Il giorno in cui il duca Martino di
Montblanc invitò Andrea Chiaramonte a presentarsi al re, fingendo di avergli
perdonato, Andrea ebbe un sospetto. Mi chiamò prima di rendersi al convegno, e
mi disse: “Filippo, fratel mio, bisogna per ogni buon fine, mettere al sicuro
il tesoro: servirà o a continuare la guerra, o a riscattare le terre o a
vendicarmi. Nel convento di Baida c’è un forziere, che ho affidato alla
custodia di quei frati. Finora essi mi son devoti: ma domani? Va, prendi quel
forziere e sotterralo dove tu crederai meglio: eccoti una lettera pel padre
guardiano”. Andai subito a Baida; se tu non lo sai, Baida è un colle non molto
lontano da Palermo, e poco discosto da Monreale, e domina la vallata; il
convento che vi sorge è opera della nostra casa… Andai, presi il forziere, che
pesava abbastanza, lo ravvolsi di foglie, e così ravvolto lo nascosi in un
sacco, e lo caricai sopra un mulo… Per sentieri fuori mano, con un lungo giro,
costeggiando quasi il Parco reale, calai sulla valle dell’Oreto, in un punto
che si dice la Guadagna, poco più che mezzo miglio lontano da Palermo… Ivi è
una villa della nostra casa, con una torre quadrata ampia e degna, come tutte
le fabbriche dei Chiaramonte… Allora non ci era stata confiscata, e quei
villani ci erano devoti… Nondimeno non mi fidai; per non destar sospetti, tolsi
io stesso il sacco col forziere e lo deposi in un angolo, come se non
contenesse nulla… Ma la notte, quando tutti dormivano, presi una zappa e una
vanga, uscii dalla torre, e mi avviai per la contrada di Falsomiele, che si
stende oltre la valle, fino a monte Grifone. La costa di quella contrada è
sparsa di ruderi e stanze di antichi edifici, credo dei Saraceni… Non v’era
luogo migliore. Scavai, scavai, feci un fosso profondo; ivi deposi il forziere;
lo copersi di terra; sulla terra buttai sassi e sterpi, per celare che era
stata smossa, e tornai alla torre, senza che alcuno se ne avvedesse… Il
forziere è ancor lì; nessuno ha potuto scoprirlo. Va, dunque, figliuolo, e
restituisci alla casa dei Chiaramonte il suo splendore…
Nella foto: villa dei Chiaramonte alla Guadagna, denominata poi Torre dei diavoli, oggi non più esistente.
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