giovedì 12 maggio 2016

Luigi Natoli in "Chi l'uccise?": un giallo ambientato a Palermo nel 1848 - Le torture ai detenuti.



(Fa parte del volume: Braccio di Ferro avventure di un carbonaro, I morti tornano..., Chi l'uccise? - Tre romanzi del Risorgimento italiano di Luigi Natoli)


I due manigoldi lo afferrarono pei polsi, lo buttarono sopra un cavalletto, lo legarono solidamente con corde, che attaccarono una di qua, una di là a due anelli infissi alle pareti, in modo che egli stava con le braccia aperte, come se fosse in croce. Gli imprigionarono le gambe con altre corde a un terzo anello.
Corrado guardava con un oscuro sgomento in cuore, non sapendo a che fine approdassero. Era certo che non lo bastonavano, perché nella sua situazione non si aspettava questa specie di tortura. S’aspettava un supplizio diverso, ma ignorava quale, non vedendo alcuna sorta di strumenti. Guardava, aspettava e tremava. Uno dei manigoldi prese un bicchiere, lo capovolse sull’ombelico nudo di Corrado, e tolto da un piccolo cartoccio uno scarafaggio, lo cacciò sotto il bicchiere. L’insetto cercò di fuggire, ma incontrò l’ostacolo del vetro; si aggirò, e sempre toccò il bicchiere che la guardia teneva fermo. Cominciò una corsa su se stesso dentro il breve spazio che lo conteneva.
Corrado da prima aveva sorriso di quella strana tortura, e al sentire solleticarsi l’ombelico, cominciò a ridere, a scotersi, a dimenarsi. A mano a mano però che l’insetto più annaspava con le zampe, il suo riso diventava amaro, e convulso. Il Commissario lo interrogò:
- Perché avete ucciso il Lo Giglio?
- Non sono stato io – disse Corrado tra le convulsioni che lo sconvolgevano.
Lo scarafaggio era invaso dalla follia; girava e girava sulla nuda carne, tormentato e tormentante. Corrado aveva il volto infiammato, i suoi muscoli balzavano, si ritraevano, si gonfiavano per lo spasimo; il suo riso si era mutato in una smorfia angosciosa, i suoi occhi rossi, infocati, lagrimanti, parevano che schizzassero fuori dall’orbita. Egli non aveva più senso di vivere. Urlava.
Il Commissario diceva con crescente rabbia:
- Figlio di cane, perché hai ucciso il Lo Giglio?
Ma Corrado non poteva dire nulla; faceva con la testa dei segni spasmodici, che il Commissario traduceva a suo modo. Sospese la seduta.
- Domani parlerà; la lezione gli ha giovato. Conducetelo in cella e che non parli con nessuno.
Corrado fu accompagnato per le ascelle.
Egli non poteva camminare; sentiva ancora le zampette dello scarafaggio nelle carni nude, si contorceva, e si voleva buttare per terra. Lo abbandonarono lì, nella celletta, come un fagotto.
Luigi Natoli - Chi l'uccise?
Prezzo di copertina del volume € 24,00 - Sconto 15% - Spedizione gratuita
Volume con illustrazioni interne di Niccolò Pizzorno.

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