Si sparse per la città
la notizia che gli ebrei avevano cospirato contro il re, e d’accordo coi
partigiani del duca Giovanni, avevano introdotto nella corte una spia, che
doveva avvelenare il re, l’infante e la regina. Questa notizia diffuse la
costernazione nell’università israelitica, ed eccitò la collera dei cittadini.
Alcuni, che alle vesti parevano scrivani o piccoli mercanti, più accesi degli
altri andavan dicendo che troppi delitti commettevano gli Ebrei, e una città
così devota alla santa fede, non doveva tollerare più oltre quei cani. Ma più
violento di tutti, era un frate, lurido e di aspetto selvaggio che andava
dicendo:
- Che cosa v’aspettate
da costoro? Per trenta denari vendettero nostro Signore Gesù Cristo; quanto
credete che possano stimare la vita di un re? Noi ci siamo attirata sul capo la
maledizione di Dio!... Guardate quante calamità perquotono il regno! Quante se
ne rovesciano sulla città!... Guerra, siccità, carestia, tempeste, fuoco... E
tutto per la presenza di questi empi, che rubano i vostri bambini, per
immolarli, e fabbricar col loro sangue il pane pei loro sacrileghi riti!... Dio
vi punisce!... e vi punirà fino a che non metterete fine allo scandalo!...
Bisogna estirpare la mala pianta del Signore!...
Questi eccitamenti
aumentavano l’irritazione del popolino, nell’animo del quale i pregiudizi e
l’odio religioso fermentavano propositi di vendetta: sicchè accolse con
manfestazioni di gioia, nel pomeriggio, il banditore che annunciava pel domani
il supplizio di mastro Jacob e della figlia Giuditta, condannati a essere
strangolati e bruciati, come rei di negromanzia e di lesa maestà.
Mastro Bertuchello
frammischiato nella moltitudine udì il bando e rabbrividì. Capiva che, a parte
la cupidigia dei Palizzi, quei disgraziati eran vittime della amicizia con lui:
e che la loro condanna serviva di pretesto a una persecuzione degli Ebrei, per
saccheggiarne le case. Corse alla Giudecca; ma già i Proti erano stati
avvertiti degli incitamenti. Essi si recarono la stessa sera al Palazzo del
Comune per invocare la protezione del Pretore.
Quasi
contemporaneamente mastro Bertuchello, segretamente, rivelava a messer
Alighiero che era tutta una macchinazione dei Palizzi; che quel povero mastro
Jacob era tanto negromante quanto lui, il pretore, era saraceno; che la
Giuditta era una fanciulla innocentissima, vittima delle persecuzioni di
Gerardo Valguarnera e di Antonello Palizzi, incapricciati dell’onore delle
fanciulle ebree o cristiane; e che ne andava dell’onore della città a
permettere che compissero scelleratezze.
Luigi Natoli: Latini e Catalani vol. 1 e 2 (Mastro Bertuchello e Il
Tesoro dei Ventimiglia) – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo
del 1300, al tempo del regno d’Aragona, del conte di Geraci Francesco
Ventimiglia e dei fratelli Damiano e Matteo Palizzi, sullo sfondo della guerra
fratricida fra Latini e Catalani. I due volumi sono la trascrizione delle opere
originali pubblicate con la casa editrice La Gutemberg rispettivamente negli
anni 1925 e 1926.
Mastro Bertuchello –
Pagine 575 – Prezzo di copertina € 22,00
Il Tesoro dei Ventimiglia
– Pagine 525 – Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile al sito www.ibuonicuginieditori.it, www.lafeltrinelli.it, Amazon Prime e tutti i siti vendita online.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Palermo), Libreria Sellerio (Mondello), Libreria Sciuti (Palermo)
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