballerine, vestite all’eroica, un po’ scollate, intrecciarono alcune figure dinanzi a un’ara di carta dipinta, dietro la quale era un’erma, anch’essa di carta che rappresentava un fauno o il dio Pane; la Carletti, che faceva da guidatrice, al suo entrare piroettando, fu coperta di applausi straordinari, contro i quali reagirono gli zittii degli Azzurri, che erano in minoranza. I due partiti si erano raggruppati uno di qua, uno di là, guardandosi in cagnesco e pronti a menar le mani; ma i Bianchi si mostravano più audaci. Il partitario, che stava dietro le quinte, e osservava, cominciò a impensierirsene, e trepidava per la Bellucci che doveva di lì a poco entrare in scena. E non aveva torto. Appena essa uscì di fra le quinte di fondo, correndo leggermente sulle punte dei piedini, un urlo l’accolse, e dietro l’urlo una tempesta di fischi, di sibili, di miagolii, che pareva dovesse subissare il teatro. Essa si fermò stupita, quasi colpita da un fulmine....




Luigi Natoli: I mille e un duelli del bel Torralba. Un inedito di Natoli pubblicato per la prima ed unica volta a puntate in appendice al Giornale di Sicilia dal 01 febbraio 1926. Pubblicato per la prima volta in unico volume da I Buoni Cugini editori nel 2015.

Prezzo di copertina € 24,00 - pagine 470 - sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Nella foto: Illustrazione di Amorelli alla puntata del Giornale di Sicilia del 1926

Nessun commento:

Posta un commento