Le carte da giuoco
italiane hanno una storia; e dico italiane, perché altri ci contendono
l’invenzione: i Francesi. Le carte nostre furono inventate nel secolo XV. Esse
sono quaranta, e si dividono in quattro semi, che prendono, come si sa, il nome
di spade, oro, coppe e bastoni, ma non tutti sanno che essi rappresentano i
quattro ordini della società: le spade rappresentano la nobiltà, l’oro la
borghesia composta allor da mercanti, le coppe la chiesa e i bastoni il popolo.
I primi giuochi furono le lotte che s’impegnavano o si fingeva che si sarebbero
impegnate fra i vari ordini. Avevano in fondo un significato sociale. Erano
divertenti e istruttivi, né ancora si erano resi fomiti di speculazioni e
strumenti di perversione. Raramente qualche signore le possedeva.
Galvano aveva avuto in
regalo un mazzo di carte dal capitano di una nave veneziana, che aveva salvato
dal pericolo di annegare; ne aveva imparato il giuoco, e l’aveva portato in
Palermo.
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