Allo svolto della strada che conduceva
ai Cappuccini, la folla era più fitta. Delle baracche cucinavano, delle altre
facevano focaccie, qui una tenda vendeva dolciumi, lì una tavoletta esponeva
Madonne di argilla, coricate con le mani stese ed aperte, vestite di bianco col
manto azzurro; grandi e piccole; più in qua l'«incatena corone», torcendo i
fili di ottone intorno ai grani del rosario; e fra tutti, le piccole bare,
con madonne di cera, illuminate, portate da quattro ragazzi che gridavano con
le vocine squillanti: «viva Maria». Ma su tutto ondeggiava un odore di fritto,
tra il fumo delle padelle, nelle cucine improvvisate.
Fra questa folla varia e multiforme
andava il Meli discorrendo col giovane che gli camminava a fianco.
Chiacchierando così, e scansando il
continuo andirivieni, erano giunti al convento. La folla era più fitta e bisognava
fermarsi. Dalla croce di legno, alta sopra uno zoccolo, fino a quella specie di
portico pieno zeppo di... miracoli o «ex voto», dipinti da pittori da
strapazzo, la gente si ammassava. La chiesa era piccola e non c'entrava tutta;
gran parte sostava. Un frate raccoglieva l'elemosina.
Eppure in quel viavai di gente allegra,
in mezzo a quel cicaleccio, a quelle grida continue, nel convento un uomo
moriva. E aspettava con l'ansia di chi teme di non fare in tempo.
Il convento piccolo e all'aspetto povero,
si mostrava aderente alla chiesa; alto due piani, con le finestrelle piccole;
e sovrastava alle famose sepolture o catacombe, ove i cadaveri, ridotti in
scheletri vestiti di sacco o di roboni, stanno schierati in più ordini. Spettacolo
triste e nel contempo riprovevole e ridicolo dell'uomo, in atteggiamenti, che
tolgono all'onestà della morte ogni grandezza ed ogni profondità di mistero. Ma
in quei tempi, pareva rendere ai vivi l'orrore della vita, con lo spettacolo
orrendo di quel che diverremo: ossa e null’altro. L'illusione che sotto la
pietra e dentro la bara, il corpo rimanga intatto, si distrugge; le ossa sono
tutte simili e noi non riconosciamo le fattezze amate nei sogghigni dei teschi.
Il Meli attraversò il portico dinanzi la
chiesetta, piegò la testa, vedendo nella navata l'immagine della Madonna,
coricata fra le candele accese; e salì le scale del convento.
Era quasi deserto. La festa chiamava i
frati nella chiesa e nella cucina: solo qualche vecchio con la barba bianca e
lunga errava nei corridoi.
Il giovane Gerlando, si fermò dinanzi
una porta socchiusa e bussò...
Luigi Natoli - l'Abate Meli.
Prezzo di copertina € 25,00 - pag. 725 - Sconto 15% - Spedizione gratuita.
Il volume comprende, oltre il romanzo, lo studio critico su l'Abate Meli pubblicato da Luigi Natoli nel 1883 e tutte le poesie del Meli inserite da Luigi Natoli nel trattato Musa siciliana. Traduzione in italiano di tutte le poesie a cura di Francesco Zaffuto.
Nella foto: la Madonna Assunta che si venera nella Chiesa dei Cappuccini di Palermo. La festa che ci descrive Luigi Natoli viene celebrata ancora oggi, il 15 agosto.
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