giovedì 9 giugno 2016

Luigi Natoli e la festa della Madonna Assunta alla Parrocchia dei Cappuccini di Palermo - tratto dal romanzo l'Abate Meli.

Allo svolto della strada che condu­ceva ai Cappuccini, la folla era più fitta. Delle baracche cucinavano, delle altre facevano focaccie, qui una tenda vendeva dolciumi, lì una tavoletta esponeva Madonne di argilla, coricate con le mani stese ed aperte, vestite di bianco col manto azzurro; grandi e pic­cole; più in qua l'«incatena corone», torcendo i fili di ottone intorno ai gra­ni del rosario; e fra tutti, le piccole ba­re, con madonne di cera, illuminate, portate da quattro ragazzi che gridava­no con le vocine squillanti: «viva Ma­ria». Ma su tutto ondeggiava un odore di fritto, tra il fumo delle padelle, nel­le cucine improvvisate.
Fra questa folla varia e multiforme andava il Meli discorrendo col giova­ne che gli camminava a fianco.
Chiacchierando così, e scansando il continuo andirivieni, erano giunti al convento. La folla era più fitta e biso­gnava fermarsi. Dalla croce di legno, alta sopra uno zoccolo, fino a quella specie di portico pieno zeppo di... mi­racoli o «ex voto», dipinti da pittori da strapazzo, la gente si ammassava. La chiesa era piccola e non c'entrava tut­ta; gran parte sostava. Un frate racco­glieva l'elemosina.
Eppure in quel viavai di gente alle­gra, in mezzo a quel cicaleccio, a quel­le grida continue, nel convento un uo­mo moriva. E aspettava con l'ansia di chi teme di non fare in tempo.
Il convento piccolo e all'aspetto po­vero, si mostrava aderente alla chiesa; alto due piani, con le finestrelle picco­le; e sovrastava alle famose sepolture o catacombe, ove i cadaveri, ridotti in scheletri vestiti di sacco o di roboni, stanno schierati in più ordini. Spetta­colo triste e nel contempo riprovevole e ridicolo dell'uomo, in atteggiamenti, che tolgono all'onestà della morte ogni grandezza ed ogni profondità di mistero. Ma in quei tempi, pareva ren­dere ai vivi l'orrore della vita, con lo spettacolo orrendo di quel che diverremo: ossa e null’altro. L'illusione che sotto la pietra e dentro la bara, il cor­po rimanga intatto, si distrugge; le os­sa sono tutte simili e noi non ricono­sciamo le fattezze amate nei sogghigni dei teschi.
Il Meli attraversò il portico dinanzi la chiesetta, piegò la testa, vedendo nella navata l'immagine della Madon­na, coricata fra le candele accese; e salì le scale del convento.
Era quasi deserto. La festa chiama­va i frati nella chiesa e nella cucina: so­lo qualche vecchio con la barba bianca e lunga errava nei corridoi.
Il giovane Gerlando, si fermò di­nanzi una porta socchiusa e bussò...
Luigi Natoli - l'Abate Meli.
Prezzo di copertina € 25,00 - pag. 725 - Sconto 15% - Spedizione gratuita.
Il volume comprende, oltre il romanzo, lo studio critico su l'Abate Meli pubblicato da Luigi Natoli nel 1883 e tutte le poesie del Meli inserite da Luigi Natoli nel trattato Musa siciliana. Traduzione in italiano di tutte le poesie a cura di Francesco Zaffuto.
Nella foto: la Madonna Assunta che si venera nella Chiesa dei Cappuccini di Palermo. La festa che ci descrive Luigi Natoli viene celebrata ancora oggi, il 15 agosto.
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Ulteriori informazioni: ibuonicugini@libero.it  
 


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