- Floristella? ma si chiamava così se non sbaglio la piccola di Anna
Consalvi. Una volta ella ne parlò, non ricordo più in quale occasione… E ora è
fuggita… Con chi? E perché s’è rivolta a me per lasciarmi la sua creatura?...
Ma domani ci penserò io!... Oh povero pulcino, e che ti darò io di pappa? perché
tu avrai fame, me ne accorgo…
Tenendosi in braccio la bambina si diede a rovistare la casa. Non
erano che due stanze quasi nude, con un letto, una tavola, un armadio, due
ceste e tre sedie: e poi vesti alla rinfusa sulle sedie, sul letto, per terra;
nell’armadio trovò un tozzarello di pane, lo porse in mano alla piccina, che lo
mise in bocca: aveva quattro dentini.
Tutta la notte pensò e sognò la bambina; la portava all’ospedale
degli esposti; la raccomandava al Governatore; non la consegnassero a nessuno,
salvo che a lui, che verrebbe a ritirarla
quando avesse sette anni compiuti. Ma il mattino cominciò col darsi
attorno in cerca di latte; poteva stare la piccola senza nutrimento, fino a
quando l’avrebbe portata ai trovatelli? Ai trovatelli non si recò, e così passò
il giorno; e passarono altri giorni di seguito; passarono dei mesi; finì che
Ferrazzano tenne ed allevò come sua la piccola esposta. E a chi gli domandava
donde gli fosse venuta quella bambina, rispondeva:
- Me l’ha data mia moglie.
- Come? Se tu sei scapolo?
- Domandate a Floristella.
Domandavano a lei di chi fosse figlia, e la piccola si stringeva a
Ferrazzano con affetto filiale. Così vissero; Ferrazzano tacendo rigorosamente
quanto si riferiva alla origine di Floristella, Floristella credendosi realmente
figliuola di Ferrazzano. A otto anni ella calcò per la prima volta le tavole
del palcoscenico: fu un prodigio. Si trattava di una particina di fanciulletta,
e Floristella la sostenne con tanta padronanza di scena e disinvoltura di
linguaggio, che alla fine riscosse interminabili ed entusiastici applausi del pubblico e degli
attori. Ferrazzano, che di mala voglia aveva acconsentito a far recitare la sua
pupilla, chè non voleva assolutamente che si desse al teatro, dovette chinare
il capo innanzi alla febbre che si impossessò di Floristella. Così divenne
attrice, e da un anno faceva le parti di ingenua con la nuova compagnia messa
su dal Minniti. Intanto ella aveva con Ferrazzano girato un po’ per l’Isola,
dove c’era una festa religiosa e un magazzino disposto a mutarsi in teatro.
Quel giorno ella se ne stava quasi dinanzi la porta, e pareva che
aspettasse qualcuno. Pensieri torbidi le offuscavano la mente; si vedeva dal
corrugare degli occhi che pareva non avessero requie. A un tratto rialzò il
capo; aveva visto venire nel quadrato di luce la figura di Ferrazzano...
Luigi Natoli - Ferrazzano.
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