giovedì 11 maggio 2017

Luigi Natoli: Il Palazzo municipale. Tratto da: Guida di Palermo e suoi dintorni


Palazzo Municipale (P.49 E4) – Dai documenti trovati dal signor Pollaci risulta che questo palazzo fu eretto nel 1463, essendo pretore il magnifico Pietro Speciale, per “conservare le munizioni e custodire insieme i privilegi palermitani e radunarsi i cittadini a parlamento”. Pur restando nella sua massa quale oggi si trova, il palazzo subì varie trasformazioni, specie nel secolo XVII e ai giorni nostri. Il prospetto attuale, di stile del secolo XV è dell’architetto Damiani. Due lapidi ricordano l’ingresso di Garibaldi e il trionfo della rivoluzione e il plebiscito. Nel cortile a sinistra, si trovano due affreschi mediocri dell’Albina; a destra una fonte sormontata da due statue al naturale, rappresentanti un uomo e una donna. Sono mediocrissimo lavoro di scalpello romano, che si trovavano un tempo all’angolo della chiesa di S. Francesco e furono trasportate al Palazzo del Comune nel 1563. Sotto il portico, in una piccola nicchia, vi è un’urna cineraria sormontata da un Giano, e ornata di due rozze figurine che si danno la mano. Una iscrizione ritenuta giustamente apocrifa, dice che il console Cecilio Metello accordò alla repubblica palermitana l’aquila e il Pretore. A sinistra del portico, e a piè dello scalone costruito nel 1596, c’è una colonna di porfido con capitello, sormontata da una conca elegante di marmo, su cui la statuina del Genio di Palermo con suoi emblemi; a piè della colonna sono altre due statuine sedute; il tutto opera del secolo XV. Una iscrizione corre intorno alla conca, ed è il motto di Palermo: Panormus, conca aurea, suos devorat, alienos nutrit. Nell’interno notevole la Scala delle Lapidi, così detta per le numerose lapidi che ne rivestono le pareti, e che ricordano avvenimenti e fatti e personaggi della storia di Sicilia – vi si trovano tutti i gonfaloni dell’isola e i mezzibusti marmorei di alcuni sindaci.
In una sala vicina, entro una nicchia, una statua greca battezzata per un Antinoo; nella sala gialla un quadro dello Sciuto rappresentante i Funerali di Timoleone e uno del Padovani, la Rinunzia del feudalismo. Le iscrizioni romane più importanti furono trasportate al Museo. Molti uffici municipali, pei cresciuti servizi e l’espansione della città, si sono allogati altrove. L’importantissimo Archivio municipale è stato situato nel convento di S. Nicola, ivi prossimo.
Al palazzo municipale si legano tutti i ricordi storici di Palermo; accanto alla porta d’ingresso si trova la campana, che in altri tempi chiamava il popolo o i consoli delle maestranze al generale consiglio.
In esso sedettero i governi provvisori delle rivoluzioni del 48 e del 60.
 
 
 
Luigi Natoli: Guida di Palermo e suoi dintorni 1891. 
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