giovedì 27 ottobre 2016

Luigi Natoli e Alexandre Dumas in: Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano di Alexandre Dumas con saggio storico introduttivo "Storie di banditi" di Luigi Natoli

C'era una differenza fra i banditi e gli scorridori: questi erano ladroni, che assalivano i viandanti, quelli erano fuori bando per qualche vendetta: questi era raro che avessero un lampo di generosità, quelli erano d'ordinario generosi e cavallereschi, la condizione di perseguitati della giustizia li faceva malfattori: ma il coraggio di cui davano prova, li circondava di poesia. Essi rampollavano per origine degli antichi cavalieri erranti, o dei nobili, che non erano altro che ladroni, o dei condottieri di compagnie di ventura. Una vendetta contro i baroni li faceva banditi: la poesia popolare, fedele specchio dei sentimenti plebei, s'impadroniva di loro e magnificando il loro gesto, sfogava il suo odio contro i baroni.
Il periodo più famoso pel banditismo o brigantaggio fu quello che si svolse fra il secolo XVIII e XIX. Vi sono dei banditi che diedero origine a poemetti, come Saltaleviti, Spirazza, Testalonga: uno diede origine a un romanzo di A. Dumas: Pasquale Bruno. - Luigi Natoli
"Storie di banditi" - Articolo pubblicato da Luigi Natoli con pseudonimo di Maurus nel Giornale di Sicilia del 14 gennaio 1930.
 
Era un giovine di venticinque o ventisei anni, che sembrava appartenere alla classe del popolo: portava un cappello calabrese legato da una striscia di velluto che ricadeva ondeggiante sulla sua spalla, un abito di velluto con bottoni d’argento, un calzone della stessa roba con ornamenti compagni, stretto alla vita da una di quelle cinture di seta rossa con ricami e frange verdi, che si fabbricano a Messina ad imitazione di simili lavori del levante; finalmente burzacchini e scarpe di pelle erano il compimento dell’abito montanaro, non privo di eleganza, e che parea scelto a bella posta a dar risalto alle belle proporzioni del corpo di colui che lo indossava. Quanto al suo aspetto, era di una beltà selvaggia, i suoi contorni fortemente risentiti, annunciavano l’uomo del mezzogiorno, avea gli occhi arditi e fieri, barba e capelli neri, naso aquilino, e denti bianchi e compatti. - Alexandre Dumas
Edizione integrale della Prima versione italiana pubblicata dallo Stabilimento Poligrafico Empedocle - Palermo 1841
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