lunedì 22 giugno 2020

La morte del duca Giovanni, fratello di re Pietro d’Aragona. - Tratto da: Il tesoro dei Ventimiglia (Latini e Catalani vol. 2)


Si segnarono con compunzione religiosa. Il duca Giovanni fratello del morto re Pietro e vicario generale per la minorità di Ludovico, era morto nell’aprile di quell’anno 1348, di peste, a Mascali. Era stato uno degli ultimi casi di quella fiera epidemia, che importata a Messina nel novembre dell’anno precedente, per sette mesi aveva fatto strage in Sicilia e s’era propagata nella penisola e per tutta Europa con violenza terrificante.
- Ero nella compagnia di ventura... Sapete bene: la Grande Compagnia...
La “Grande Compagnia di Romania” era stata condotta in Oriente qualche anno dopo la pace di Caltabellotta. Era composta di venturieri siciliani e stranieri, capitanata da un cavaliere templaro, messer Ruggero de Flor, e nella guerra del Vespro s’era battuta valorosamente. Ma fatta la pace con l’Angioino, diventava nel regno cagione di disordini, e re Federigo, non potendo scioglierla, se ne era sbarazzato consentendo che andasse a soldo dell’imperatore Andronico contro i Turchi, che minacciavano Costantinopoli; poi contro i despoti di Larta e Romania. Ruggero de Flor aveva respinto gli Slavi, ma, seguendo il costume dei venturieri aveva finito per combattere per suo conto, e aveva fondato fra Slavi e Greci una signoria latina, della quale però si era affrettato a offrire la sovranità al re di Sicilia, riconoscendola come vassallaggio della corona. Morto il templaro, la compagnia non si sciolse; il re vi mandò altre milizie, che continuarono a guerreggiare per consolidare il dominio; e occuparono Neopatria e molte terre della Morea. Indi, assalito e ucciso Gualtieri di Brienne duca di Atene, ne occuparono il ducato; e così ne sorsero i due ducati detti di Atene e di Neopatria. Ultimo investito era stato Giovanni marchese di Randazzo, che da essi aveva preso il titolo di duca, col quale era comunemente chiamato. La corona di Sicilia non ebbe nell’isola tanta obbedienza e tanto rispetto, come in quel lontano dominio, dove pareva che la distanza tenesse viva la fiamma del sentimento patrio e la dignità nazionale.
Mastro Mino fece col capo un gesto di compiacimento.
- Siete dunque soldato? Bravo! Fra armaiuolo e soldato c’è parentela stretta...



Luigi Natoli: Latini e Catalani vol. 1 e 2 (Mastro Bertuchello e Il Tesoro dei Ventimiglia) – Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1300, al tempo del regno d’Aragona, del conte di Geraci Francesco Ventimiglia e dei fratelli Damiano e Matteo Palizzi, sullo sfondo della guerra fratricida fra Latini e Catalani. I due volumi sono la trascrizione delle opere originali pubblicate con la casa editrice La Gutemberg rispettivamente negli anni 1925 e 1926.
Copertine di Niccolò Pizzorno.


Mastro Bertuchello – Pagine 575 – Prezzo di copertina € 22,00
Il Tesoro dei Ventimiglia – Pagine 525 – Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile dal sito www.ibuonicuginieditori.it, www.lafeltrinelli.it, Amazon Prime e tutti i siti vendita online.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Palermo), Libreria Sellerio (Mondello), Libreria Sciuti (Palermo)


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