venerdì 19 giugno 2020

Luigi Natoli: Matteo Palizzi incita Palermo contro gli Ebrei. Tratto da: Mastro Bertuchello


Si sparse per la città la notizia che gli ebrei avevano cospirato contro il re, e d’accordo coi partigiani del duca Giovanni, avevano introdotto nella corte una spia, che doveva avvelenare il re, l’infante e la regina. Questa notizia diffuse la costernazione nell’università israelitica, ed eccitò la collera dei cittadini. Alcuni, che alle vesti parevano scrivani o piccoli mercanti, più accesi degli altri andavan dicendo che troppi delitti commettevano gli Ebrei, e una città così devota alla santa fede, non doveva tollerare più oltre quei cani. Ma più violento di tutti, era un frate, lurido e di aspetto selvaggio che andava dicendo:
- Che cosa v’aspettate da costoro? Per trenta denari vendettero nostro Signore Gesù Cristo; quanto credete che possano stimare la vita di un re? Noi ci siamo attirata sul capo la maledizione di Dio!... Guardate quante calamità perquotono il regno! Quante se ne rovesciano sulla città!... Guerra, siccità, carestia, tempeste, fuoco... E tutto per la presenza di questi empi, che rubano i vostri bambini, per immolarli, e fabbricar col loro sangue il pane pei loro sacrileghi riti!... Dio vi punisce!... e vi punirà fino a che non metterete fine allo scandalo!... Bisogna estirpare la mala pianta del Signore!...
Questi eccitamenti aumentavano l’irritazione del popolino, nell’animo del quale i pregiudizi e l’odio religioso fermentavano propositi di vendetta: sicchè accolse con manfestazioni di gioia, nel pomeriggio, il banditore che annunciava pel domani il supplizio di mastro Jacob e della figlia Giuditta, condannati a essere strangolati e bruciati, come rei di negromanzia e di lesa maestà.
Mastro Bertuchello frammischiato nella moltitudine udì il bando e rabbrividì. Capiva che, a parte la cupidigia dei Palizzi, quei disgraziati eran vittime della amicizia con lui: e che la loro condanna serviva di pretesto a una persecuzione degli Ebrei, per saccheggiarne le case. Corse alla Giudecca; ma già i Proti erano stati avvertiti degli incitamenti. Essi si recarono la stessa sera al Palazzo del Comune per invocare la protezione del Pretore.
Quasi contemporaneamente mastro Bertuchello, segretamente, rivelava a messer Alighiero che era tutta una macchinazione dei Palizzi; che quel povero mastro Jacob era tanto negromante quanto lui, il pretore, era saraceno; che la Giuditta era una fanciulla innocentissima, vittima delle persecuzioni di Gerardo Valguarnera e di Antonello Palizzi, incapricciati dell’onore delle fanciulle ebree o cristiane; e che ne andava dell’onore della città a permettere che compissero scelleratezze.


Luigi Natoli: Latini e Catalani vol. 1 e 2 (Mastro Bertuchello e Il Tesoro dei Ventimiglia) – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1300, al tempo del regno d’Aragona, del conte di Geraci Francesco Ventimiglia e dei fratelli Damiano e Matteo Palizzi, sullo sfondo della guerra fratricida fra Latini e Catalani. I due volumi sono la trascrizione delle opere originali pubblicate con la casa editrice La Gutemberg rispettivamente negli anni 1925 e 1926.

Mastro Bertuchello – Pagine 575 – Prezzo di copertina € 22,00
Il Tesoro dei Ventimiglia – Pagine 525 – Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile al sito www.ibuonicuginieditori.it, www.lafeltrinelli.it, Amazon Prime e tutti i siti vendita online.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Palermo), Libreria Sellerio (Mondello), Libreria Sciuti (Palermo)

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