Palazzo Municipale (P.49 E4) – Dai documenti trovati dal signor
Pollaci risulta che questo palazzo fu eretto nel 1463, essendo pretore il
magnifico Pietro Speciale, per “conservare le munizioni e custodire insieme i
privilegi palermitani e radunarsi i cittadini a parlamento”. Pur restando nella
sua massa quale oggi si trova, il palazzo subì varie trasformazioni, specie nel
secolo XVII e ai giorni nostri. Il prospetto attuale, di stile del secolo XV è
dell’architetto Damiani. Due lapidi ricordano l’ingresso di Garibaldi e il
trionfo della rivoluzione e il plebiscito. Nel cortile a sinistra, si trovano
due affreschi mediocri dell’Albina; a destra una fonte sormontata da due statue
al naturale, rappresentanti un uomo e una donna. Sono mediocrissimo lavoro di
scalpello romano, che si trovavano un tempo all’angolo della chiesa di S. Francesco
e furono trasportate al Palazzo del Comune nel 1563. Sotto il portico, in una
piccola nicchia, vi è un’urna cineraria sormontata da un Giano, e ornata di due
rozze figurine che si danno la mano. Una iscrizione ritenuta giustamente
apocrifa, dice che il console Cecilio Metello accordò alla repubblica
palermitana l’aquila e il Pretore. A sinistra del portico, e a piè dello
scalone costruito nel 1596, c’è una colonna di porfido con capitello,
sormontata da una conca elegante di marmo, su cui la statuina del Genio di Palermo
con suoi emblemi; a piè della colonna sono altre due statuine sedute; il tutto
opera del secolo XV. Una iscrizione corre intorno alla conca, ed è il motto di
Palermo: Panormus, conca aurea, suos
devorat, alienos nutrit. Nell’interno notevole la Scala delle Lapidi, così detta per le numerose lapidi che ne
rivestono le pareti, e che ricordano avvenimenti e fatti e personaggi della
storia di Sicilia – vi si trovano tutti i gonfaloni dell’isola e i mezzibusti
marmorei di alcuni sindaci.
In una sala vicina,
entro una nicchia, una statua greca battezzata per un Antinoo; nella sala gialla un quadro dello Sciuto rappresentante i Funerali di Timoleone e uno del
Padovani, la Rinunzia del feudalismo.
Le iscrizioni romane più importanti furono trasportate al Museo. Molti uffici
municipali, pei cresciuti servizi e l’espansione della città, si sono allogati
altrove. L’importantissimo Archivio
municipale è stato situato nel convento di S. Nicola, ivi prossimo.
Al palazzo municipale si
legano tutti i ricordi storici di Palermo; accanto alla porta d’ingresso si
trova la campana, che in altri tempi chiamava il popolo o i consoli delle
maestranze al generale consiglio.
In esso sedettero i
governi provvisori delle rivoluzioni del 48 e del 60.
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